Continuano le notizie positive sul fronte coronavirus, che ci rincuorano rispetto ai terribili dati dei contagio. Pare infatti che la ricerca sui vaccini corra piuttosto veloce.
Sono molti infatti i laboratori che stanno preparando la soluzione all’attuale pandemia. Si parla di tempi ancora purtroppo lunghi per un’implementazione a livello planetario che coinvolga tutti. Ma in molti casi, si è già più avanti del previsto. E nonostante le notizie spesso caotiche e contrastanti che appaiono sui media, la speranza è che scienziati e ricercatori trovino al più presto la cura per una malattia di cui, purtroppo, si sa ben poco.
“Per tre vaccini sono già iniziati gli studi clinici, oltre 70 altri sono in fase di sviluppo e stiamo lavorando con i nostri partner per accelerare lo sviluppo, la produzione e la distribuzione di vaccini”, ha infatti affermato Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, durante la conferenza stampa che ha avuto luogo a Ginevra per affrontare il tema del coronavirus.
“Stiamo continuando a lavorare con partner in tutto il mondo per accelerare la ricerca e lo sviluppo di farmaci e vaccini contro Covid-19“, ha aggiunto. “Oltre 90 paesi hanno aderito o hanno espresso interesse a partecipare al nostro studio Solidarity, e oltre 900 pazienti sono stati arruolati per valutare la sicurezza e l’efficacia di 4 farmaci e combinazioni di farmaci”.
L’Oms infatti, ha annunciato Ghebreyesus, ha convocato “gruppi di specialisti per esaminare l’impatto dei corticosteroidi e di altri farmaci antinfiammatori sugli esiti del trattamento per Covid-19”. Attraverso i quali esaminare “l’uso dell’ossigeno e le strategie di ventilazione per i pazienti“.
“Qualsiasi intervento che riduca la necessità di ventilazione e migliori i risultati nei pazienti in condizioni critiche è importante, specialmente in contesti con poche risorse”. Tuttavia, per quanto riguarda i farmaci non ne esiste ancora uno specifico, e negli ospedali si utilizzano e si valutano soluzioni già utilizzate da tempo, come ha spiegato ai media vaticani l’epidemiologo Giacomo Rezza.
Tuttavia, nelle persone infette, dopo le iniziali polmoniti, si registrano complicazioni cardiovascolari. Il che ha spinto la ricerca a dirigersi verso nuovi studi, che potrebbero essere più producenti. Ma “i tamponi sono fondamentali, sono la vera soluzione per capire se un soggetto è davvero infetto o no dal Covid-19″, dice Rezza.
Spiegando che i test sierologici “permettono di capire la reale diffusione del coronavirus in un determinato luogo”, e risultano fondamentali ai fini statistici. Ma non bastano per cosiddette patenti di immunità. Quindi l’unica soluzione restano i vaccini. Ma le tempistiche restano ancora dibattute. Per Rezza, sarà difficile raggiungerlo entro l’estate. Ma “l’accelerazione in atto ci fa comunque pensare che potrà esserci un vaccino contro il Covid-19 nei primi mesi del 2021”.
Il coronavirus in estate continuerà ad essere un problema a cui fare fronte, e per il quale dovremo inevitabilmente prendere tutte le precauzioni necessarie. E viste le attuali condizioni, pensare, per chi lavora, a normali ferie sarà piuttosto difficile.
“Si può ragionare su delle ferie scaglionate, dove il distanziamento sociale sarà necessario, ma su questo si deve ancora lavorare e lo si farà in queste settimane per arrivare pronti al periodo estivo”.
Giovanni Bernardi
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