Giovane mamma di tre figli perde la vita in modo eroico

Il drammatico fatto ha per protagonista, una giovane donna che ha compiuto un gesto estremo d’amore verso sua figlia. L’investitore ha solo 17 anni. La donna, invece, 40 anni, è rimasta incastrata sotto la minicar guidata dal giovane che, probabilmente, ha perso il controllo del mezzo e l’ha investita. Investita da una minicar Morire sotto … Leggi tutto

Vangelo di mercoledì 16 giugno: riflessione di Paolo de La Luce di Maria – Video

La nostra coscienza è la zona segreta della dove Dio ci parla, anche se a volte, questa coscienza, ci mette davanti a delle scelte scomode

Riflessioni di Paolo de La Luce di Maria

Credo che Gesù in questo Vangelo ci parla dell’ipocrisia, e lui la condanna apertamente, la vede come un male che si veste da bene, e questa è l’arte più sublime del maligno: Gesù nel Vangelo parla anche di lupi travestiti da agnelli, quindi del male che si traveste da bene e agisce.

Ma ciò che mi ha colpito in modo particolare è che Gesù ci dice una cosa che a volte ci sfugge un po’. Ci chiama cioè a un rapporto autentico con Dio, dicendoci: “Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà”. In quella zona segreta c’è la nostra coscienza. Quella zona segreta è il punto dove Dio ci parla, anche se a volte questa coscienza ci dà fastidio, ci pesa, ci mette davanti a delle scelte che ci fanno stare scomodi.

La stanza segreta della coscienza

La coscienza ci mette davanti all’atto di rinnegarci. A volte per quella coscienza devi desistere da una tentazione molto forte, devi desistere dalla tentazione di tradire tua moglie, i tuoi ideali, la tua parola… Quindi Gesù ci dice “chiuditi nella tua stanza”: quella stanza è simbolica, è un buon esempio reale ma è anche simbolica. Quella stanza è l’angolo dove siamo soli con Dio, e lì non ci possono essere condizionamenti di nessun tipo.

Non ci possono essere “si, ma, se, quando…”. Il linguaggio che ci chiede Dio è “sì” al sì e “no” al no. È dura parlare così, ma il Signore ti dice “sii fedele”. Allora uno potrebbe dire: ma mia moglie mi trascura, non mi capisce, non mi fa più i complimenti… E Dio direbbe “Sii fedele. Le hai promesso fedeltà, sii fedele”. Il maligno invece ti dice che lo fanno tutti, che oggi tradire non è più una cosa così grave, che se questi sono gli schemi del mondo ci dobbiamo adattare… Sempre “se”, “ma”…

Il bene è soffrire nel silenzio

Invece Gesù ci dà un’istruzione chiara: quand’è che tu puoi allontanarlo il maligno? Quando non sei più schiavo di tutte le sue lusinghe, ma anche dal vittimismo. Gesù ci dice che quando facciamo digiuno non lo dobbiamo far vedere. Alcuni invece si lamentano sempre: “Mah, sto tanto male…”, oppure “Ce l’hanno tutti con me, nessuno mi capisce”… Una frase che ho sentito miliardi di volte. in questo caso, anche se ce l’avessero davvero tutti con te, si tratterebbe di uno spirito di vittimismo che ti porta a piangere e a cercare il compiacimento e la compassione degli altri. Non è il bene. Il bene è soffrire nel silenzio.

Il male invece a volte è furbo su questo punto, ci fa ostentare la sofferenza, ce la fa vendere al miglior offerente, per farci sentire compatiti. Questo non è il bene. tutto questo è per dire com’è astuto il male, che si nasconde nelle zone più sottili del nostro carattere, nelle nostre debolezze, nelle nostre mancanze, nei nostri desideri, nelle nostre passioni.

Liberi di seguire gli insegnamenti di Gesù

Per capire come si muove il male veramente bisogna seguire l’arte degli insegnamenti di Cristo. Io tante volte cado nelle tentazioni del male; grazie a Dio non nelle tentazioni mortali, ma cado. E quando è che si cade? Quando non si dice una verità scomoda, quando diciamo qualcosa per quieto vivere, come si usa dire, mentre invece andrebbe detta una bella e sonora verità, o anche quando si fa buon viso a cattivo gioco.

