Convento dell’Annunziata: il tempietto dell’apparizione alla pastorella

La chiesa ed il convento dell’Annunziata di Pontremoli, in provincia di Massa-Carrara, sono intimamente legati alle apparizioni del 1470 alla giovane pastorella. Ad oggi, il complesso dell’Annunziata è considerato come il monumento quattrocentesco più importante in tutta la provincia di Massa Carrara.La facciata del Santuario risale al 1558, mentre l’interno si presenta in un’unica grande … Leggi tutto

“Ho abbandonato il calcio per qualcosa di più grande”

La straordinaria testimonianza di Federico Rizzi, ex calciatore professionista, che ha abbandonato lo sport per seguire il Signore, ci mostra cosa è più importante.  Federico Rizzi aveva infatti 33 anni quando ha appeso gli scarpini al chiodo, nel 2014. Dopo anni di carriera come calciatore, indossando il numero 23 della Salernitana. “Mi chiudevo in bagno e … Leggi tutto

“1000 Ave, o Maria” per prepararci al Natale – Settimo giorno

La devozione delle “1000 Ave, o Maria” è antica, risale a Santa Caterina da Bologna, che era solita recitarle, tutte, la notte di Natale. In ricordo delle tante apparizioni della Madre di Gesù, in molte epoche storiche e in molti luoghi differenti, vogliamo che sia Lei a condurci alla nascita del suo Figlio. Lei, Madre del … Leggi tutto

Maria: donna accogliente, dagli scritti di don Tonino Bello

“Santa Maria, donna accogliente, ostensorio del corpo di Gesù deposto dalla croce”. Queste le delicatissime parole Tonino Bello a Maria. Era un Vescovo pugliese, ma ha sempre preferito farsi chiamare don Tonino (1935-1993, Alessano). Nella sua vita ha ricevuto molte cariche importanti, ma ha costantemente dato più attenzione agli ultimi della società. Dagli scritti di … Leggi tutto

Covid: i gravi dubbi sul calcolo dei decessi, che non tornano

I criteri con i quali vengono calcolati i decessi per Covid sembrano rappresentare una delle vere e grandi incognite di questa pandemia. Da tempo ormai è consolidato che si ammettono come morti per Covid anche quanti erano affetti da altre patologie, ma sono risultati positivi al tampone diagnostico. Il dato problematico e controverso dei decessi … Leggi tutto

Natale: nessun bambino escluso! Una lodevole iniziativa, da imitare

Il Natale è la festa sentita soprattutto dai più piccoli. Ma, purtroppo, non tutti i bambini hanno l’opportunità di ricevere quel giorno, un’attenzione particolare che si manifesta attraverso un dono.  Così per andare incontro al desiderio che è di tutti i bambini, è nato il “Babbo Natale solidale”: l’iniziativa messa in campo in una cittadina della Costiera Amalfitana, affinché … Leggi tutto

Cantalamessa: “Ci sono due approcci cristiani alla morte” – Video

Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore (Sal 90,12). Questo il tema delle prediche di Avvento di padre Raniero Cantalamessa.

Il Predicatore della Casa Pontificia ha tenuto la prima delle sue tre meditazioni da qui al 18 dicembre, davanti a papa Francesco e ai membri della Curia Vaticana, conservando il saio cappuccino e recando sul capo la berretta cardinalizia, ricevuta durante il concistoro di sabato scorso.

Lo scenario pandemico ha stimolato Cantalamessa a una serie di riflessioni sulla caducità della vita. Ci sono due approcci cristiani alla morte, ha spiegato: il primo è “kerigmatico”, alla luce della Resurrezione di Cristo, quale “ponte verso la vita eterna”.

Una visione sapienziale della morte

Il secondo approccio è “sapienziale”, attinge in modo particolare all’Antico Testamento e fa leva soprattutto sulla saggezza dei padri della Chiesa. Esso comporta “riflettere sulla realtà dolorosa della morte così come essa si presenta all’esperienza umana, allo scopo però di trarre da essa lezione per vivere bene”.

Anche nel Vangelo, Gesù ammonisce:Vegliate perché non sapete quando è il momento” (Mc 13,33). “Stolto questa notte ti sarà richiesta la tua vita” (Lc 12,20). “Che giova infatti all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima?” (Mc 8,36).

Un padre del deserto, ha proseguito Cantalamessa, “aveva preso l’abitudine di lasciar cadere il fuso per terra e di mettere la morte davanti ai suoi occhi prima di sollevarlo di nuovo”. Molti santi, dal XVI secolo in poi, sono ritratti in meditazione “davanti a un teschio”. Tale modo sapienziale di parlare della morte, ha puntualizzato il cardinale, “si riscontra in tutte le culture, non solo nella Bibbia e nel cristianesimo”, tanto è vero che è presente, sia pure “secolarizzato”, nel “pensiero moderno”.

