Vangelo di venerdì 16 aprile: riflessione di Paolo de La Luce di Maria – Video

Quanto è bello stare con Gesù: questa fame di Gesù, di conoscerlo, di sentirlo vicino, di sentirlo nostro, è la stessa di 2000 anni fa

Riflessioni di Paolo de La Luce di Maria

C’è una cosa di questo Vangelo che mi colpisce molto. Ormai questa Parabola quante volte l’avremo sentita: Gesù che moltiplica i pani e i pesci, che fa mangiare tutti, che non ne lascia uno a bocca vuota.

Gesù a differenza nostra, pensa a tutti veramente e aiuta tutti veramente. Questo è un esempio ma penso sia molto chiaro. Guardiamo alla situazione che c’è oggi in Italia. Quanti hanno detto “aiuteremo tutti”, “nessuno rimarrà solo”, “tutti avranno il sostegno che meritano”, quante parole sono state sospese per rincuorare le persone e le aziende che dovevano essere aiutate. Ma è stato fatto?

L’uomo non è come Gesù

Qui sono avanzate dodici sporte tra pani e pesci, e invece da quello che si vede dalle proteste delle persone, dei ristoranti, delle palestre… Non si sono sentiti accompagnati, non si sono sentiti rispettati.

Questo esempio non è un esempio politico ma è un esempio che riguarda la nostra umanità: noi uomini spesso parliamo bene ma razzoliamo male, perché siamo esseri umani, e abbiamo il peccato, e Gesù no. Gesù senza nulla ha nutrito 5000 uomini.

Nessun dettaglio è tralasciabile

Un dettaglio importante di questo Vangelo, e lo può capire chi è stato sulle sponde del Lago di Tiberiade, è che una gran parte del contorno del lago è veramente pieno d’erba, rigoglioso.

Il dettaglio del Vangelo in cui viene detto che quelle sponde erano piene d’erba ci fa capire che nonostante tutto Gesù, anche in mezzo alla natura, ci lascia in un’attesa chiamiamola “accogliente”.

Si potrebbe dire: questo dettaglio non è importante. Invece questo dettaglio è importante, sennò questa cosa non l’avrebbero detta. Il Vangelo dice: “c’era molta erba in quel luogo”.

Quando stiamo con Gesù si sta bene

Anche questo dettaglio è importante, infatti Dio pensa sempre a noi in tutto, anche nel momento in cui tutti si mettono seduti su quell’erba, ed erano 5000 uomini.

Poi che fa Gesù? Dopo aver preso i pani rende grazie, e diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci. Dà a tutti una postura, come se c’era bisogno di mettersi comodi, come per dire: quando stiamo con Gesù si sta comodi, si sta bene.

Il problema è che Dio non lo guardiamo, non lo riconosciamo. Gesù spesso lo facciamo diventare un pensiero, un bel pensiero, ma non reale. Lo facciamo diventare un amuleto, ma non è un amuleto. A volte lo facciamo diventare il colpevole delle nostre disgrazie, ma non lo è.

Noi dovremmo avere questa consapevolezza: che Gesù è il bene supremo, l’apice di tutto. E solo se avremo questa consapevolezza incarnata nel nostro cuore potremmo vivere da cristiani.

La stanchezza non supera la fame di Gesù

Io mi rendo conto che molte volte mi capita di sentirmi stanco o di non avere il desiderio di mettermi a pregare, ma quei 5000 uomini che seguivano Gesù da tre giorni senza mangiare, si stavano nutrendo dei suo insegnamenti ed erano disposti anche a non mangiare pur di ascoltarlo: cosa significa?

Significa che avevano fame di Dio al punto di dimenticarsi della fame organica, della fame umana. Erano talmente desiderosi di ascoltarlo che lo seguivano ovunque. Ma quella fame non è la stessa che abbiamo noi stando qui nell’ascoltare il Vangelo, nel pregare il Rosario, nell’ascoltare qualche riflessione?

