Nuovo DPCM, zona gialla: quali novità ci aspettano?

Iniziano a trapelare le ipotesi che potrebbero esser messe in campo nel nuovo DPCM. Tra queste, alcune novità che riguardano le Regioni in zona gialla. Novità potrebbero arrivare per i ristoranti che si trovano in Regioni “gialle”. La possibile decisione per la loro apertura, anche la sera, è prevista la prima settimana di marzo. Riaprono … Leggi tutto

Un’altra cristiana vittima della persecuzione, come Asia Bibi

Dopo oltre 2000 anni di storia della Chiesa, sono tanti i cristiani perseguitati. Nonostante tutto, resistono e testimoniano la loro fede. In Oriente, in particolare in Pakistan, sono ancora tanti i cristiani che vengono perseguitati o discriminati. Dopo Asia Bibi, un’altra donna diventa purtroppo simbolo delle persecuzioni. Un altro caso come quello di Asia Bibi … Leggi tutto

Nuova decisione di “Speranza” nella lotta contro il Covid

La battaglia contro il Covid non si arresta, ora il Ministro della Salute ha dato l’ok alla cura che affianca i vaccini. Anche per l’Italia, il Ministro della Salute, Speranza, ha firmato un decreto per l’autorizzazione all’utilizzo degli anticorpi monoclonali per combattere il Covid. L’Italia autorizza i farmaci monoclonali Dopo l’Aifa, l’annuncio arriva dal Ministero … Leggi tutto

La lettura del Vangelo di lunedì 8 febbraio: riflessione di Paolo de La Luce di Maria – Video

Siamo tutti malati nell’anima: tocchiamo il lembo del mantello di Gesù e l’Eucaristia, il corpo Gesù che si è fatto uomo ed è andato a morire sulla Croce per amore nostro.

Riflessioni di Paolo de La Luce di Maria

“Questo Vangelo mi fa pensare al contesto di pandemia di oggi. Mettiamo che si venisse a sapere che c’è un uomo che può guarire tutti: tutti correremmo da lui! Oggi abbiamo allocato il peso della guarigione alla scienza e agli ospedali. Ma le guarigioni che Dio compiva erano di una connotazione più ampia: lui salvava! Salvava a livello fisico e spirituale.

Oggi con la pandemia ci sono gravi problemi che riguardano la salute del corpo. Ma siamo tutti anche malati cronici nell’anima e abbiamo bisogno di un cammino per questo. Bisognerebbe tornare in chiesa!

C’è bisogno di un atto di fede

Lì, Gesù nella Messa diventa pane e vino. L’ostia che ha il sacerdote prima della consacrazione è pane, dopo la consacrazione diventa Gesù. Guardiamo quanto è curiosa la fede: il pane e il vino sembrano sempre uguali, eppure si trasformano nel corpo e nel sangue di Gesù. Perché Gesù non lo rende visibile?

Gesù vuole che noi facciamo un atto di fede, un atto di abbandono. Gesù vuole il nostro atto di fede che ci avvicina pienamente alla sua essenza, e che in quel pane e in quel vino ci sono davvero il corpo e il sangue di Gesù. In quell’atto di fede che facciamo lui “è veramente” Dio e lo possiamo sentire attraverso il nostro atto di fede. Poteva fare qualcosa, un cambiamento visibile! No, altrimenti non ci sarebbe l’atto di fede, su cui si fonda l’amore di Dio.

Noi dobbiamo chiedere una fede che non abbia più bisogno di sentire, di vedere. Ci sono dei santi che hanno vissuto momenti incredibili di aridità dove non sentivano e non vedevano niente, nemmeno più l’amore di Dio. Questi momenti gli servivano per capire che la loro fede non doveva essere basata sulle sensazioni. Gesù non è “scenografico”, infatti è nato in una mangiatoia, non è un supereroe, infatti è morto sulla Croce.

È l’uomo che ha amato di più tutti gli uomini, ed è Dio, che si è fatto come noi, per farci come Lui. Per battere la morte si addossa la morte su di se, per salvarci si è addossato l’umanità, per rimanere unito con noi si fa pane. E io posso aver testimoniato di aver visto davanti al Santissimo, tantissime testimonianze di persona disturbate spiritualmente, proprio come gli indemoniati del Vangelo.

