Sacro Manto: preghiamo con fiducia San Giuseppe – 16 Marzo

Il Sacro Manto è una preghiera molto potente, a patto che si reciti con fede, per superare periodi di sofferenza, di angoscia, di rovina morale, per chiedere aiuto soprattutto nei momenti di difficoltà, come quello attuale.  È proprio in un tempo come questo, che abbiamo l’occasione di riscoprire la forza della preghiera.  Perciò vi proponiamo di pregare, tutti … Leggi tutto

Vangelo di martedì 16 marzo: riflessione di Paolo de La Luce di Maria – Video

Gesù vuole stare per sempre con noi, ci vuole con lui nella pace, nella gioia e vuole che noi siamo portatori di vita eterna, soprattutto agli smarriti.

Riflessioni di Paolo de La Luce di Maria

Si dice che nella piscina descritta del Vangelo, chi vi si immergeva veniva guarito. Il paralitico di cui parla la Parola, si trova davanti a Gesù e Gesù gli dice: “Vuoi guarire?” E il paralitico gli risponde: “Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita”.

Cercare di “entrare” nel Vangelo non è facile, perché è a prescindere di quello che uno “sente” e di quello che ci coinvolge. Si tratta di capire quali sono le parole che vanno a parlare alla nostra vita e al nostro cuore, che ci dicono quello di cui avevamo bisogno, che ci dicono che anche oggi Gesù ci ha da dirci qualcosa. A quel malato Gesù dice: “Vuoi guarire?”.

Gesù parla ad ognuno di noi

Quanti di noi vorrebbero oggi che Gesù ci facesse questa domanda? Ecco come a volte è importante prendere anche solo una parola del Vangelo e meditarla! Gesù dice a tutti noi: Vuoi guarire?

Pensiamo quanto quell’uomo si è sentito considerato in quel momento da Gesù! Dopo essere stato abbandonato lì per 38 anni, dopo che nessuno aveva avuto cura di lui per tutto quel tempo, in quel momento arriva il Figlio di Dio e lui di persona gli chiede se vuole guarire. Sembra una domanda scontata.

Ma è lì che dobbiamo iniziare a capire Gesù come si pone con noi. Perché se va da quel paralitico, chissà quante volte è venuto anche da noi e noi non gli abbiamo risposto! Secondo me questo Vangelo ci deve far riflettere su questo. E poi su un’altra cosa molto importante. Alla domanda di Gesù, quell’uomo non risponde di voler guarire, ma si lamenta!

Gesù ci chiede se vogliamo guarire

È impressionante! Gesù gli chiede: “Vuoi guarire?”, e quell’uomo gli dice che non ha nessuno che lo immerga nella piscina! È come se oggi Gesù in persona ce lo chiedesse e noi rispondessimo che non abbiamo nessuno che ci porta dal dottore!

Gesù allora gli risponde: “Alzati e cammina”, facendogli capire che lui era Dio, facendogli capire qualcosa di più alto che non capiva. E noi: come avremmo reagito? Avremmo risposto come quel paralitico?

Per questo la Parola di Dio deve entrare dentro di noi, perché della Parola deve rimanere in noi quello che ci dice Gesù e non quello che ci viene subito in mente. Dobbiamo pensare a cosa ci dice oggi Gesù, cosa ci insegna, a dove ci colpisce, a dov’è che va ad aprire quel cassetto chiuso della nostra zona di privacy interiore, lì dove facciamo fatica ad essere liberi e sinceri.

Gesù ha un interesse unico, che è il nostro bene. Gesù vuole che quel paralitico guarisca ma vuole anche che si salvi. E infatti gli dice anche: “Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio”. Gli dice subito che è guarito, ed è questo che ha a cuore. Ma poi gli intima di non peccare, perché non accada qualcosa di peggio. Cos’è questo “qualcosa di peggio”? È la vita che ci giochiamo, è la vita eterna buttata via.

Gesù ci vuole per sempre con lui

Gesù ci vuole bene e ci vuole per sempre con lui. È questa la cosa sconvolgente e bellissima di questo Vangelo: che Gesù sta cercando di salvarci tutti, ci sta portando verso il Paradiso! Gesù infatti desidera averci con lui per sempre. Vuole questo!

Questo Vangelo ci dice che Gesù vuole stare per sempre con noi, ci vuole con lui nella pace, nella gioia. Cosa mi può fermare da accogliere la sua parola? Gli israeliti, ad esempio, erano legati alla forma, al giorno di sabato (che era sacro e dove non si poteva fare nulla se non rispettare un totale riposo): Gesù voleva il bene, faceva il bene, guariva, e gli contestavano se lo facesse di sabato, piuttosto che un altro giorno. Ecco gli schemi del mondo!

Chiediamo al Signore la capacità di comprendere quanto lui ci voglia con lui, quanto desidera stare con noi, perché comprendendo questo daremo anche noi un po’ della nostra testimonianza che di sicuro farà bene alle persone che avremo vicino nel tempo che ci è rimasto in questa vita sulla terra e di certo se faremo quello che lui ci dirà, anche grazie a noi Gesù porterà in Paradiso qualche anima in più e lo vivremo insieme, perché Gesù vuole che noi siamo portatori di vita eterna, soprattutto agli smarriti.

