Il Papa lascia tutto e va a sorpresa dall’ambasciatore russo per chiedere la fine della guerra

Una decisione a sorpresa presa da Papa Francesco che ha annullato tutti i suoi impegni, per incontrare l’ambasciatore russo Alexander Avdeev, e chiedere la fine dei bombardamenti.  L’intento del Papa, molto preoccupato per ciò che sta accadendo, è certamente ciò che tutti noi auspichiamo. Il Papa dopo aver disdetto tutti i suoi impegni odierni, incontra l’ambasciatore russo … Leggi tutto

Il Pensiero di Padre Pio di Pietrelcina per oggi 25 Febbraio 2022 – Video

Scopriamo cosa vuole dirci il santo di oggi, attraverso un suo insegnamento sempre attuale e utile per il nostro cammino quotidiano: “Perché il male nel mondo? Sta bene a sentire… ” è il pensiero dei santi di oggi.

O Padre Pio, puro di cuore, hai vissuto pienamente nell’amore di Dio. Insegna anche a noi l’umiltà, l’obbedienza e la generosità.

Pensiero Padre Pio di Pietrelcina
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Oggi vi proponiamo una perla tratta dai tanti pensieri scritti da San Pio da Pietrelcina.

Perché il male nel mondo? Sta bene a sentire… C’è una mamma che sta ricamando. Il suo figliuolo, seduto su uno sgabelletto basso, vede il lavoro di lei; ma alla rovescia. Vede i nodi del ricamo, i fili confusi… E dice: “Mamma si può sapere che fai?

È così poco chiaro il tuo lavoro?”! Allora la mamma abbassa il telaio, e mostra la parte buona del lavoro. Ogni colore è al suo posto e la varietà dei fili si compone nell’armonia del disegno. Ecco, noi vediamo il rovescio del ricamo. Siamo seduti sullo sgabello basso”.

Pensiero dei Santi: chi è Padre Pio?

Padre Pio si chiamava, in realtà, Francesco Forgione (1887-1968, Pietrelcina) ed apparteneva ai Frati Minori Cappuccini. Per motivi di studio e di salute, si mosse in diversi Conventi, prima di approdare, già sacerdote, a San Giovanni Rotondo sul Gargano. Qui passò il resto della sua vita.

La sua fama di santità si estese moltissimo, specialmente dal momento in cui si seppe che Padre Pio riviveva la Passione di Cristo sul suo corpo. Per ben 50 anni, infatti, fu piagato dalle stesse ferite, inferte a Gesù, durante il cammino lungo il Calvario e la crocifissione. La prima volta che Padre Pio parlò delle sue stimmate al direttore spirituale, era l’8 Settembre del 1911 e mai più lo abbandonarono, fino alla morte.

Il Santo Uffizio non prese affatto bene il motivo della sua “notorietà”, tanto che, dopo molti esami, gli impedì addirittura di celebrare la Messa in pubblico o di ricevere i fedeli, privandolo dello scopo principale della sua esistenza. Successivamente, fu riabilitato, ma, dopo la morte, la causa di canonizzazione fu stoppata molte volte.

Padre Pio: il Santo che predisse l’elezione di Papa Giovanni Paolo II

Il rapporto tra Padre Pio e Papa Giovanni Paolo II era di lunga data, anche se per lo più epistolare, risalente al momento in cui, da sacerdote, don Wojtyla andò ad incontrarlo al Convento. Il Santo gli disse “Tu sarai Papa!”. Eletto poi Papa nel 1978, fu proprio Papa Giovanni Paolo II a cercare di sbloccare la sua causa di canonizzazione.

Si recò a San Giovanni Rotondo e si inginocchiò sulla sua tomba: era la prima volta che un Pontefice rendeva omaggio ad un uomo non ancora Santo! Le foto immortalate disintegrarono ogni cavillo burocratico. Nel 1999, Papa Giovanni Paolo II rese Padre Pio Beato; nel 2002 Santo.

Oggi 25 febbraio, San Cesario: da medico di corte a convertito a Cristo

E’ uno dei pochi Santi Medici della Chiesa, vissuto al servizio di numerosi imperatori romani. Originario di una famiglia cristiana, quando era alla corte di Giuliano l’Apostata, lo stesso imperatore cerca di “ricondurlo” al paganesimo, ma senza successo. Una crisi spirituale profonda lo porta a chiedere il Battesimo nell’ultimo tratto della sua vita, dato che … Leggi tutto

Ucraina: Francesco sulle orme di Giovanni Paolo II | È l’unico che può portare la pace

C’è una speranza che si sta facendo strada in questo momento drammatico e che vede al centro il Papa: Bergoglio potrebbe rivestire il ruolo che Wojtyla ebbe durante l’ultima grande tensione mondiale? La risposta in un’importante intervista all’ambasciatore esperto di relazioni internazionali. In giornata la Santa Sede ha diffuso le parole del Segretario di Stato, … Leggi tutto