A volte ci facciamo anche dei preconcetti che sono molto simili alla mentalità che Gesù sta criticando qui nel Vangelo. Dobbiamo avere il coraggio di dire: “Sì, sono cristiano”, ed essendo cristiano voglio avere uno spirito libero, ma non libero di fare quello che mi pare, libero di seguire gli insegnamenti di Cristo anche davanti ad una figuraccia, anche davanti ad un mancato profitto, allora lì Gesù manifesterà la sua potenza e il suo intervento.

Rinunciare all’opportunismo

Per quanto riguarda il digiuno, il digiuno è anche una piccola offerta, non è solo un digiuno alimentare. Può essere eliminare o ridurre il vizio delle sigarette, oppure si è dipendenti dai social? Si riduce il loro utilizzo. Il digiuno è un’offerta, proprio perché ci si mette nella condizione di rinunciare a qualche cosa.

Il nostro cammino è quello di non seguire la strada dell’ipocrisia, della vanagloria, delle apparenze, della vanità, della vanagloria, di tutto ciò che è effimero e che non è bene. Chiediamo al Signore il dono di avere la consapevolezza e la forza di scegliere il bene a prescindere da ogni vantaggio, convenienza e da ogni forma di opportunismo, che purtroppo è insito in ognuno di noi.

Sia lodato Gesù Cristo.

Redazione

Paolo è il fondatore della Luce di Maria, è un laico, padre di famiglia e sposato in chiesa.
Tutte le sere alle ore 00:00 recita in diretta Facebook e Youtube de La Luce di Maria, il Santo Rosario che accompagna con delle riflessioni spontanee sulla Parola del Vangelo del giorno a venire.

Padre Pio come oggi, veniva proclamato Santo: un video che commuove!

Una calda giornata di inizio estate e Piazza San Pietro gremita di fedeli in ogni ordine di posto. La gioia incontenibile per un evento che rimarrà nella storia. 

Era il 16 giugno del 2002 quando Padre Pio da Pietrelcina veniva ufficialmente proclamato Santo. E a farlo fu proprio Papa Giovanni Paolo II. Una celebrazione che ha visto più di 300mila fedeli partecipare, da ogni parte del mondo, per uno dei Santi più amati e pregati della storia della Chiesa.

Il Santo del popolo

Padre Pio da Pietrelcina stava per esser proclamato Santo. Era il 16 giugno del 2002. Tantissimi fedeli presenti in piazza San Pietro e tanti altri ancora collegati attraverso la tv e la radio per un evento ed un momento di preghiera che, potremmo definire, di portata mondiale.

Il frate di San Giovanni Rotondo diventava Santo: il miracolo era stato riconosciuto dalla Chiesa. 40 gradi in piazza, ma la gente continuava ad arrivare, sin dalle primissime ore del mattino. Canti, preghiere, quel “Viva Padre Pio” che si sentiva nell’aria.

Giovanni Paolo II proclama Santo Padre Pio

Papa Giovanni Paolo II era lì, anche contro la fatica, ma doveva esser lui a proclamare Santo quel Frate che lui stesso da giovane aveva incontrato: “Con l’autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e Nostra, dopo aver lungamente riflettuto, invocato più volte l’aiuto divino e ascoltato il parere di molti nostri fratelli nell’Episcopato, dichiariamo e definiamo Santo il Beato Pio da Pietrelcina” – pronunciò con forza.

padre pio
photo web source

Alla parola Santo e al togliere il velo dall’immagine di Padre Pio, applausi e un boato si alzò dalla Piazza: una piena e completa lode a Dio per il dono di quel frate, così umile e semplice, ma che aveva toccato il cuore, davvero, di tutti.

Padre Pio e l’incontro con Giovanni Paolo II

Anch’io ho avuto il privilegio, nei primi anni giovanili, di approfittare di questa sua disponibilità di penitenza” – disse, nella sua omelia, Papa Giovanni Paolo II, ricordando quell’incontro, avvenuto nel 1948 e che tanto gli aveva toccato il cuore.