Sia lodato Gesù Cristo.

Redazione

Paolo è il fondatore della Luce di Maria, è un laico, padre di famiglia e sposato in chiesa.
Tutte le sere alle ore 00:00 recita in diretta Facebook e Youtube de La Luce di Maria, il Santo Rosario che accompagna con delle riflessioni spontanee sulla Parola del Vangelo del giorno a venire.

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Sacro Manto: preghiamo con fiducia San Giuseppe – 15 Marzo

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Vangelo di lunedì 15 marzo: riflessione di Paolo de La Luce di Maria – Video

Se non ringraziamo Dio e chiediamo solo, non stiamo pregando, perché la preghiera deve nascere da un atteggiamento di profonda gratitudine

Riflessioni di Paolo de La Luce di Maria

Questo Vangelo ci dice qualcosa di molto importante: ci insegna cioè come chiedere qualcosa al Signore.

Partiamo dal fatto che Gesù opera nella nostra fede: ma che cos’è la fede? Faccio un esempio molto semplice. Se io finisco la benzina della macchina, per permettere poi alla macchina di camminare devo andare da un benzinaio. Ipotizziamo che la macchina senza benzina siamo noi e che il benzinaio è Dio. Per far sì che entri la benzina della macchina, e che la macchina possa funzionare, c’è un elemento, senza il quale non si può fare rifornimento, che è il tubo della benzina.

L’importanza della fede

Se manca questo elemento la macchina non si riempie di benzina: se noi non mettiamo la fede nelle cose che chiediamo al Signore, Lui, che è dispensatore di tutte le grazie, non può darcele. La fede è il “tubo di collegamento” all’opera di Dio, tramite il quale Dio riesce a fare ciò che vuole e ciò che gli chiediamo.

Se infatti non crediamo e chiediamo a Gesù solo per una vaga speranza, ricordandoci di Gesù all’ultimo, quella preghiera probabilmente non arriva destinazione. Perché Dio non va messo all’ultimo posto, ma al primo.

Personalmente, ogni volta che vado dal dottore, io prego: perché la mano di Dio può essere anche in una diagnosi corretta, e non solo nel miracolo che rompe tutti gli schemi. Noi non ce ne rendiamo conto, ma chissà quante volte potremo aver avuto un brutto male e Dio è intervenuto! E ce ne accorgeremo solo quando saremo davanti a Lui.

Chi di noi può dire di non essere mai stato guarito? Tutti potenzialmente potremmo essere stati dei miracolati ma senza saperlo. Allora qui entra in gioco la fede che smuove le montagne. Gesù quando parla di fede ci dice che potremmo chiedere qualunque cosa nel suo nome, e Dio ce la concederà! Qualunque cosa!

Ringraziare Dio

Mi ricordo di un giorno che ascoltavo una lectio divina e un sacerdote parlava della potenza della fede. Ad un certo punto parlava di un errore comune a molti cristiani, che è quello di chiedere molto a Dio ma non di non ringraziare mai. Se non ringraziamo Dio e chiediamo solo, non stiamo pregando, perché la preghiera nasce innanzitutto da un atteggiamento di profonda gratitudine, che ognuno di noi dovrebbe per colui che ha dato la sua vita per la nostra, e ci ha dato la vita come dono: in tutto questo per forza dovremmo essere grati!

Dio, che è Padre, sa che noi abbiamo bisogno di Lui. Ma se noi invece di ringraziare stiamo sempre a chiedere, è ovvio che il Signore non risponda sempre, perché altrimenti sarebbe un approfittarsi, diventeremmo degli speculatori, delle persone ripiegate su sé stesse. E Dio questo ce lo fa capire in mille e mille modi.

Aprire gli argini della preghiera

Un giorno ascoltavo una catechesi di Don Fabio Rosini, e faceva l’esempio di persone che pregano così: “Prego per mia madre, per mio figlio, il mio lavoro, per il mio matrimonio…” E disse: Ma quand’è che levi la parola “mio” dalla preghiera? Se nella tua preghiera c’è sempre la parola “mio” vuol dire che a te degli altri in realtà non importa!” Chi prega solo per le cose che lo riguardano non sta facendo una preghiera che piace al Signore. Non stiamo facendo qualcosa che nel nostro cuore illumina gli altri: stiamo pensando al nostro “orticello”, e chi fa così non è poi così cristiano.

Allora il Signore ci invita ad aprire le braccia, ad aprire gli argini, a pregare per tutti quelli che hanno bisogno delle nostre preghiere. Allora lì sarà comunità, famiglia, comunione, fede… Spero sia giunto il messaggio chiaro che il Signore ci chiede di materializzare la nostra fede attraverso qualcosa di tangibile, perché solo così potremmo davvero chiedere qualunque cosa e Lui ce la concederà.

Sia lodato Gesù Cristo.

Redazione

Paolo è il fondatore della Luce di Maria, è un laico, padre di famiglia e sposato in chiesa.
Tutte le sere alle ore 00:00 recita in diretta Facebook e Youtube de La Luce di Maria, il Santo Rosario che accompagna con delle riflessioni spontanee sulla Parola del Vangelo del giorno a venire.

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