Giubileo 2025: Vaticano apre concorso per la creazione del Logo | Ecco come partecipare

L’attesa del prossimo Giubileo si fa sentire. L’organizzazione è già partita e il Santo Padre sta iniziando a programmare attività ed incontri. C’è  un dettaglio che sta attirando particolare interesse per questo anno di grazia. Per questo motivo, siccome ognuno di noi vivrà questo Anno Santo, è bene che il suo simbolo sia quanto più unitario possibile. … Leggi tutto

Perché la Chiesa non metterà mai la prima pietra dell’eutanasia

Una voce chiara e ferma in mezzo all’estrema confusione che dilaga, anche nella Chiesa, sull’eutanasia e il suicidio assistito, uno dei temi caldi del dibattito politico italiano. Ma la questione supera i confini nazionali. Dalla Francia arriva una chiara presa di posizione contro certe strategie cervellotiche e mollicce. Jean-Marie Le Méné è il presidente della Fondazione … Leggi tutto

Il Pensiero di Sant’Antonio per oggi 24 Febbraio 2022 – Video

Scopriamo cosa vuole dirci il santo di oggi, attraverso un suo insegnamento sempre attuale e utile per il nostro cammino quotidiano: “Della morte di un nemico non dobbiamo godere, ma dolerci e piangere.

O sapiente sant’Antonio, che con la tua dottrina sei stato luce per la santa Chiesa e per il mondo, illumina l’anima mia aprendola alla divina verità.

Pensiero Santi - Sant'Antonio di PadovaLe frasi ed il pensiero dei santi sono insegnamenti senza tempo. Piccole riflessioni sempre attuali, un valido sostegno per il nostro cammino, ascoltiamoli.

Della morte di un nemico non dobbiamo godere, ma dolerci e piangere. Così ha fatto Gesù sulla croce, quando piangeva sulla umanità uccisa dal peccato: “Figlio mio, potessi io morire per te! Giovasse a te la mia morte!”. Quasi volendo dire che nessuno vuol concedere a Cristo di morire per lui. Infatti, grande dono reputa il Signore, che il peccatore gli permetta di morire per lui”.

Pensiero dei Santi: chi è Sant’Antonio di Padova?

Antonio (1195-1231, Lisbona) era nato col nome di Fernando e fu, nella sua epoca, uno dei più colti ecclesiastici d’Europa. Nella Pentecoste del 1221, la sua vita di sacerdote e Agostiniano cambiò radicalmente, poiché incontrò Francesco d’Assisi e aderì al suo progetto.

Non si sarebbe mai fatto avanti come oratore e non si sarebbero mai scoperte le sue doti di gran predicatore se, trovandosi a Forlì durante un’ordinazione sacerdotale, non fosse stato “obbligato a predicare”, per sostituire il celebrante che non arrivava.

A Bologna, con l’approvazione di Francesco, fondò una scuola di teologia, ma viaggiava instancabilmente, tra Francia e Italia soprattutto, per raggiungere i covi degli eretici, degli albigesi, dei catari, predicando la Parola di Dio. Lavorò incessantemente perché trionfasse la Verità, perché gli uomini abbandonassero ricchezze, vizi e peccato e tornassero a Dio.

Aveva solo 36 anni quando morì a causa dell’asma, mentre il popolo lo acclamava Santo. Caso unico nella storia, la sua canonizzazione a soli 11 mesi dalla sua morte.

Sant’Antonio difendeva l’Assunzione di Maria

Sant’Antonio è Patrono dei poveri e degli affamati, di coloro che aveva cercato di proteggere, anche chiedendo che venissero modificate alcune leggi. Propose ed ottenne, infatti, una riforma dello Statuto, in merito alle punizioni dei debitori insolventi, che, dopo aver dato tutti i loro beni, non dovranno perlomeno finire in carcere.

Ma era anche un forte sostenitore dell’Assunzione della Vergine al cielo. Alla Madonna (lui che era nato, guarda caso, il 15 Agosto), dedicò degli scritti, uno dei suoi Sermoni. Diceva: “Il Signore, scendendo sulla terra, ha avuto bisogno di un luogo pulito dove appoggiare i piedi, la Vergine Maria gliel’ha offerto. Per questo Maria è salita con il Signore, che non dimentica quanto ha fatto per Lui. L’ha glorificata al di sopra degli angeli perché si è resa piccola, umile e accogliente”.

Nel 1228, Antonio tenne le prediche della Quaresima, per incarico di Papa Gregorio IX, che lo definì “Arca del Testamento”. Quel giorno, i fedeli provenivano da diversi luoghi e ognuno lo sentì predicare nella propria lingua.

Va a Medjugorje ed ecco cosa accade: “Mi sono preso uno schiaffone da Maria”

La testimonianza di un uomo, arrivato a Medjugorje senza un motivo apparente. “Ero molto scettico”, sono le parole con cui inizia il suo racconto di vita, completamente stravolta da quel luogo benedetto.