Riviviamo anche noi il momento della proclamazione a Santo di Padre Pio attraverso questo video particolare e speciale.

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ROSALIA GIGLIANO

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Vangelo di martedì 15 giugno: riflessione di Paolo de La Luce di Maria – Video

Chi aiuta a sostenerci? Colui che è Dio in mezzo a noi, non colui che è un pensiero, colui che si fa in mezzo a noi

Riflessioni di Paolo de La Luce di Maria

Ci sono delle cose che Dio non tanto vuole, ma che sono necessarie. E la prova certa è che se il Figlio ha dovuto subire quello che ha subito, vuol dire che era necessario. Vorrei dire una cosa: io non so quanti di coloro che fanno questa preghiera mi conoscono di persona, molti di voi mi conoscono nello spirito, perché io prego tutti i giorni con voi, e questa penso possa essere la dimostrazione che Dio fa dei prodigi quando c’è la fede di mezzo.

Se io dicessi adesso: quanti di voi si fiderebbero a darmi le vostre chiavi di casa? Io non lo dico per superbia, ma sono sicuro che una gran parte di voi me le darebbe, sapendo che io non farei mai un’azione di male nei vostri confronti, perché c’è tra di noi un rapporto con il Signore, e quella è la nostra garanzia.

La fiducia è la testimonianza che Dio compie prodigi

Il Signore ci chiama a queste conquiste, e non serve il contatto, non serve essere fratelli di sangue, ma serve il Signore nel cuore. Fidarsi senza essersi mai visti è la testimonianza visibile che Dio compie prodigi anche nelle cose apparentemente scontate. Il Signore è il Signore delle risposte, è il Signore della fiducia, è il Signore della verità, del bene.

Per questo quando Dio ci dice qualcosa, anche quando sembra illogica, impossibile, irrazionale, dietro c’è un disegno. Quando noi capiremo che, dietro quelle cose che lui ci chiede, apparentemente impossibili, c’è un disegno di grazia che punta all’eternità, noi avremo la capacità di amare i nemici, ma serve di avere Gesù nel nostro cuore, altrimenti non ce la potremo mai fare.

Senza il Signore il dolore diventa patimento

Dico questa cosa per far meglio capire: nella vita io ho avuto delle persone che mi hanno fatto del male davvero, un male gratuito, e non parlo di persone lontane da me, ma persone della mia famiglia. Un male vero, brutto, triste, con la cattiveria, l’invidia, la gelosia. Cose che non sono belle da raccontare vissute su di me.

Al punto che, quando non avevo il Signore, pativo talmente tanto per il dolore che questa persona in particolare mi arrecava, che mi faceva male lo stomaco, era come se mi si contorcessero i nervi, e non riuscivo nemmeno a guardarla questa persona da quanto era cattiva con me.

La conversione fa vedere tutto con occhi nuovi

Poi, dopo la conversione, mi sono reso conto che quella persona non era cattiva con me, ma era cattiva con sé stessa, e automaticamente scaricava tutta la sua cattiveria sulle persone che gli stavano più vicino, e io ero una di quelle persone che gli erano più vicino.

Quando sono riuscito ad amare questa persona? Quando ho capito che non era lui che mi faceva del male, ma era il male in lui. Lo vedevo come una persona talmente ingannata, talmente accalappiata dal male, che provavo quasi tenerezza per quel lato suo quasi invisibile che era schiavo del maligno.

Voler bene a chi mi ha fatto male non è facile però vale davanti a Dio

E allora piano piano ho iniziato a pregare per quella persona, quella persona ha avuto un cambiamento, nei miei confronti ha cambiato l’atteggiamento, anche se ha conservato dei punti di vista personali non reali, come a dover giustificare un po’ del suo passato, sennò si sarebbe sentito troppo scomodo con me; ma nella realtà è una delle persone per cui ho pregato di più, per cui continuo a pregare di più, e quando lo vedo provo una grande tenerezza.

