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Il Rosario ogni giorno: 16 maggio in diretta dalla “St. Mary’s Cathedral” di Sydney

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Vangelo di domenica 16 maggio: riflessione di Paolo de La Luce di Maria – Video

Con l’Ascensione, il tangibile diventa intangibile; sapendo che la vita continua, anche il lutto più doloroso trova una risposta di bellezza

Riflessioni di Paolo de La Luce di Maria

Oggi è la solennità che ci aiuta più di ogni altra a capire cosa è venuto a fare Gesù. Perché dico questo? Perché Gesù se ne torna via. La sua è stata una missione, come una professione: come a scuola, dove arriva il professore, fa la sua lezione, e poi torna a casa, così Gesù è venuto ad insegnarci a vivere, è venuto ad insegnarci ad amarci.

Gesù è venuto ad insegnarci a fidarci di lui, è venuto ad insegnarci la strada per l’eternità. L’Ascensione di Gesù in Cielo ci manifesta che quello straordinario che è Gesù, ritorna nello spazio senza fine. È vero che Gesù è risorto dai morti, ma per quaranta giorni ha camminato in mezzo agli uomini, con un corpo che addirittura si è nutrito del cibo che avevano gli apostoli.

Il visibile diventa invisibile

Quindi in un modo più o meno tangibile loro lo vedevano camminare dove siamo noi oggi, su questa terra. Proviamo ad immaginare la sorpresa che hanno vissuto gli apostoli nel momento in cui Gesù si stacca da terra. Io non riesco ad immaginare che trauma possono aver avuto e cosa possono aver pensato, perché il tangibile diventa intangibile, il toccabile diventa intoccabile, il visibile diventa invisibile!

Non posso immaginare, per coloro che lo hanno visto, cosa questo può voler essere significato. Non è come una morte, che finisce coma una tumulazione nella terra. Gesù si alza dalla terra e se ne va dal Padre. È un’immagine che ci porta a riflettere anche sulla grandezza del cammino che Gesù ha fatto in quel tempo per 33 anni su questa terra, con le nostre stesse sembianze, con la nostra forma fisica e con le nostre limitazioni.

Credo che questo “trauma inspiegabile” che hanno vissuto gli apostoli sia qualcosa che gli abbia lasciato tante domande ma anche tante risposte.
Provare a mettersi nel Vangelo aiuta a immedesimarsi e a capirne la grandezza. A volte per entrare nel Vangelo bisogna immedesimarsi.

L’Ascensione è stata un’ascensione fisica, materiale, ma Gesù è rimasto con noi, e lui ci trasmette la pace perché lui è il nostro Signore e salvatore. Capire che lui è in mezzo a noi ci fa ancora più capire quanto ci ama Dio e ci fa sentire in comunione fraterna, facendoci sentire già come se fossimo in Paradiso.

Una risposta di bellezza

Quando ti senti libero in questo modo capisci che è evidente che c’è un amore che non è di questa vita, perché siamo destinati a questo. Qualcuno si chiede cosa faremo in Paradiso, ma non bisogna preoccuparsi di questo, perché quaggiù c’è questo problema, mentre lassù ci sarà il gaudio, la pace, l’amore…

Sapendo infatti che la vita continua, anche il più doloroso dei lutti trova una risposta di bellezza. Credo veramente che questo Vangelo, dicendoci di come Gesù stacca i piedi da terra elevandosi da terra, innalza i nostri cuori al Cielo, mette noi nella condizione di stare più vicino a lui, perché ogni volta che lo andiamo a cercare, lui con lo Spirito Santo scende nei nostri cuori e ci fa sentire la sua presenza.

Sia lodato Gesù Cristo.

Redazione

Paolo è il fondatore della Luce di Maria, è un laico, padre di famiglia e sposato in chiesa.
Tutte le sere alle ore 00:00 recita in diretta Facebook e Youtube de La Luce di Maria, il Santo Rosario che accompagna con delle riflessioni spontanee sulla Parola del Vangelo del giorno a venire.

Avvocatella di Maiori: a che punto arrivò il veggente pur di seguirla

L’Avvocatella di Maiori apparve numerose volte a un uomo, che si fece eremita, abbandonando tutto per seguirla, iniziando un culto che prosegue fino ad oggi.  Il pastorello Gabriele Cinnamo di Ponteprimario stava pascolando le pecore sul monte Falerzio quando venne attratto da una colomba che entrava ed usciva da una parete rocciosa coperta di edera. Siamo … Leggi tutto

Preghiera di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria – 15 maggio

Consacrarsi a Maria è pegno della sua certa protezione. Affidiamoci al Suo Cuore Immacolato con questa intenzione. Il mese di Maggio è il mese dedicato dalla Chiesa a Maria, in cui ricorre anche l’anniversario delle apparizioni di Fatima (13 maggio- 13 ottobre 1917). In quelle apparizioni la Madonna raccomandò la devozione al Suo Cuore Immacolato … Leggi tutto

Novena a Santa Rita avvocata dei casi impossibili – 3° giorno

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Vangelo di sabato 15 maggio: riflessione di Paolo de La Luce di Maria – Video

Tante volte in noi vince la speranza e non la consapevolezza, ma il Signore ci chiama alla a questa certezza.

