Due anni fa fu rapito in Niger e da allora non si hanno più sue notizie. Ieri, ricorreva l’anniversario della scomparsa di Padre Maccalli.
Ieri, a due anni dalla scomparsa di Padre Maccalli, la veglia di preghiera a Crema, la sua Diocesi. Il ricordo di chi l’ha conosciuto.
Padre Maccalli: il secondo anniversario della scomparsa
Due anni senza Padre Maccalli: questo è stato il grido, ieri, a Crema, in ricordo del missionario rapito in Niger e di cui non si hanno più notizie. Non solo il ricordo di Padre Maccalli, ma anche di tutti quei missionari scomparsi, nel silenzio più assoluto, in particolare nelle zone del Centro Africa.
“Un missionario piccolo di statura ma grande di cuore che aveva in sè l’istanza dei poveri e dei malati, soprattutto i bambini del suo Niger” – ha raccontato don Antonio Porcellato, superiore alla Società delle Missioni africane di cui padre Maccalli faceva parte.
Don Porcellato: “La comunità non ha mai smesso di pregare”
“La comunità non ha mai smesso di pregare e sperare per lui […] Speriamo vivamente di poterlo riabbracciare un giorno. Il 24 marzo di quest’anno un video l’ha mostrato vivo, lui stesso diceva “oggi è 24 Marzo 2020”, ed era insieme ad un altro, Nicola Chiacchio, e anche da altri indizi sappiamo che dovrebbe essere vivo in una zona del Sahel, forse nel Mali” – continua don Antonio.
Ecco chi è stato l’ultimo a vedere Padre Maccalli
Tanti i concittadini di padre Maccalli che hanno partecipato alla veglia di preghiera: “Dalla Farnesina ci dicono che questi rapimenti sono questioni lunghe e complesse” – racconta don Porcellato – “L’ultimo a vedere padre Gigi in vita è stato il missionario indiano John Arokiya Dass prima del rapimento”.
La zona di missione di Padre Maccalli è una delle più difficili dell’Africa, ma nonostante tutto, lui era partito senza indugio, fiero di portare la Parola di Dio anche a quelle genti e di aiutarle nella loro vita quotidiana.
Oggi a due anni di distanza, ancora nessuna notizia. Preghiamo Dio perché Padre Maccalli torni al più presto fra la sua gente.
Fonte: vaticannews.va
ROSALIA GIGLIANO