Vangelo di martedì 8 giugno: riflessione di Paolo de La Luce di Maria – Video

Chiediamo al Signore il dono di riempirci di buona volontà, una volontà che può cambiare il nostro cuore e il cuore del mondo intero.

Riflessioni di Paolo de La Luce di Maria

La volontà è qualcosa che dobbiamo muovere, perché quando Gesù dice: “Padre, sia fatta la tua volontà”, vuol dire che la nostra volontà la dobbiamo correggere, perché il nostro istinto ci porta a diventare dei piccoli robottini, che fanno le cose per induzione.

La fede invece è qualcosa che arriva al cuore quando sei consapevole di essere fatto per l’eternità, che Gesù è andato a morire per te. La cosa che proprio mi tocca è quando Gesù dice: Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli“.

Secondo me questa parte è impressionante: Gesù ci dice una cosa elementare ma che non facciamo quasi mai. Ci dice di non mettere la candela sotto il moggio: è come se io avessi a casa tutte le lampadine per terra, e tutta casa buia. Invece le lampadine devono stare sul soffitto, in aria, perché devono illuminare. Quindi un fedele che non porta la luce di Dio è come uno che mette le lampadine in casa per terra: non si vede niente!

Gesù ci chiede di non essere mediocri

Siccome noi portiamo agli altri una luce che viene dall’alto non possiamo vivere una fede mediocre. Gesù ci chiede di non essere mediocri, perché non c’è peggior testimonianza di una testimonianza tiepida, che è poi quella che abbiamo vissuto un po’ tutti, che è quella che non ci entusiasma, che non ci smuove, che non ci emoziona.

Io mi sono emozionato, mi sono avvicinato al Signore vedendo persone che erano appassionate di Gesù, che trasmettevano un amore profondo, una abbandono totale, una luce, ma anche una sapienza che nasceva da parole tali, come ad esempio quelle di don Fabio Rosini, che io mi chiedevo: come fa a dire queste cose?

Gli trema la voce quando parla di Gesù, si emoziona quasi fino a piangere, arriva dentro l’anima e non va più via… Io vedevo questi sacerdoti e dicevo: mamma mia cosa è capace di fare il Signore!

Dio arriva al cuore

E questa è la luce, è il sale della terra, e quel sale mi ha arricchito, mi ha fatto nascere il gusto, e anche se non riesco a fare altrettanto, io il cuore ce lo metto, e io sono sicuro che quando ci metti il cuore, il cuore arriva dall’altra parte, entra in altri cuori. Io credo che si può parlare nel modo più bello, melodico, convincente del mondo, ma se non ci metti il cuore non arrivi all’altro cuore.

Puoi arrivare alla mente, ma la fede sta nel cuore, e arriva poi alla mente. Quindi se tu non smuovi le corde del cuore il Signore purtroppo non riesce ad emergere dal tuo. Noi viviamo una vita molto effimera, appariscente, materiale, una vita che ti deve conquistare con il lustro, le forme, il tatto. E questo è triste.

Oltre l’apparenza

Oggi mi è capitato di vedere una persona un po’ confusa che usa i social in maniera un po’ altalenante, dove mette foto di Dio e foto sue provocatorie. Sulle foto dove parla di Dio ci sono 5 “mi piace”, quando mette le sue foto provocatorie, 500. Io le ho detto: quei 500 “like” non sono 500 like buoni, quei 5 “like” alle cose del Signore sì, li devi conservare.

Il mondo è così: quando ti mostri per quella che tutti vogliono consumare, mangiare, diventi un oggetto, non sei più quello che c’è dentro di te. Invece quando metti un messaggio che parla del tuo cuore, stai dicendo chi sei dentro, ma in quella situazione interessi a pochi, perché pochi leggono quelli che è dentro di te, e molti guardano quello che è fuori di te.

La luce vera della fede

Noi siamo chiamati per questo a portare un po’ di luce, perché il mondo oggi è ottenebrato dalle famose luci artificiali, che ci ha indicato Gesù, e che purtroppo ci condizionano molto: andiamo sempre a cercare quelle, ma quello che raccogliamo è sempre un vuoto totale.

Una mia amica ieri mi ha detto: “Tutte le mie amiche sono separate”. Io le ho risposto: quante di queste tue amiche vivono un rapporto di fede vero in famiglia? E lei mi ha detto: “Nessuna”. Quando non c’è Dio in una coppia, quella coppia giusto per miracolo può rimanere unita, perché è davvero un miracolo che va la di sopra di quello che di quello che stiamo vivendo: la tragedia delle famiglie, perché oggi non c’è più davvero un matrimonio che regge.

Purtroppo non si rendono conto, non si vogliono rendere conto, per cui ritorniamo al discorso della volontà. Il Signore ci lascia liberi, ed è nella volontà che noi cadiamo. Chiediamo al Signore il dono di riempirci di buona volontà, che di certo è una volontà di sapienza e d’amore, una volontà che può cambiare il nostro cuore e il cuore del mondo intero.