La prospettiva di Sartre e Heidegger

Il predicatore ha fatto riferimento a Jean Paul Sartre che “ha rovesciato il rapporto classico tra essenza ed esistenza”, affermando il primato dell’esistenza. In altri termini, ciò significa che “non esiste una scala di valori anteriore a tutto – Dio, il bene, i valori, la legge naturale – a cui l’uomo deve conformarsi ma che tutto deve partire dalla propria individuale esistenza e dalla propria libertà”. La vita, cioè, si decide esclusivamente con le proprie scelte. La concezione di Sartre, tuttavia, cade in contraddizione su un punto: “Cosa potrà progettare l’uomo se non dipende da lui se domani sarà ancora in vita?”.

Un filosofo che parte da “premesse analoghe” è Martin Heidegger il quale, definendo l’uomo un “essere per la morte”, egli fa della morte “non un incidente che pone fine alla vita” ma “la sostanza stessa della vita, ciò di cui la vita è fatta”. “Ogni minuto che passa è sottratto alla vita e consegnato alla morte”, quindi “la morte non è solo la fine ma anche il fine della vita”. Fulcro dell’uomo, allora, è “il suo nulla”, tutte le possibilità, in realtà, sono “impossibilità”. Non resta che “rassegnarsi e amare il proprio destino”: una “versione moderna dell’amor fati”, ha commentato il cardinale Cantalamessa.

Sant’Agostino: non nichilismo ma fede nella vita eterna

Chi aveva anticipato il pensiero moderno sulla morte era stato Sant’Agostino, traendone però “una conclusione completamente diversa”, non all’insegna del “nichilismo” ma della “fede nella vita eterna”. Sul destino di uomo, argomentava Agostino, si possono fare tante ipotesi e avanzare tutti i dubbi possibili ma nessuno potrà mai dire: “forse morirà, forse non morirà…”. La morte, quindi, è l’unica cosa “veramente certa nella vita”. La morte è quindi “la malattia mortale che si contrae nascendo”.

Sull’onda dell’avanzare della tecnologia, ha proseguito il predicatore, l’uomo moderno rischia di comportarsi come il protagonista di quella parabola evangelica (Lc 12,16-21) che, disponendo di molti beni, inizia godersi la vita e non pensare al domani. “La presente calamità è venuta a ricordarci quanto poco dipende dall’uomo progettare e decidere il proprio futuro fuori dalla fede”, ha detto Cantalamessa.

La morte ci insegna a vivere

La morte rimane “l’unica cosa certa” ma ad essa segue sempre “un giudizio” e, da questa prospettiva, “tutto assume il suo giusto valore”. Come affermava Totò, la morte è “una livella, azzera tutti i privilegi. Quante crudeltà in meno si commetterebbero sulla terra, se si pensasse che tutti dovremo morire?”, ha domandato il cardinale.

“Il pensiero della morte – ha proseguito – ci impedisce di attaccarci alle cose”, la morte è come “una buona pedagoga, ci insegna tante cose, se soltanto la sappiamo ascoltare con docilità”. Pensare alla morte “è l’unica arma che ci è rimasta per scuoterci dal torpore di una società opulenta”. Allora è opportuno “tornare a predicare da cristiani sulla morte”, pensarla come San Francesco che “nel suo Cantico della Creature ha parole dolcissime e terribili”.

Padre raniero, 1a predica di Avvento davanti al Papa
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Nell’Eucaristia “noi facciamo testamento, decidiamo a chi lasciare la vita”, perché “la morte non è solo la fine, ma anche il fine della vita”. Solo così saremo “preparati ad accogliere il messaggio di speranza”, per cui “la vita non è tolta, ma trasformata”, ha quindi concluso Cantalamessa.

Luca Marcolivio

San Dalmazio, il Santo di oggi 5 dicembre: evangelizzatore e martire

San Dalmazio, conosciuto anche come Dalmazzo di Pavia, fu uno dei più grandi evangelizzatori di Pedona (Lucca). La Chiesa lo celebra come martire di Cristo. Le fonti che ci parlano della vita di San Dalmazio purtroppo scarseggiano, ma quelle di cui disponiamo sono illustri e attendibili. Infatti, l’illustre storico Ferdinando Gabotto ci parla di due … Leggi tutto

Capitano Ultimo: “La fede è sempre stata un punto fermo.. “

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In Cammino con la Parola, passo dopo passo – 4 Dicembre 2020

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