E lì ci si pensa: stiamo veramente davanti al Signore! Chiediamo a Gesù di toccare il lembo del suo mantello, e siamo certi che saremo salvati. Oggi tocchiamo quel lembo attraverso la nostra fede e attraverso l’Eucaristia, il corpo di Gesù che si è fatto uomo ed è andato a morire sulla Croce per amore nostro”.

Sia lodato Gesù Cristo.

Redazione

* Paolo è il fondatore della Luce di Maria, è un laico, padre di famiglia e sposato in chiesa.
Tutte le sere alle ore 00:00 recita in diretta Facebook e Youtube de La Luce di Maria, il Santo Rosario che accompagna con delle riflessioni spontanee sulla Parola del Vangelo del giorno avvenire.

Novena a San Valentino patrono degli innamorati – Quarto giorno

Pregare per trovare un amore o per custodirlo se lo abbiamo già accanto a noi, è affidare ancor più il nostro cuore e la nostra vita affettiva a Dio: egli desidera favorirci e interviene con l’intercessione dei suoi santi. Preghiamo questa novena a San Valentino, protettore degli innamorati e intercessore in tempi di pestilenze, di custodire … Leggi tutto

Preghiamo la Novena a Nostra Signora di Lourdes – Settimo giorno

L’11 febbraio si festeggia la Madonna di Lourdes, protettrice dei malati. Preghiamo insieme la nostra Madre Celeste di custodirci nella salute del corpo e dell’anima. In un contesto come quello di oggi è quanto più urgente affidarci alla Madonna di Lourdes: che la nostra Mamma celeste possa intercedere per tutti noi presso Dio, guarendoci e … Leggi tutto

Covid: l’Italia cambia colore. Ma attenzione alle zone rosse

Ancora un cambio colore è stato disposto dal Ministro Speranza per le Regioni italiane sulla base dell’andamento della curva dei contagi. Quasi tutte le Regioni, da domani, passano in zona gialla. Ma se c’è una uniformità di colore, dall’altro lato ci sono ancora tanti piccoli focolai all’interno delle stesse Regioni. In molti casi, i Governatori … Leggi tutto

Santo Rosario: qual è il modo migliore per recitarlo?

Il Santo Rosario è la preghiera che ci unisce a Maria. Ma siamo veramente sicuri di saperlo recitare nel modo corretto?  photo web sourceTante preghiere in più alla semplice “Ave Maria”: sono utili oppure no? Cerchiamo di capire come si recita il Rosario, senza avere distrazioni che allontanano il nostro sguardo da Maria. Come si … Leggi tutto

Una donna racconta il terribile dolore della violenza contro se stessa

La sofferenza lancinante che a distanza di anni le strappa le viscere, e non sa cosa darebbe per poter tornare indietro e cambiare tutto. Perciò desidera aiutare altre donne che vivono la sua stessa condizione. 

Si parla molto, oggi, della banalizzazione dell’aborto e di come, tra le adolescenti, abortire sarebbe diventato poco più che andare dal manicure.
La cultura dell’apparenza e del cinismo, però, crollano come un castello di carte, di fronte al profondo trauma che queste esperienze provocano.

Il “grido silenzioso”

Anni fa, il ginecologo Bernard Nathanson, pro choice pentito, paragonò l’aborto a un “grido silenzioso”. Il grido del bambino che, allo stato fetale, non è in grado di manifestare in alcun modo il suo dolore e il suo strazio nell’essere dilaniato ed estratto a forza dal ventre della madre. Un grido silenzioso è però anche quello della donna che abortisce e che, per anni, custodisce dentro di sé i demoni del rimorso. Assieme al figlio muore un po’ anche la madre.

Nel mondo, le donne che hanno abortito sono come dei fantasmi. È molto raro che esse confidino apertamente a qualcuno ciò che hanno fatto. Eppure, nei paesi dove l’aborto è legale da parecchi anni, si calcola che la percentuale approssimativa delle donne che vi hanno fatto ricorso, oscilli tra il 10% e il 20%. Numeri impressionanti e raggelanti. Una donna che ha abortito non lo dirà mai ad alta voce per un motivo molto semplice: è tutt’altro che qualcosa di cui andare fiere.

