Troppe scuse per non andare alla Messa | Cosa sta accadendo?

Il cristiano sta perdendo, sempre di più, la bellezza di partecipare al momento più importante. La paura, gli impegni o addirittura le condizioni climatiche possono arrivare a condizionare il nostro sì pieno a Gesù?

Partecipare all’Eucarestia, alla Santa Messa è il momento essenziale della vita di un cristiano. Possiamo rinunciarci?

sacerdote al momento della consacrazione
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Quante scuse per non andare alla Messa

Molto spesso, diamo la colpa all’orario che non si concilia con i nostri tanti impegni, oppure ale condizioni meteo non favorevoli e, non in ultimo, ancora il timore di contagi da Covid. Tante possono essere le scuse per non partecipare a Messa la domenica. Certo: ci sono casi in cui una persona davvero ne è impedita, e può capitare o starci di non poter partecipare.

Ma quando è una cosa recidiva, una vera e propria “scusa” non motivata da vere esigenze, inizia ad esser un vero e proprio “difetto” per la vita del cristiano. Oggi, grazie anche alle moderne tecnologie e, dopo un anno di pandemia, sono molte le parrocchie che, per varie vicissitudini, trasmettono in streaming, sulle loro pagine social, la Santa Messa.

Il teologo risponde: “Prima era solo per gli anziani”

Se prima era solo una prerogativa delle celebrazioni del Santo Padre e sulle reti nazionali, adesso sta diventando una moda comune. Un teologo così spiega: “Padre, domenica faceva freddo, ho pensato che la Messa potevo anche guardarla in Tv”. È una frase che ormai sento sempre più spesso, da quando, a causa della pandemia da Covid-19, si è diffusa la pratica di vedere la Santa Messa attraverso i canali social o in televisione. Fino ad oggi era una pratica molto diffusa tra gli anziani e tra coloro che, giustamente, per motivi di salute, non possono recarsi in Chiesa. Per loro, la televisione e la radio hanno svolto davvero un servizio importante”.

E su questo, non possiamo dargli torto. Ma, come dicevamo prima, a causa della pandemia, sono in molti coloro che, anche per paura hanno davvero perso il senso di partecipare alla Messa domenicale. Quando vi era necessità (vediamo il caso del lockdown), anche le chiese hanno dovuto adattarsi.

L’aspetto più evidente è che seguendo la Messa a distanza non possiamo nutrirci del corpo del Signore” – continua il teologo. In fondo è così: Gesù ci invita al suo banchetto, per condividere la sua Parola e permetterci di avvicinarci alla sua Mensa come tutti fratelli. E di certo, da casa, via tv o social, questo non è possibile. È come se perdessimo la parte più bella ed importante della Messa.

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Se non partecipiamo alla Messa, perdiamo una cosa importante

L’Eucaristia quindi non è un affare solo del parroco, che noi semplicemente sosteniamo andando a Messa, ma la celebriamo con lui, ciascuno secondo la sua vocazione” – continua il teologo nella sua spiegazione – “Sarebbe bello se questo tempo di crisi diventasse perciò anche un’occasione di riscoperta della bellezza della liturgia e della responsabilità a cui ciascun cristiano è chiamato”.

Tante sono le misure che sono state, e vengono ancora oggi adottate, per poter partecipare bene ed in sicurezza alla Santa Messa. È come se, anche Gesù si fosse “adattato al periodo Covid” che stiamo vivendo. Distanziamento, sanificazioni, più celebrazioni e in orari diversi (dove possibile) in modo da non creare assembramenti di fedeli. Tutto per far sì che si sia un ritorno alla Messa, un ritorno a dire quel nostro SI a Gesù, quel “SI, voglio stare anche io insieme a te”.

Fonte: famigliacristiana

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