Super Green pass: cortocircuito tra Vescovi e CEI | E a pagare le conseguenze sono i più fragili

Alcuni vescovi hanno deciso di loro iniziativa di spingersi oltre a quanto loro richiesto, escludendo così i fedeli dai Sacramenti. Nonostante la CEI non abbia emanato alcuna disposizione sull’obbligo di Green pass per i fedeli, e nemmeno lo Stato italiano.

Sono sempre di più i casi analoghi e di conseguenza crescono anche i fedeli scontenti rispetto alle iniziative che emergono all’improvviso.

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La Cei non ha imposto il Green pass per celebrazioni, né per attività parrocchiali, né tantomeno per altri contesti come, ad esempio, la possibilità per i fedeli di ricevere i Sacramenti. Ma sono sempre più i vescovi che agiscono di propria iniziativa.

Le decisioni dei vescovi che fanno discutere

Ad esempio a Bergamo il Vescovo Mons. Francesco Beschi ha infatti rinnovato “l’appello alla vaccinazione così come sostenuto da Papa Francesco. Si tratta di una indicazione che richiede di tradursi, come obbligo morale, e per quello che è previsto, di obbligo legale, in comportamenti coerenti, dettati da uno spirito di sintonia ecclesiale e di responsabilità da parte di coloro che rivestono compiti di guida nelle comunità”.

Il vescovo di Teano-Calvi e Alife-Caiazzo (Caserta) Mons. Giacomo Cirulli ha proibito “la distribuzione dell’Eucaristia da parte di sacerdoti, Diaconi, religiosi e laici non vaccinati”, ricordando “che durante la Celebrazione le ostie sull’altare devono essere tenute rigorosamente coperte nei previsti vasi sacri”.

“Esigo espressamente che l’Eucaristia, durante le celebrazioni, NON VENGA DISTRIBUITA dai sacerdoti, diaconi o ministri straordinari non vaccinati. In caso di assoluta necessità, autorizzo che, per la distribuzione, venga scelta ad actum una persona di fiducia (religiosa o catechista) dotata di avvenuta vaccinazione”, afferma il vescovo, compreso il maiuscolo.

A Salerno anziani e malati non potranno più ricevere i Sacramenti

L’arcivescovo della diocesi di Salerno – Campagna – Acerno Mons. Andrea Bellandi a sua volta ha richiamato quanti non hanno ancora ricevuto la vaccinazione a “domandarsi in coscienza se una tale scelta sia coerente e rispettosa dei numerosi inviti fatti a favore di esso, in primis dallo stesso Papa Francesco”.

In sostanza, per Mons. Bellandi i battezzati non vaccinati non possono più ricevere la visita di un sacerdote nelle loro case, ad esempio per ricevere i Sacramenti. “Per quanto riguarda la visita agli anziani e agli ammalati, si abbia molta cautela, valutando i singoli casi e chiedendo l’esplicito consenso dei familiari. In ogni caso è fatto assolutamente divieto di compiere tali visite a coloro che non sono in possesso del green pass rafforzato”.

Tutte richieste alle parrocchie che anticipano la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’ultimo provvedimento del Governo Draghi, da cui però sono esenti celebrazioni rituali, le catechesi non per adulti, le riunioni dei consigli e dei gruppi parrocchiali, o la frequentazione degli spazi parrocchiali all’aperto.

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Cosa dice il Vaticano sui vaccini e quali sono i dubbi che emergono

Per quanto riguarda le vaccinazioni, in un primo momento il Vaticano aveva espresso un parere piuttosto cauto, in cui si parlava di liceità in caso di emergenza nonostante alcuni problemi di non poco conto come l’utilizzo di cellule derivanti da tessuti fetali abortiti.

Il Papa tuttavia si è espresso in più occasioni parlando di vaccinazione come “atto d’amore”. Ora però sembra che alcuni vescovi vogliano spingersi ancora più avanti parlando di obbligo vaccinale. Ma in casi come quello di Mons. Bellandi i primi ad essere penalizzati sono ad esempio gli anziani e ammalati.

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C’è persino chi afferma che tutto questo potrebbe rappresentare una vera e propria violazione delle norme del diritto canonico, dove è rigorosamente vietato ai ministri sacri di “negare i sacramenti a coloro che li chiedano opportunamente, siano ben disposti e non abbiano dal diritto la proibizione di riceverli”. E dove gli stessi ministri sacri “hanno il dovere e il diritto di portare l’Eucaristia sotto forma di Viatico agli infermi, il parroco e i vicari parrocchiali, i cappellani, etc“.

Domande che stanno creando molto scontento tra i fedeli

Via dicendo, si afferma anche che “ogni battezzato, il quale non ne abbia la proibizione dal diritto, può e deve essere ammesso alla sacra comunione”, e che per i ministri vi è il “dovere e diritto di amministrare l’unzione degli infermi” a tutti i sacerdoti.

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Quanto basta, forse, per aprire una discussione seria e pacata in merito. Perché questi vescovi hanno disatteso le norme della Cei subordinando la loro missione sacerdotale al presunto obbligo di vaccinazione, nonostante questo non sia codificato da nessuna parte? E soprattutto, rischiando di calpestare le norme del diritto canonico stesso.

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Il cardinale Bassetti – photo web source

Il rischio è che la Chiesa italiana si mostri sempre più accondiscendente verso il governo a prescindere dalla bontà dei provvedimento, e che il carattere impresso dall’Ordine sacerdotale venga subordinato alle presunte regole sanitarie relative ai vaccini.

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E questo purtroppo preoccupa molti fedeli, specialmente coloro che finiscono per essere esclusi dalla possibilità di accedere ai sacramenti, come infermi, anziani e malati, senza peraltro nemmeno avere alcuna colpa. Se non quella di avere liberamente scelto, e come la legge italiana ancora oggi prevede, di non essersi sottoposti alla vaccinazione. 

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