Donne fantasma, nell’indifferenza del mondo

Abortire procura un dolore che dura tutta la vita e che stride con l’indifferenza del mondo: hai tenuto il bambino? Bene, brava… Non lo hai tenuto? Pazienza, evidentemente non eri nelle condizioni di crescerlo, anzi, alla fine, meglio così. Ogni scelta per la vita viene messa sullo stesso piano di ogni scelta per la morte e non ci vuole chissà quale intelligenza o levatura morale, per comprendere quanto assurdo sia questo.

Una donna che ha abortito si porta nel cuore un dolore difficile da esprimere. Un dolore, frutto di un rimorso, che può avere uno sbocco e assumere un significato se e soltanto se quella donna, da un lato riconosce pienamente il suo errore e, dall’altro, incontra qualcuno che le indica la strada del perdono.

È la paura che sbarra la strada alla vita

Alla luce di ciò, è esemplare la breve ma intensissima video-testimonianza riportata in anonimo da Pro Vita & Famiglia. La parola chiave di questa storia è paura. “Rimasi incinta a 19 anni e mi spaventai da morire”, racconta Marta (nome di fantasia), che oggi ha più di sessant’anni.

Mi spaventai perché pensavo la mia vita sarebbe stata stravolta – prosegue la donna –. Avevo paura del giudizio degli altri. Avevo paura di aver fatto una cosa incredibile. Invece non mi ero resa conto che avere un figlio è un dono. La paura ha avuto il sopravvento, è stata la paura, la paura di tutto, la paura di non essere all’altezza, di non essere una madre affettuosa e generosa”.

Marta si recò dunque al consultorio, dove le dissero che “la cosa era abbastanza semplice. Bisognava andare all’ospedale, con qualche ora si toglieva il problema”. Tutto qua. “Non mi prospettarono nessun’altra possibilità”. Non le fecero nessun’altra domanda che potesse indurla a riflettere sulla sua scelta.

È stata un’esperienza traumatica, allucinante – dichiara Marta con un filo di voce –. Era talmente forte il dolore nella mia coscienza che non ho più pensato, ho rimosso l’evento e questo forse è stata la cosa più grave perché per decenni non ho più pensato alla cosa”.

donna disperata
photo web source

Una violenza contro se stesse

È verosimile che, forse anche per il trauma del suo aborto, Marta non sia riuscita ad avere figli. Lei stessa, infatti, confida: “Adesso mi capita che se vedo un bambino sto malissimo, come se fossi morta quel giorno. Usare violenza contro un altro essere umano è solo un’autodistruzione. Non ho incontrato una persona che mi abbia detto: “cosa stai facendo?”. Ripenso sempre a quel momento. Non aver paura di chiedere aiuto… Questo direi non è una violenza contro un’altra persona, è una violenza contro se stessi. Adesso darei tutto l’oro del mondo per ritornare a quel momento, per avere una seconda possibilità”.

Nella sua disgrazia e nel suo dolore senza fine, Marta ha avuto la consolazione di trovare qualcuno cui confidare dopo moltissimi anni la sua terribile esperienza. Abortire è come trafiggersi il cuore con una spada di ghiaccio, impedendosi di comprendere il peso delle proprie azioni. Un ghiaccio che solo il calore umano e il perdono possono sciogliere.

Luca Marcolivio

Papa Francesco ha scelto per la prima volta una donna

Il Sinodo dei Vescovi indetto per ottobre 2022, ha in serbo delle novità. Il tutto, sulla scia di quella “Chiesa in uscita” voluta dal Papa. Una delle novità è che ci sarà anche una donna al prossimo Sinodo. Parteciperà ed avrà, anche, il diritto di voto. Scopriamo insieme di chi si tratta. Una donna al … Leggi tutto

Santuario Madonna della Porta: l’antico ingresso al centro del miracolo

Il Santuario della Madonna della Porta trae la sua origine dall’antica porta di San Francesco ma soprattutto dai tre miracoli legati all’immagine che vi era raffigurata sopra. Il santuario è un raro esempio di stile barocco emiliano, e all’interno ospita l’immagine miracolosa della Vergine, opera di Damiano Padovani risalente al 1646. L’immagine era infatti collocata … Leggi tutto

Novena a Santa Bakhita per imparare a perdonare – Nono giorno

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Una rivelazione straordinaria: la Madonna preannuncia dieci anni prima la sua venuta

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La lettura del Vangelo di domenica 7 febbraio: riflessione di Paolo de La Luce di Maria – Video

Gesù invece vuole entrare nel cuore per amore, perché spesso anche i miracoli si dimenticano: è incredibile, ma le cose si dimenticano, anche i miracoli. L’amore no.