Sia lodato Gesù Cristo.

Redazione

Paolo è il fondatore della Luce di Maria, è un laico, padre di famiglia e sposato in chiesa.
Tutte le sere alle ore 00:00 recita in diretta Facebook e Youtube de La Luce di Maria, il Santo Rosario che accompagna con delle riflessioni spontanee sulla Parola del Vangelo del giorno a venire.

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Vangelo di lunedì 7 giugno: riflessione di Paolo de La Luce di Maria – Video

Gesù ci dice che è con noi, in ogni nostra paura, quando siamo nella sofferenza: vivere di questa consapevolezza ci fa vivere in modo diverso

Riflessioni di Paolo de La Luce di Maria

Credo che Gesù ci parli in questo Vangelo di un’ottica presente, oltre che in prospettiva. Gesù ci parla infatti anche di questa vita che abbiamo davanti e nella quale ci dobbiamo impegnare. Ci sono due beatitudini particolari che sono rivolte al presente, mentre tutte le altre sono rivolte al futuro:

“Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio”…

Le beatitudini del “presente”

La prima beatitudine rivolta al presente è: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli”, è ora, è oggi, è adesso. Il Signore parla anche a questa vita, a questa esperienza terrena, non solo dell’ultraterreno.

L’umiltà è il seme sul quale si evidenzia la categoria del “povero in spirito”, perché è certo che si debba essere umili. Il povero in Spirito è colui che invoca sempre lo Spirito Santo perché se ne sente povero, e sentendosene povero invoca continuamente il Signore. Il Signore dice di lui beato perché il povero in Spirito sperimenta già su questa terra l’opera di Dio in questo tempo.

Infatti, quando si invoca lo Spirito Santo, lo Spirito Santo non tarda a scendere, e lo fa anche in questa vita. La seconda beatitudine al presente è: “Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli”.

La giustizia di Dio

Gesù parla di giustizia divina, di vera giustizia, non della giustizia terrena. In questa beatitudine Gesù dice: beati coloro che sono perseguitati per la giustizia, cioè per tutti coloro che vogliono la giustizia, che subiscono l’ingiustizia. E allora vediamo come in questa beatitudine, sapere che siamo parte terrena di questo regno dei Cieli, che siamo già con lui, e che lui è con noi in ogni momento delle nostre sofferenze, del nostro tormento, delle nostre paure, lui è lì, solo che non ce ne rendiamo conto.

Lo Spirito Santo, quando lo invochiamo lui scende, quando soffriamo lui c’è. Un giorno la giustizia sboccerà come un fiore, proprio perché Dio è giusto, Dio è la giustizia stessa. Oggi sono stato al funerale di una persona con la quale giocavo a pallone che, poverino, da un giorno all’altro è andato via. Ha avuto un infarto dopo una partita, poi dopo l’operazione sembrava andasse tutto bene: è tornato a casa, è stato tre giorni ed è morto.

L’amore vince la morte

Il sacerdote al suo funerale a ha detto delle parole bellissime. Ha chiesto: Che cose è l’amore e cosa significa “amore”? Ci ha detto che l’amore deriva dalla parola “a-mors”, cioè “senza morte”. Vuol dire che l‘amore batte la morte e ci apre la porta della vita eterna. E questo sacerdote ha anche chiesto: “Che cos’è la vita eterna? La vita eterna è Gesù, e noi entreremo in lui, perché lui è la via, la verità e la vita”.

Oggi Gesù ci dice che è con noi, in noi, in ogni nostra paura, quando siamo nella sofferenza: vivere di questa consapevolezza ci allieta, ci riempie e ci fa vivere il peso che portiamo sulle spalle in modo diverso, diventa una sofferenza offerta.

Offriamo le nostre sofferenze per Dio, per la gloria del Signore, per la conversione dei peccatori, per chi ci ha fatto male. Chiediamo al Signore la forza di testimoniare la fede attraverso le opere e non attraverso le parole, ma attraverso i gesti concreti e attraverso la preghiera, perché senza la preghiera un uomo perde il contatto con Dio. Dobbiamo avere la consapevolezza di essere dei privilegiati, perché Gesù l’ha detto: “dove sono due o più riuniti nel mio nome io sono lì con loro”. Quindi oggi Gesù è qui con noi, nelle nostre case, grazie a questa comunione di preghiera.

Sia lodato Gesù Cristo.

Redazione

Paolo è il fondatore della Luce di Maria, è un laico, padre di famiglia e sposato in chiesa.
Tutte le sere alle ore 00:00 recita in diretta Facebook e Youtube de La Luce di Maria, il Santo Rosario che accompagna con delle riflessioni spontanee sulla Parola del Vangelo del giorno a venire.

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