Non pensate che quella stessa fame che provavano quegli uomini oggi la proviamo anche noi? Quella fame di Gesù, di conoscerlo, di sentirlo vicino, di sentirlo nostro, unito a noi. Questa fame è la stessa di 2000 anni fa e forse in questo momento vi state rendendo conto di quanto è bello stare con Gesù.

Sia lodato Gesù Cristo.

Redazione

Paolo è il fondatore della Luce di Maria, è un laico, padre di famiglia e sposato in chiesa.
Tutte le sere alle ore 00:00 recita in diretta Facebook e Youtube de La Luce di Maria, il Santo Rosario che accompagna con delle riflessioni spontanee sulla Parola del Vangelo del giorno a venire.

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Vangelo di giovedì 15 aprile: riflessione di Paolo de La Luce di Maria – Video

Stiamo vivendo un’opportunità gigantesca, quella di diventare amici di Dio, ma amici perché facciamo le cose di Dio

Riflessioni di Paolo de La Luce di Maria

Gesù nel Vangelo di oggi conferma ciò che avevamo detto nelle ultime due volte: “Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita”. Non serve solo credere, ma anche obbedire e seguire la Parola, sennò non la vediamo la vita eterna.

Questo ci porta a fare una riflessione importante: quando siamo in situazioni difficili siamo tentati non tanto di dubitare di Dio, ma di rimanere magari un po’ delusi. Questo problema è spesso legato al fatto che non ci fidiamo fino in fondo di Dio, perché quando ci fidiamo di Dio, sappiamo che lui è l’assoluto bene.

L’assoluto bene spesso non è lo stesso che noi cerchiamo. Noi non sempre cerchiamo il bene, ma cerchiamo il male pensando che sia bene. Ci sono delle famiglie che litigano, e l’abitudine è quella di dire: “non ci parlo più, perché sennò se ci parlo ci litigo, allora preferisco evitare e ignorare”.

Il peso della verità

In quel momento pensiamo di star facendo una cosa buona, ma in quel momento quello è come aver “ucciso” un fratello, una sorella, perché non lo vogliamo più vedere, considerare, non vogliamo più lottare per quel rapporto. Il Signore in questo Vangelo ci dice che chi attesta la sua testimonianza, conferma che Dio è veritiero.

Cosa significa? Vuol dire che Dio, che è la verità, non può mentire. La verità non può mentire. Invece il menzognero non dice la verità, a meno che non sia camuffata. Io posso anche usare la verità per fare del male! Il male è tremendo, ci mette davanti a una verità di giudizio, di ingiustizie subite.

Il male prende la verità e la riempie di menzogne, la riempie di cattiveria, innescando dei meccanismi malevoli, che ci catturano. Invece Gesù no. Perché, quando leggiamo il Vangelo, Gesù nella sua profondità sembra quasi un “pazzo”? “Perdona settanta volte sette”, all’infinito!; “Porgi l’altra guancia”, che vuol dire che se uno ti dà uno schiaffo tu te ne fai dare un altro.

La strada del bene

“Se ti rubano il mantello, dagli pure la tunica”. “Se presti i soldi e non te li danno in cambio, non li richiedere”. “Benedite chi vi maledice”; “Amate i vostri nemici”: ma che sta dicendo?

Eppure questa è la strada del bene. Questa è la verità che uccide il male, non quella buttata lì tanto per essere detta, ma perché il bene di Dio si manifesta nella verità,  nella verità applicata all’amore.

Ad esempio io so che mio fratello tradisce mia cognata. Quindi che posso fare? devo andare da mio fratello e dirgli che quello che sta facendo non va bene. Se faccio questo, per prima cosa davanti a Dio non sono complice, perché a volte noi non facciamo qualcosa di male, ma ci teniamo le cose per noi. Questa è una forma di complicità.

