Qual è il vero motivo per cui nella Chiesa non esistono le sacerdotesse?

Nonostante le polemiche reiterate a scadenza ormai fissa, non esiste la possibilità che nella Chiesa cattolica vengano ordinate donne sacerdotesse, per una ragione ben precisa che non è di ordine materiale ma ha a che fare con il fondamento stesso della Chiesa. 

Sono sempre più infatti le posizioni di vertice occupate da donne all’interno della Chiesa, ma ciò, a differenza delle altre confessioni cristiane, non ha nulla a che vedere con l’esercizio del ruolo di sacerdote, la cui natura è chiara, definita e immutabile.

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In questi giorni è girata la notizia che un gruppo di femministe tedesche che fa capo a una rivista avrebbe dato a Papa Francesco del misogeno a causa del fatto che, a loro parere, la Chiesa sarebbe “un sistema di apartheid in cui le donne sono di serie B”, in particolare per il fatto che non hanno il diritto “di diventare sacerdotesse o almeno diaconesse”.

Tutte le donne che ricoprono ruoli di vertice nella Chiesa

A parte il fatto che Papa Francesco fin dall’inizio del suo Pontificato, e in particolare negli ultimi tempi, si sta battendo giorno dopo giorno per inserire donne a livelli di responsabilità anche apicali all’interno della Chiesa. Basta guardare la guida dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, l’ospedale della Santa Sede, Mariella Enoc, la direttrice dei Musei Vaticani Barbara Jatta, il capo ufficio della Biblioteca apostolica vaticana Raffaella Vincenti, il segretario ad interim del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e delegato della Commissione Vaticana Covid-19 suor Alessandra Smerilli.

Sono molte altre le nomine fatte dal Papa di donne ai vertici del Vaticano, anche degli ultimi giorni: Suor Nathalie Becquart, sottosegretaria al Sinodo dei vescovi, Catia Summaria, promotore di giustizia della Corte d’Appello dello Stato della Città del Vaticano, Immacolata Incocciati, Segretario Generale della Pontificia Università Lateranense, Antonella Sciarrone Alibrandi, pro-rettore vicario dell’Università Cattolica del Sacro Cuore-.

E ancora, Nataša Govekar, direttore della Direzione teologico-pastorale del dicastero per la Comunicazione, Linda Ghisoni, Sottosegretario del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita e Consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede e Commissario per lo scioglimento dei matrimoni in favorem fidei, Gabriella Gambino, sottosegretario del Dicastero vaticano per i Laici, la Famiglia e la Vita.

La questione delle donne sacerdotesse non è solamente formale

Si potrebbe continuare a lungo. Allora da cosa deriva l’idea che la Chiesa ce l’avrebbe con le donne? Dal fatto che queste non possono diventare sacerdote o diaconesse. La verità, però, è che attaccare la Chiesa per questa ragione specifica significa attaccare la Chiesa stessa nella sua totalità, e il senso e il fondamento del ruolo del sacerdote.

Non si tratta infatti di una questione di semplice costume, oppure di diritto, ma quello del tema dell’ordinazione sacerdotale delle donne investe la natura stessa del sacramento dell’ordine. Il sacerdote, infatti, rappresenta Cristo, Sposo della Chiesa.

Da sempre, fin dalla Bibbia e dal Nuovo Testamento, come anche in tutta la storia della Chiesa, le donne hanno sempre svolto una funzione assolutamente centrale. Queste facevano parte del contesto in cui si muoveva Gesù, e pensiamo a Marta e Maria, proposte come modelli rispettivamente di ascolto e di fede nella resurrezione.

Tutto riporta alle parole pronunciate da Gesù nel Vangelo stesso

Sono le donne le prime che vedono apparire l’angelo che annunzia la risurrezione di Gesù, e dice loro di riferire ai discepoli di raggiungerlo in Galilea, dove “Egli vi precede”. Ed è è a loro che Gesù affida la Missione più importante della Chiesa: “Non temete, andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e che là mi vedranno” (Mt 28, 10).

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Sono tantissime le donne sante che hanno compiuto imprese mirabili, come Santa Giovanna d’Arco, che ha liberato la Francia, Santa Caterina da Siena, che ha ricordato continuamente ai papi i loro doveri, Santa Teresa d’Avila, che ha riformato il Carmelo, Santa Teresa del Bambin Gesù, patrona delle missioni, e così a lungo si potrebbe continuare.

Basta citare poi le innumerevoli mistiche che hanno iniziato devozioni assolutamente fondamentali per la Chiesa, come quella di Lourdes, della Medaglia Miracolosa e di molte altre. Il sacerdote, però, non è una semplice funzione sociale, ma è un rappresentante di Cristo. Egli agisce in persona Christi, che significa che è Cristo ad agire attraverso di lui.

