Valorizziamo il tempo: la strada per gli smarriti di cuore

“Cari fratelli, la III domenica d’Avvento è conosciuta anche come domenica della gioia. (…) E il motivo di questa gioia è questa notizia: il nostro è un Dio che si è avvicinato all’uomo. (…) Accendendo, dunque, la terza candela della Corona d’Avvento, che possiamo chiamare la “candela della vicinanza di Dio”, vogliamo riaccendere nel nostro cuore la certezza che non siamo soli”.

Questo è il videocommento domenicale di don Massimiliano Scalici, sacerdote diocesano di Palermo.

Ci sono molti sacerdoti che usano i Social per arrivare ai fedeli. Noi scegliamo di proporre i videocommenti di don Massimiliano Scalici per il suo modo “pratico” di parlare di Dio. “Io ho optato per un altro servizio e cioè quello di offrire un approfondimento a casa vostra, senza bisogno che andiate chissà a quale conferenza. Quindi, per “valorizzare il tempo”, io intendo “approfondimento”, non “economizzazione” del tempo“.

Il lavoro di YouTuber di don Massimiliano Scalici è iniziato sin dall’1 Gennaio del 2019, con la festività di Maria, Madre di Dio. Da allora, puntualmente, domenica dopo domenica, si preoccupa di realizzare un videocommento e di porlo sul suo canale. Potete trovarli tutti, digitando il suo nome o il nome della rubrica: Valorizzare il Tempo.

Valorizzare il Tempo

Valorizzare il Tempo: Dio apre una via per noi

La III domenica di Avvento, del nuovo anno liturgico A, riporta la prima lettura dal Libro del Profeta Isaia (35,1-6a. 8a. 10), la seconda dalla Lettera di San Giacomo Apostolo (5,7-10) e il Vangelo di Matteo (11, 2-11), riguardante Giovanni che prepara la via del Signore Gesù.

Nella prima lettura, il Profeta Isaia parla agli smarriti di cuore. Dice don Massimiliano Scalici: “Ciascuno di noi è uno smarrito di cuore, in quanto spesso smarriamo la via. Non ci raccapezziamo più. Tutto ci appare ingarbugliato, perché l’amico, la moglie, il figlio ci ha deluso; perché il matrimonio è finito: perché il lavoro non c’è”. Per questo, attraverso il Profeta Isaia, Dio vuole farci sapere che ci è accanto, perché “se ha detto che viene a salvarmi, lo fa”! Ed è questo un annuncio valido per ognuno di noi.

Valorizziamo il tempo: Il Signore è già con noi

La seconda lettura continua a proporci un messaggio di gioia, tramite l’apostolo Giacomo: “Esorta i fratelli cristiani di tutto il mondo a resistere fino alla venuta del Signore”. E se l’attesa del Signore ci fa vivere nella sofferenza, perché mai dovremmo essere pazienti e continuare ad aspettarlo? “L’Apostolo Giacomo prosegue con l’immagine dell’agricoltore paziente, ma soprattutto costante nel prendersi cura della sua piantagione; piantagione che non potrà produrre frutti, se non trascorrerà il tempo che ci vuole: dalle prime, alle ultime piogge. (…) Il Signore lavora a lungo termine, proprio come fa l’agricoltore tradizionale -chiamiamolo così- il cui lavoro paziente, costante, gli andrà ad assicurare il buon risultato: il frutto”.

Giovanni e Gesù
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Vangelo: sei tu il veniente?

Don Massimiliano Scalici spiega: “Che Giovanni mandi a dire a Gesù: Sei tu il veniente? Attenzione, non “colui che deve venire”, come traduce il testo italiano, ma il veniente, colui che è sempre in questo movimento di venuta, da sempre e per sempre”. La domanda di Giovanni, imprigionato, “traduce tutto lo smarrimento di chi vede speranze crollate e non vede più il senso della vita. (…)

Si, anche il Battista, ridotto in catene, è uno smarrito di cuore. Pertanto, chi tra noi si sente uno smarrito di cuore, può fare benissimo sue le parole del Battista e dire a Gesù: sei tu il veniente, quello che da senso, speranza, e che viene a liberare chi come me è in catene?”. Gesù risponde dicendo: “E beato colui che non trova in me motivo di scandalo”. Letteralmente si deve tradurre: “Beato colui per che non si ritrova inciampato, sgambettato da me”. Che significa il finale della risposta di Gesù al Battista? Che quando ci ritroviamo in catene, smarriti, non dobbiamo cadere nella trappola di pensare e credere che Dio ci abbia fregato, sgambettato”. Tutto ciò che facciamo non va perso, nemmeno quando attraversiamo un periodo di smarrimento. Dio ne farà tesoro e lo farà fruttare, al momento giusto.

Don Massimiliano Scalici: “Dio ti perdono. La misericordia capovolta”

Ricordiamo che don Massimiliano Scalici è anche autore del libro “Dio ti perdono. La misericordi a capovolta”, testo che mette in evidenza quanto possa essere importante la guida di un sacerdote, preparato e consapevole, per ogni persona che Dio gli affida.

Gli autori del libro sono due, in realtà: il sacerdote e Loretta, pseudonimo -quest’ultimo- di una donna che urla a Dio il proprio dolore e che, per ovvie ragioni, ha scelto di rimanere anonima.

Antonella Sanicanti

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