La fede che va oltre i dubbi, le domande e le incertezze. Antonello decide di raccontare come la Madonna e Medjugorje hanno cambiato la sua vita.

Antonello De Giorgio
Antonello De Giorgio – photo web source

Medjugorje ti cambia la vita

La storia che stiamo per raccontarvi è quella di Antonello, un uomo che a Medjugorje ha sentito che qualcosa dentro di sé era cambiato. Sì, c’era stato già in questo luogo mariano, ma non con la stessa consapevolezza. Una testimonianza che prende e va ascoltata tutta d’un fiato.

Io ho iniziato ad andare a Medjugorje nel 1987 per caso, non so per quale motivo mi trovavo su quel pullman. Ma se dovessi mettere insieme gli eventi successi e le coincidenze, forse una risposta ora me la posso anche dare. Ero molto scettico” – con queste parole, Antonello inizia a raccontare il perché del suo andare a Medjugorje.

Una prima volta a Medjugorje, dove tutti consegnavano alla Madonna un qualcosa per se o per una preghiera ad un ammalato che portavano nel cuore, lui consegna altro. “Mi avevano chiesto, perché ce ne era la possibilità, di mettere nella stanzetta di Vicka (dove lei aveva quotidianamente l’apparizione con la Vergine) un qualcosa di un ammalato, da deporre ai piedi della statua di Maria. Io in quel momento, consegnai una busta con una schedina del Totocalcio. Questo è il modo con cui affrontai Medjugorje la prima volta” – racconta.

Lo schiaffo morale ricevuto da Maria

Una differenza abissale fra la prima e l’ultima volta in quella terra mariana: “Allora io mi sono preso, moralmente, uno schiaffone da Maria che porto ancora le cinque dita sul volto. Oggi, invece, mi sento ancora in cammino. Oggi ho ripreso, dopo i 19 anni, e mi sono dato anche una spiegazione. Ero a Medjugorje quel 26 giugno del 1991 quando nell’allora Jugoslavia scoppiò la guerra. Io ero lì con mia moglie con mia figlia […] Attraversammo tutta la Jugoslavia, che era in stato d’assedio, per rientrare in Italia, e da allora, io a Medjugorje non ci sono più tornato” – spiega Antonello.

Un momento di paura che poteva aver segnato il suo allontanamento da Maria. Ma forse non era così: “A Medjugorje si va per chiamata […] ma il rumore del mondo non permette, a volte, di ascoltare il Signore, che urla […] e probabilmente, io per 19 anni, questa chiamata non l’ho più ascoltata”.

C’è qualcosa, però, che ha segnato, in modo ancora più duro, la vita di quest’uomo: “Mi arrivò una telefonata in ufficio. Un medico mi disse […] che mi avevano diagnosticato un tumore maligno. Questa situazione l’ho presa sorridendo”.

La malattia e la paura di non farcela

Antonello così racconta quel periodo: “Quello che ho notato in questa situazione era la calma. Non mi ero agitato più di tanto, anche se quella sera, tornando a casa, avevo un pensiero più forte degli altri: “Antonello probabilmente ti devi preparare nel modo meno indegno possibile”. Però ho deciso anche che non avrei cambiato la mia vita”.

Il tumore, la morte: sono questi i pensieri che aleggiano nella mente di chi riceve queste notizie così tragiche. Come ha scritto nel suo libro, Antonello in qualche momento si è sentito come “un morto che cammina”, ma era una lotta che era solo all’inizio: “[…] Erano gli occhi degli altri che mi facevano sentire in questo modo”.

Ma dall’angolo più remoto del suo cuore, ecco riemergere qualcosa che c’era, ma che lui non pensava esser così forte: la fede. “La fede è un bellissimo dono […] un dono che io apro in continuazione e nel quale continuo a trovare dentro qualcosa di nuovo” – spiega con gioia.

Antonello: “Negli occhi degli ammalati ho visto Gesù”

Dopo l’operazione e i mesi di chemioterapia: “[…] Con la chemio si sta male, era un momento che io mi chiudevo nella mia camera. In questa camera pregavo, avevo aumentato il dialogo con Dio […] quando tu partecipi alla sofferenza di Cristo con la preghiera, perché stai pregando durante la sofferenza, Lui ti premia ed ho provato nelle sensazioni nel mio cuore che non racconterò mai” – confida – “Negli occhi degli ammalati, spesso velati dalle lacrime, ho incontrato Gesù Cristo. Ho visto la sofferenza e la speranza. Io ho avuto la fortuna di ritornare nel mondo ed è in quel momento che ho deciso che non dovevo star zitto ma che dovevo raccontare”.

Da lì, da quella camera dove pregava, che nascono i pensieri e il libro dove è raccontata la sua storia: “Il libro l’ho scritto durante il periodo della chemioterapia, quando ero chiuso nella mia camera, nel silenzio. La malattia ha questo pregio enorme: ti ferma e ti fa pensare”.

Chi vuole può ascoltare la sua testimonianza direttamente dalla sua voce, in questo video.

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