E’ stato deciso -finalmente- il Game Over per il progetto di aborto e per il videogioco argentino, il cui obiettivo era quello di uccidere un feto.
Il videogioco era stato divulgato proprio in concomitanza con la discussione, pro o contro aborto, proposta alla Camera del Senato.
Il videogioco -se così si può definire- che non ha pari, in quanto a cattivo gusto e crudeltà, si chiama “Doom Fetito” e i giocatori hanno lo scopo di procurarsi una sostanza (il misoprostolo) che provoca l’aborto, superando degli ostacoli.
Nel percorso di gioco, si devono eliminare i preti cattolici, la polizia nazista (a cui sono paragonati coloro che impediscono l’aborto) e le donne pro-life, per arrivare alla meta, rappresentata da un feto alla 20esima settimana che deve essere massacrato, eliminato, sconfitto.
Se i giocatori/assassini hanno la meglio, si visualizza il messaggio: “Hai sconfitto fetito! Corri a dare il misoprostolo a tutti coloro che ne hanno bisogno, così potranno batterlo anche loro!”.
Ricordiamo che il misoprostolo è un farmaco, usato per le ulcere gastriche e per indurre il travaglio durante il parto e, purtroppo, anche per provocare un aborto spontaneo.
Le femministe argentine e i loro affiliati chiedono che possa essere accessibile a chiunque, in tutte le farmacie, ma non specificano quanto sia pericoloso, se usato senza il controllo medico.
Anche l’ Organizzazione Mondiale della Sanità ha segnalato che, se usato al di fuori dell’ambito ospedaliero, può provocare la morte della madre, oltre a quella del nascituro.
Al Senato, invece, la proposta si è arenata ed è stata dichiarata inammissibile, l’8 Agosto.
Secondo la Costituzione argentina, ora, l’argomento “non potrà essere ripresentato nelle sessioni di quello stesso anno”.
Dunque, in tutta la Nazione, l’aborto sarà -ancora per un bel po’ di tempo- ritenuto illegale, a meno che non ci sia pericolo di vita per la donna incinta o nel caso sia stata vittima di stupro. In tutte le altre circostanze, è punibile con il carcere.
Alla Camera del Senato, 38 Deputati contro 31 -nonostante le pressioni dei media e l’esempio recentissimo dell’Irlanda- hanno per il Game Over del progetto di aborto.
Nelle ultime settimane, i pro e i contro aborto erano distinguibili grazie ad un fazzoletto, rispettivamente verde o azzurro/rosa.
La Chiesa argentina ha anche annunciato l’apertura di “case per donne single, adolescenti e giovani”, chiamate “Home of the Maternal Hug”, per permettere di scegliere di far nascere il piccolo, anche in circostanze non ottimali.
Chi divulgava il videogioco “Doom Fetito”, ossia l’attivista Florencia Rumpel, usava questo pretesto: “Al momento, l’aborto è un’area legale grigia in Argentina. Gli aborti possono essere eseguiti solo se la gravidanza può danneggiare la salute del genitore o in caso di stupro. Se sei incinta in Argentina e desideri abortire, rischi di affrontare il carcere. Se la procedura non viene eseguita correttamente, rischi di infortunarti o addirittura di morire. Tante donne muoiono, ogni anno, in Argentina, perché l’aborto non è legale in tutti i casi”.
Per questo, Florencia Rumpel aveva riprodotto, nel videogioco stesso, il feto gigante, mostrato nelle varie manifestazioni dei pro-life.
Forse, però, non ha considerato che, in questo modo, il feto appariva com’è in realtà: un bambino in divenire, non un grumo di cellule; un piccolo essere umano, contro cui si chiedeva di combattere, come se fosse il male da estirpare dalla società, minacciata dalla sua venuta al mondo.
E anche se, nel videogioco, veniva definito “boss”, accompagnato dalla parola “Doom”, che potrebbe tradursi con “condanna irrevocabile”, quel feto ha sicuramente suscitato il giusto sentimento, in coloro che ancora considerano l’aborto come un omicidio.
A questo proposito, ricordiamo, con tanto dispiacere, la giovanissima Keila Jones, una ragazza argentina di 17 anni che, un paio di anni fa, incinta all’ottava settimana, assunse un farmaco per liberarsi del suo bambino. Purtroppo, Keila Jones, morì per delle complicanze dovute a quella procedura, a cui aveva avuto accesso, senza nemmeno informare i genitori.
Quel farmaco era proprio il misoprostolo! Da allora, la madre di Keila Jones racconta a tutti che “l’aborto è un omicidio, non una soluzione”.
Antonella Sanicanti
Cinque sorelle, legate da un forte legame familiare e spirituale, hanno risposto alla stessa chiamata:…
Quest'anno ancora più sentitamente preghiamo la Novena alla Madonna di Medjugorje, in risposta all'invito della…
Patrono della città toscana, san Ranieri di Pisa dopo una prima parte della sua vita…
Meditiamo il Vangelo del 17 giugno 2025, iniziando la giornata con una profonda riflessione sulla…
Il Martedì è il giorno della devozione agli Angeli e ai Santi. Rendiamo onore a…
“Vieni in mio aiuto”. Eleviamo la nostra preghiera della sera di oggi Lunedì chiedendo al…