Riflessioni di Paolo de La Luce di Maria

“Gesù viene per farci vedere che Dio si fa uomo, il Figlio di Dio si fa uomo, con miracoli incredibili. Perché poi però in questo Vangelo non vuole che i demoni dicano chi è lui davvero?
Forse perché Gesù non vuole che tu credi che qualcuno ti convinca con una manifestazione forte, come quella di un indemoniato che parla: un trauma! In quell’occasione tu crederesti magari, ma in modo costruito su una “prova certa“.

Gesù invece vuole entrare nel cuore per amore, perché spesso anche i miracoli si dimenticano: è incredibile, ma le cose si dimenticano, anche i miracoli. L’amore no. Per questo Gesù è andato sulla Croce, per amore, e l’amore non va via.

Nella vita, possiamo ricordare un momento di divertimento, di euforia, ma i ricordi sono confusi. Quando invece ricordiamo un momento d’amore, come la nascita di un figlio, un gesto particolare d’amore di un genitore che si ricorda fin dall’infanzia, quel gesto ce lo ricorderemo come se fosse oggi!

Quei gesti non si dimenticano, perché l’amore è eterno! Invece un’immagine traumatica come quella di un indemoniato che ci dice di Gesù: “Tu sei il Figlio di Dio!”, quello te lo ricordi come un trauma. Te lo ricorderai, ma non sei stato colpito da un amore che si radica in te e ti nutre come quando è Gesù che ti tocca il cuore e ti cambia la vita.

Persone che hanno avuto un incontro di questo tipo con Dio, credono ma hanno una fede timorosa: sono stati colpiti da un evento traumatico e non sono stati coinvolti sentimentalmente.

Come la fede opera in noi

La fede che si radica in noi si divide in due punti: uno è il rapporto con Dio e l’altro quanto tu metti in pratica la parola di Dio. Il primo è un ambito più ordinato, definito: vai a messa, preghi, ti confessi… Nell’altro sei libero di vivere la parola nelle tue scelte.

Voler bene alle persone, aiutare chi ti sta davanti, sopportare un’ingiustizia, perdonare: questa testimonianza nasce dal tuo amore verso Dio. In questo rapporto con Dio tu puoi fare addirittura ciò che Dio ci chiede di fare.

Ad esempio: cacciate i demoni. Come, io? Che significa? Che mi chiede Gesù? Se davanti alla sua chiamata c’è paura vuol dire che non c’è ancora un rapporto saldo con Dio, una fede forte. Se stiamo con Dio niente può farci paura, nemmeno la morte: lui la trasforma in speranza di resurrezione.

Nella nostra vita sappiamo quindi che dobbiamo morire per risorgere. In che modo? Devo distruggere i miei modi di pensare passati, che fanno diventare “Dio” come “io”, o che fanno pensare di essere sempre dalla parte del giusto.

Gesù ci sta dicendo di rinnegarci, di quella parte che il male usa per nuocerci. Chiediamo dunque al Signore il dono di essere come le persone che stavano davanti alla casa dove si trovava Gesù che faceva miracoli, nel Vangelo: affinché anche a noi il Signore faccia il miracolo di renderci vivi nello spirito e fedeli nella fede.

Sia lodato Gesù Cristo.

Redazione

Paolo è il fondatore della Luce di Maria, è un laico, padre di famiglia e sposato in chiesa.
Tutte le sere alle ore 00:00 recita in diretta Facebook e Youtube de La Luce di Maria, il Santo Rosario che accompagna con delle riflessioni spontanee sulla Parola del Vangelo del giorno avvenire. 

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