Non sarà amore, sarà tenerezza, però non provo rabbia. Io oggi ho perso questa rabbia che mi faceva far star male allo stomaco da quanto pativo questa persona, e oggi non mi fa più male lo stomaco. Oggi quando lo vedo mi fa solo tenerezza, perché lo vedo ancora talmente “incastrato”, e prego talmente tanto per lui e per la sua situazione che sono sicuro che il Signore valorizzerà proprio il fatto che io lo faccio contro ogni “gradevolezza”. Ad esempio, voler bene a chi mi fa del bene è facile; voler bene a chi mi ha fatto male non è facile… però vale, davanti a Dio, vale.

Come non era facile andare in Croce per Gesù, ma ci è andato. Nel disegno di Dio ci sono delle cose che vanno al di sopra di quello che possiamo comprendere, e fino a che metteremo Dio nella nostra ragione, noi non lo capiremo mai. Tu prova ad immaginare questo: quale padre darebbe il proprio figlio per gente come noi? Nessuno. È illogico, è irrazionale. È sconveniente, eppure lui lo ha fatto.

La relazione con Dio

Quindi se vogliamo capire Dio non dobbiamo entrare semplicemente nella logica. Poi lui guida anche il nostro intelletto, perché lui ha questa capacità. Non tutto però si può conoscere con lo studio o con la conoscenza. Perché quando il Signore ti inizia a parlare, ti riempi talmente tanto di lui che lo riesci a capire e lo spieghi agli altri con una capacità di comprensione più alta. Non perché hai la Bibbia venti volte, né perché leggi il Vangelo tutti i giorni: no. Semplicemente perché Dio ha alzato il livello della relazione perché tu gli hai dato una parte di te importante.

Questo ci chiede Gesù: a volte invece noi ci dosiamo con lui e lo facciamo diventare il Dio del bisogno, diventiamo cristiani ipocriti: dirlo ci può aiutare a sentirci più retti, ma poi occorre non volerlo essere, e poi seguirlo, perché abbiamo capito che lui c’è, che opera meraviglie, che lui nel nostro malessere sta costruendo qualcosa di più grande.

Seguire Gesù “non è facile”

E allora ci aiuta ad accettare un po’ di più quelle cose che ci fanno male. Non è facile. Ma io poi dico sempre a chi mi dice queste parole: era facile per Gesù andare in Croce? Era facile per Dio scegliere quella strada? Era facile per Maria sopportare quel tormento? Seguire Cristo non è facile. Se uno pensa di seguire Cristo al discount, non funziona. Se pensiamo di incontrare Cristo in saldo, mordi e fuggi, non funziona. Se incontri Cristo devi essere pronto a farti cambiare. A farlo entrare dentro di te.

Allora lui trasformerà te e tutte quelle persone che ti sono attorno, perché gli altri vedranno in te un pezzettino di lui, e quando noi portiamo agli altri la sua luce di illumina automaticamente tutto quello che è attorno. Questo lo dico perché io ho veramente incontrato persone che hanno dato la loro vita a Gesù, e come mi avvicinavo vedevo la luce di Gesù vicino a me.

Io ho visto persone che si sono donate pienamente a lui. Io conosco persone che sono da 15 anni in castità per amore di Dio, belle ragazze! Donne di 35 anni in castità da 15 anni per la fede nel Signore, senza essere consacrate, che dicono: “O lo farò con l’uomo che mi donerà il Signore, o resto casta per lui”. Quando incontri queste persone e ci parli tu rendi conto che non puoi comprendere. E questa ragazza quando lo racconta dice: “Io non faccio nessuno sforzo”. Chi la aiuta a sostenere questa scelta? Colui che è Dio in mezzo a noi, non colui che è un pensiero, colui che è in mezzo a noi, garante di quelle chiavi di casa che voi mi dareste di cui abbiamo parlato prima, perché lui è in mezzo a noi.

Sia lodato Gesù Cristo.

Redazione

Paolo è il fondatore della Luce di Maria, è un laico, padre di famiglia e sposato in chiesa.
Tutte le sere alle ore 00:00 recita in diretta Facebook e Youtube de La Luce di Maria, il Santo Rosario che accompagna con delle riflessioni spontanee sulla Parola del Vangelo del giorno a venire.

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