Io rimango quindi complice del peccato di un altro. Se invece io prendo mio fratello e glielo dico, anche col rischio di discuterci, io sto cercando il bene al prezzo di quella verità, anche se è scomoda. Se invece io andassi con quella verità da mia cognata e gli dicessi questo, cosa genererei? Un danno! Ecco come il male ci “frega”: ci fa usare la verità in un modo ambiguo, in un modo ambiguo, che non è di Dio, che non è edificante ma distrugge. Su questo credo che ci sarebbe tanto da dire e da parlare.

Dio ci dona il suo Spirito

Il vangelo di oggi in poi dice una cosa bellissima: “Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito”. Questo Vangelo sta parlando di Gesù. Ma potremmo essere anche noi quelli a cui Dio dà lo Spirito senza misura? Sì, tutti possiamo essere nominati in questa frase. “Colui infatti che Dio ha mandato”: Dio ha mandato Gesù, ma poi ha mandato San Francesco, poi San Paolo, poi Santa Rita, Poi Padre Pio, e senza misura gli ha dona lo Spirito.

Quando una persona viene inviata da Dio, anche se non è Gesù, che è l’apice, può capitare che anche a noi Dio ci faccia dire delle cose che vengono da lui, perché in quel momento siamo guidati dallo Spirito Santo. Lo Spirito Santo va dove vuole e si dona in abbondanza, perché in quel momento dobbiamo dire le cose di Dio.

In questa preghiera credo che a volte mi capiterà di dire qualcosa secondo lo Spirito, e che il Signore mi darà questo dono di essere portatore di questo rapporto con lui. e allora la cosa che mi domando è questa: se noi in questa vita siamo chiamati a fare i dispensatori della volontà di Dio, in quella che verrà a cosa saremo chiamati?

Il nostro compito in questa vita e nell’altra

Il problema è che nessuno può saperlo cosa ci chiederà Dio, ma io credo che il grosso delle richieste ce lo sta facendo qui. Magari sarà bene pregare, sarà bene glorificare Dio, lodare il Signore, ma è qui che possiamo essere utili, che possiamo salvare le anime, che possiamo spenderci a costo del sangue per lui.

Stiamo vivendo un’opportunità gigantesca, quella di diventare amici di Dio, ma amici perché facciamo le cose di Dio: pensiamo che bella questa cosa! Dio è contento di quello che facciamo, perché portiamo le persone smarrite a lui. Dio è come un papà o una mamma che perde il figlio: immaginiamo questa scena: una mamma perde un figlio. Come si potrà sentire? Arriva poi qualcuno che non si conosce che lo riporta a casa.

Far fare un sorriso a Dio

Come quella mamma vedrebbe quella persona? Ogni anima che noi portiamo al Signore suscita questa sensazione in Dio. E lui è contento! A volte noi non ci rendiamo conto! Quando noi portiamo un’anima a Dio è come se si realizzasse questo esempio!

Pensiamo che gioia regaliamo a Dio, che opportunità quella di far sorridere Dio! Allora ringraziamo il Signore attraverso questa preghiera che ci fa ancor più avvicinare a lui e ci fa ancor più avvicinare come lui ci vuole.

A volte noi pensiamo di essere utili a Dio perché lui ha bisogno di noi. No! Ma lui ci chiede sempre qualcosa per fare bene, perché il bene porta il bene, l’amore porta amore e il male porta male. Allora noi chiediamo di essere sempre guidati da questo bene, ed essere guidati sempre dallo Spirito Santo.

Sia lodato Gesù Cristo.

Redazione

Paolo è il fondatore della Luce di Maria, è un laico, padre di famiglia e sposato in chiesa.
Tutte le sere alle ore 00:00 recita in diretta Facebook e Youtube de La Luce di Maria, il Santo Rosario che accompagna con delle riflessioni spontanee sulla Parola del Vangelo del giorno a venire.

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