Coronavirus, qual è la dura accusa di Trump all’Oms

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha sospeso i finanziamenti all’Oms, accusandola di avere “fallito nell’ottenere tempestive informazioni sul coronavirus”. 

Il presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump ha affermato di sospendere i finanziamenti all’Oms e di stare pensando alla ripartenza delle attività produttive

Negli Stati Uniti nelle ultime 24 ore sono morte 2.228 persone, afferma la John Hopkins University. E i contagiati hanno superato ormai i 600.000, con oltre 25 mila vittime. Nel frattempo però Trump comincia a guardare a una graduale, seppure lenta, ripresa delle attività economiche.

Perchè Trump ha sospeso i finanziamenti all’Oms

Il presidente infatti afferma che la decisione è sua, e che allo stesso tempo parlerà con i governatori di tutti e 50 gli Stati. Al seguito dell’affermazione in cui Trump ha rivendicato “total authority”, si è aperto un vero e proprio scontro istituzionale. Così la prima ad essere colpita è l’Organizzazione Mondiale della Sanità, fin da subito accusata da Trump di negligenze e incapacità. E i finanziamenti all’organizzazione sono stati tagliati.

L’accusa nello specifico è quella di avere tardato nel dare conto dell’allarme dovuto al coronavirus, sorvolando sulle responsabilità cinesi e mettendosi contro la decisione del governo americano di interrompere i voli dalla Cina. Così Trump ha affermato che potrebbe creare un organismo alternativo all’Oms, se questo non verrà “riformato”.

Una cifra dai 400 ai 500 milioni di dollari annui

Si parla di una cifra che va dai 400 ai 500 milioni di dollari l’anno, a cui si assommano le contribuzioni degli altri stati. La Cina contribuisce con circa 40 milioni. Ora l’amministrazione americana dovrà condurre un’inchiesta sulla gestione del coronavirus. “Gli Stati Uniti nutrono forti dubbi sul fatto che la generosità americana sia stata messa a buon uso”, ha affermato Trump.

A lui ha replicato il vice ministro degli Esteri russo Serghei Ryabkov, sostenendo che “questo è il segno di un approccio egoista delle autorità statunitensi a ciò che sta accadendo nel mondo nel pieno della pandemia”. La Cina, a sua volta, ha invitato gli Usa “ad adempiere ai loro doveri”.

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Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha criticato la decisione di Trump – sourceweb

Le critiche alla decisione

Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian ha infatti affermato che “bloccando i fondi all’Oms, gli Usa mineranno la capacità d’azione dell’Oms e la cooperazione globale nella lotta al Covid-19”. E che “tutti i Paesi, inclusi gli Usa, ne saranno di conseguenza colpiti”.

Stesse critiche sono arrivate dal Democratic National Committee e dalla speaker della Camera, la democratica Nancy Pelosi. “Un disastro che mette a rischio le vite degli americani”. O dal miliardario Bill Gates. “Il mondo ha bisogno dell’Oms come non mai”, ha detto il fondatore di Microsoft.

Le parole dell’Onu e la replica di Trump

“Non è il momento di ridurre le risorse per le operazioni dell’Oms o di qualsiasi altra organizzazione umanitaria nella lotta contro il coronavirus”, ha commentato anche il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. Aggiungendo che “ora è il momento dell’unità e perché la comunità internazionale lavori insieme in solidarietà per fermare questo virus e le sue conseguenze dirompenti”.

“L’Oms ha dato informazioni false sul coronavirus: i suoi ritardi sono costati vite umane”, è la replica di Trump. Che pensa a definire i piani per la riapertura delle attività. “Parlerò a breve con i governatori e autorizzerò ognuno di loro ad attuare il piano per riaprire”, ha detto Trump. “Alcuni stati potrebbero riaprire prima dell’1 maggio”.

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Un infermiere americano con la mascherina per via del coronavirus – sourceweb

Gli americani infatti pare che riceveranno assegni di solidarietà da parte del governo americano, per via del piano di di aiuti da 2.200 miliardi di dollari messo in piedi per l’emergenza coronavirus. Questi saranno firmati dallo stesso Trump. Il Dipartimento del Tesoro americano, riporta il Washington Post, ha stabilito infatti che il nome del presidente americano venga stampato sopra gli assegni che l’agenzia delle Entrate invierà ai cittadini.

Giovanni Bernardi

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