Riflessioni di Paolo de La Luce di Maria

Oggi voglio parlare di quelle persone che stanno nella sofferenza, in quella sofferenza che solo Gesù, solo lui, può capire. Un giorno ero in una chiesa all’aperto e c’erano due ragazzi non vedenti, con dietro i genitori.

Uno avrà avuto circa sei anni l’altro 12 o 13. Stavano lì a Messa, tutti e due, pregavano. E li vidi durante il Padre nostro, vidi la loro espressione e dissi: come fanno loro a vivere se non vedono? Come fanno a sorridere se non vedono? Come fanno a non essere arrabbiati se a quell’età hanno questo problema? E per un attimo sono rimasto senza parole, senza alcuna giustificazione.

Saper vedere oltre

Ad un certo punto, durante lo scambio della pace, quando si poteva dare la mano, mi venne dal cuore di rivolgermi a tutti e due. Andai dal primo e gli diedi la mano, e stette in silenzio. Andai dal più piccolo, gli diedi la mano e gli dissi: Gesù ti ama. E lui mi ha risposto: “Gesù ama tutti”. E mi ha anche detto: “ti auguro un giorno di vedere quello che oggi vedo e tu no”.

Ecco, in quelle parole un bambino mi disse che vedeva cose che io non vedevo. Che significa? Lui era non vedente! Eppure ci sono cose che non si possono vedere con gli occhi. Vuol dire che noi non le vediamo, e questo ragazzino le vedeva. Questo bambino era di una gioia grande, della stessa gioia che dice il Vangelo “perché la vostra gioia sia piena”: era proprio gioioso.

Non era felice, era gioioso: sorrideva, era gentile, buono, limpido, si emozionava per le cose piccole. Poi quando ho visto i genitori ho capito cosa può fare Dio. I genitori mi hanno detto: “È una grande croce avere due figli non vedenti e una che vede”. Quando io gli ho chiesto il perché, loro mi hanno detto: “È proprio la figlia che vede che ci fa soffrire di più. Se fossero stati solo loro due ce ne saremmo fatti una ragione, ma se una vede e gli altri due no, non ci riusciamo a fare una ragione.

Lasciare tutto nella mani di Dio

Comunque abbiamo lasciato tutto nelle Sue mani“, mi hanno detto, “e questa domanda ce la facciamo tutti in giorni: perché lei sì e loro no?”

Questa è una domanda forte, che ti può far anche arrabbiare con Dio. Questa mamma e questo papà non erano arrabbiati, erano solo un po’ addolorati, e non si percepiva in loro rancore verso Dio, ma la profonda consapevolezza che era una croce da portare e sostenere insieme. Infatti erano una famiglia unita, dove si respirava proprio cos’è la famiglia. Allora oggi chiediamo al Signore che ci metta l’uno davanti all’altro perché ci sosteniamo, ci consideriamo, ci vogliamo bene.

Quando c’è Dio di mezzo si rompono tutte le barriere. Quando c’è Dio di mezzo lui approfondisce le relazioni, illumina i pensieri, rasserena i rapporti. Se mettiamo la nostra vita nelle mani di Dio siamo davvero in grado di vedere le meraviglie che lui ha tante volte ribadito.

Credere oltre quello che si vede

Se noi veramente credessimo in Dio, davvero qualsiasi cosa chiederemmo, lui ce la concederebbe. Il problema è che noi in fondo in fondo speriamo, ma è difficile che tutti crediamo: speriamo, certo, chi è che non lo spera. Ma un conto è sperare e un conto è credere.

Tante volte vince la speranza e non la consapevolezza, ma il Signore ci chiama alla consapevolezza. Perché la consapevolezza sia speranza: non che la speranza tolga la consapevolezza e rimanga un bel pensiero, ma che ci sia la certezza che Dio mette le mani in quella situazione.

E allora chiediamo a Dio il dono di credere al di sopra di quello che vediamo, come quel bambino che mi ha detto: “ti auguro un giorno di vedere quello che vedo io”. Io non so se l’ho visto, ma di sicuro l’ho sentito, sennò non sarei stato qui tutti i giorni a pregare con voi, con questo desiderio che non si affievolisce mai e che va al di sopra della stanchezza fisica. Ci sono giorni che non nego che sono stanco e che umanamente è complicato esserci, ma Dio è più importante di tutto questo. Io credo davvero che oggi il Signore ci stia dicendo di credere e confidare in lui, e non saremo mai mai delusi.

Sia lodato Gesù Cristo.

Redazione

Paolo è il fondatore della Luce di Maria, è un laico, padre di famiglia e sposato in chiesa.
Tutte le sere alle ore 00:00 recita in diretta Facebook e Youtube de La Luce di Maria, il Santo Rosario che accompagna con delle riflessioni spontanee sulla Parola del Vangelo del giorno a venire.

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