Il suicidio di Seid Visin: quelle parole “di troppo” in un tragico fatto di cronaca

Un drammatico caso di disagio giovanile a sfondo etnico che viene strumentalizzato a scopo politico.

Non si placano le discussioni, a seguito della tracica morte di Seid Visin, il giovane calciatore, toltosi la vita lo scorso weekend.

Una lettera fraintesa

I genitori adottivi del ragazzo erano stati molto chiari e avevano dignitosamente chiesto di essere rispettati nel loro dolore. Eppure, una parte della stampa e una parte del Parlamento avevano insistito sul bullismo a sfondo razzista, come vera causa dell’estremo resto.

Mio figlio non si è suicidato per problemi di razzismo”, aveva dichiarato il padre Walter Visin, indicando come “sciacallaggi e speculazioni”, le voci girate in questi giorni.

Ovunque vada sento sulle spalle come un macigno il peso degli sguardi prevenuti, schifati, impauriti”, aveva scritto Seid in una lettera di due anni fa. La parola razzismo, però, non appariva. E comunque, secondo i genitori quello sfogo non va messo in relazione al suicidio.

Saviano e Lucarelli mai così distanti

Non poteva mancare, tra i commenti al drammatico fatto di cronaca, quello di Roberto Saviano. L’opinionista e scrittore non ha perso l’occasione per lanciarsi nell’ennesima invettiva a sfondo politico. “Seid si è suicidato perché vittima di razzismo – aveva twittato senza mezzi termini Saviano –. Salvini e Meloni un giorno farete i conti con la vostra coscienza, perché la sadica esaltazione del dolore inflitto ai più fragili prima o poi si paga”.

Affermazioni, quelle di Saviano, molto distanti da quelle di un’altra vestale del politicamente corretto, come Selvaggia Lucarelli. “Il caso del suicidio di Seid Visin – scrive la Lucarelli sui suoi profili social – dimostra in maniera inequivocabile una cosa che dico da tempo: la comunicazione della sinistra, con strumentalizzazioni retoriche e disinformate, con post lacrimosi o accusatori tutti uguali fatti con lo stampino di melassa, è speculare a quella della destra”.

Secondo la giornalista e blogger, “i suicidi sono questioni enormi, talvolta impenetrabili, meritano conoscenza e rispetto”. Inoltre, quella lettera di Seid era di “troppi” anni fa, per lasciar pensare una “relazione causa-effetto” con il suicidio. La Lucarelli, infine, difende i genitori per aver detto “basta” alle speculazioni. “Le semplificazioni per fare propaganda e like, mi fanno orrore quanto il razzismo”, conclude.

L’ombra lunga della politica su una tragedia privata

Tra i politici di centrosinistra che hanno commentato la vicenda, c’è Enrico Letta. “Perdonaci, se puoi”, ha postato su Facebook, il segretario del PD. Ancor più duro, il leader di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni: “Quando un ragazzo si toglie la vita, le battute imbecilli, i post cinici dei politici sui turisti dei gommoni e sul colore della pelle dimostrano tutta lo loro meschinità. Siate maledetti!”.

Di tutt’altra natura, com’era prevedibile, il commento del leader della Lega, Matteo Salvini: “Una preghiera per te, ragazzo, e un forte abbraccio alla tua famiglia. Gli Italiani sono da sempre generosi, laboriosi, accoglienti e solidali. Chi ancora distingue o disprezza un essere umano in base al colore della pelle, è un cretino. Punto. Chi porta rispetto, merita rispetto. Anche Salvini mette in luce, la puntualizzazione dei genitori di Seid sulle ragioni estranee al razzismo riguardo al suicidio del ragazzo.

Non è necessario schierarsi politicamente, per ribadire che quando accadono tragedie come quella capitata sabato scorso a Nocera Inferiore, le parole di cordoglio, da qualunque sponda provengono, dovrebbero essere poche e caute. A maggior ragione, se a pronunciarle sono uomini delle istituzioni. Quando di un defunto si dice: “Riposi in pace”, si intende anche la non aggiunta di ulteriore dolore in chi lo piange. Né più, né meno come è avvenuto per i genitori di Seid.

Luca Marcolivio

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