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Durante l’ordinazione riceve lo Spirito di Cristo, e questo accade in maniera suprema quando celebra l’Eucaristia e dice “Questo è il mio corpo”. Oppure durante il sacramento della riconciliazione quando dice “Io ti assolvo dai tuoi peccati”. Gesù nella Scrittura presenta se stesso come Sposo della Chiesa.

I passi evangelici sulla questione oltre cui non si può andare

In molti passi evangelici si parla delle nozze in cui Gesù è lo Sposo, e il primo segno di Gesù si ha nel banchetto allestito a Cana. San Paolo indica nel matrimonio cristiano l’immagine del rapporto tra Cristo e la Chiesa, e chiede agli uomini di amare le proprie mogli come Cristo ha amato la Chiesa. Per il Catechismo, si tratta di una questione in cui “la Chiesa si riconosce vincolata”. Che cioè non può cambiare a seconda dello spirito dei tempi.

Per la Riforma Protestante, invece, non esiste il sacerdote come lo intende la Chiesa cattolica, e questo forse non è facile da capire per quanti non ne hanno contezza. Il Pastore è incaricato dello stesso sacerdozio che investe tutti gli altri cristiani, per mezzo del loro Battesimo. Il suo ruolo è solamente un incarico formale e materiale, pratico, e non spirituale o carico di un significato teologico.

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Il punto è che oggi si parla di questi argomenti in maniera superficiale e “populista” perché viviamo in tempi in cui sembra obbiettivo imperante quello di confondere tra loro i sessi maschile e femminile in un unico calderone indifferenziato, come se non ci fossero differenze tra i due. Ma non è così, è la realtà biologico e naturale a dirlo, e la Chiesa stessa a ribadirlo in maniera immodificabile.

Il pensiero unico che vuole uniformare i sessi vuole cambiare la Chiesa

Il pensiero unico, liquido che tenta di uniformare i ruoli sociali facendo lo stesso anche per il sesso biologico vorrebbe quindi penetrare in ogni ambito e sfera umana, ma la Chiesa non può piegarsi alle ideologie o alle mode passeggere, o anche alle culture o ai costumi o in qualsiasi altro modo le si voglia chiamare, perché rischierebbe di rinnegare sé stessa e la sua verità. In sostanza, di cadere nell’eresia e nell’apostasia, ovvero in uno dei peccati supremi che potrebbe mai compiere.

La Bibbia lo certifica fin dalla Genesi, nel passaggio in cui si afferma che “maschio e femmina li creò”. La Chiesa non può quindi andare contro a queste parole e non lo farà mai, come ha spiegato più volte anche il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Luis Francisco Ladaria Ferrer. “La Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale e che questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli della Chiesa”, ha chiuso la questione il cardinale nel 2018, rispondendo ad alcune questioni che gli sono state poste.

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Il suo è stato un ribadire che “si tratta di una verità appartenente al deposito della fede“, e che quindi “desta seria preoccupazione veder sorgere ancora in alcuni Paesi delle voci che mettono in dubbio la definitività di questa dottrina”. “Seminando questi dubbi si crea grave confusione tra i fedeli, non solo sul sacramento dell’ordine come parte della costituzione divina della Chiesa, ma anche sul magistero ordinario che può insegnare in modo infallibile la dottrina cattolica”, aveva ammonito il porporato.

Le parole definitive sul tema dei cardinali Ladaria e Sarah

“La Chiesa non ha capacità di cambiare questa sostanza, perché è precisamente a partire dai sacramenti, istituiti da Cristo, che essa è generata come Chiesa”, aveva sottolineato ancora. Alle sue parole avevano poi fatto eco quelle particolarmente autorevoli del cardinale Robert Sarah, che aveva spiegato che “anche se non ci fosse più un solo sacerdote al mondo, non si arriverà mai a nominare prete una donna”.

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Il motivo è ben presto detto: “La Chiesa è stata fondata da Gesù Figlio di Dio: nessun uomo ha il potere di cambiare quello che Lui ha creato”. E che “il problema è già stato risolto, è inutile discuterne ancora, da Giovanni Paolo II che aveva affermato che la Chiesa non ha il potere di ordinare donne, la sua dichiarazione usò una formula definitiva, la porta è chiusa”.

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“È sorprendente insistere su una possibile ordinazione delle donne, perché mi sembra, dopo oltre 2.000 anni di cristianesimo, che questo mostri una mancanza di fede”, era stato il suo commento definitivo. “L’ordinazione delle donne non avverrà mai nella Chiesa cattolica, anche se nel mondo non ci fossero sacerdoti. Non per disprezzo per le donne, ma perché non è nella volontà e nel piano di Dio“.

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