“Prima di ogni intervento prego il Rosario”. La storia del dottor Ramirez

Grazie ad uno scatto di Don Luis Alberto Galleco, il mondo ha potuto fare la conoscenza del dott. Ramirez il medico che recita il rosario prima di un intervento.

foto dal web

Intervistato sulla sua abitudine religiosa, il medico ha spiegato che in questo modo ottiene maggiore concentrazione e affida il destino dei pazienti a Dio.

L’anestesista con il Rosario

La bella storia di oggi arriva dalla Colombia e più precisamente dalla Clinica Madre Bernarda gestita dalle suore francescane di Cartagena. A renderla pubblica sui social è stato un Sacerdote locale, Don Luis Alberto Galleco, il quale un giorno è stato colpito dall’immensa fede di un medico. Lo ha visto seduto nei pressi della sala operatoria, tutto bardato per le misure di sicurezza anti Covid, mentre con in mano un Santo Rosario pregava.

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Il suo cuore si è scaldato ed immediatamente ha pensato a quanti medici, come lui, soffrono quotidianamente nel lottare contro la morte e cercare di salvare quante più vite possibile. Così ha deciso di scattargli una foto, di pubblicarla sul web e di celebrarne l’esempio di virtù. Accanto alla foto Don Galleco scrive: “Questa immagine del mio grande amico e fratello dottore anestesista Nestor Ramirez mi ha spezzato il cuore“. Il religioso spiega che come lui decine, centinaia di dottori soffrono e la loro preghiera ha il medesimo valore di quella di un Pastore. Quindi ha aggiunto: “Oggi mi unisco con tutto il cuore alla tua preghiera”.

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Il dottor Ramirez: “Invito i medici a credere di più in Dio”

In breve tempo la foto del medico con il Rosario in mano ha fatto il giro del mondo, commuovendo fedeli e non solo. Sono tantissimi quelli che ammirano il suo coraggio, la sua fede e che si uniscono idealmente alla sua preghiera. Intervistato dopo che la sua foto è diventata celebre, il medico colombiano spiega che prega almeno una volta al giorno e che preferibilmente lo fa poco prima di un intervento.

Come sua prassi, il dottor Ramirez vuole conoscere il paziente, gli parla e cerca di farlo sfogare, convinto che gran parte delle sofferenze derivino primariamente da un retroterra spirituale. Quindi aggiunge: “Invito i medici a credere di più in Dio, a mettere i loro pazienti nelle mani del Signore ogni giorno e ad essere più umani con il loro prossimo”.

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Luca Scapatello

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