Socci scrive al Papa: ora sta dalla sua parte | L’inaspettato cambio di posizione

Che cosa ha determinato il cambio di marcia del tutto inaspettato del giornalista cattolico dopo le lunghe critiche che non ha mai risparmiato in questi ultimi anni al Papa?

Per molti degli ultimi anni Antonio Socci è stato senza dubbio uno dei capofila nell’opposizione interna al mondo cattolico nei confronti dell’attuale Vicario di Cristo Bergoglio.

Antonio Socci – photo web source

La scintilla che ha fatto ripensare lo scrittore è stato un discorso particolare del Pontefice in merito a uno dei temi più dibattuti delle ultime settimane.

Nei suoi libri non solo ha fatto emergere la possibilità di un’elezione invalida nell’ultimo conclave, che ha fatto salire al soglio di Pietro l’allora cardinale argentino, ma ha anche parlato di una condizione anti-cristica anche nel mondo cattolico e ha etichettato Papa Francesco in maniera molto dura, tacciandolo di superbia, di strumento nella mani di un piano mondiale massonico, arrivando persino ad affermare che si crederebbe Gesù Cristo in persona.

La dura opposizione di Socci al Papa e la svolta oggi

Ora però, in un’ultima lettera inviata da Socci al Papa, pubblicata sul quotidiano Libero, qualcosa sembra essere cambiato. Già in passato Bergoglio, spiazzandolo totalmente, aveva risposto a un suo libro di durissime critiche con una lettera scritta a mano e a lui indirizzata in cui, parlandogli da “fratello” e benedicendolo paternamente, lo ringraziava anche per le critiche perché queste “aiutano a crescere”.

Nell’ultima missiva, i toni del giornalista sono assolutamente diversi dal passato, e tra le righe arriva anche ad ammettere serenamente di avere lesinato critiche “anche troppo dure, talora con poca carità”.

Rimettendo totalmente in discussione le sue posizioni. Già da tempo infatti Socci, molto critico anche con i vari governi italiani e con posizioni molto vicine a partiti di opposizione come lo erano la Lega, sembra essersi schierato molto più apertamente con il premier Draghi, con le politiche di vaccinazione, quindi di conseguenza persino con le posizioni persino filoeuropeiste in materia economica. che Socci ha sempre profondamente avversato.

La lettera che il giornalista ha scritto al Pontefice

Sono state tuttavia, almeno così traspare dalle parole della lettera, proprio le dure affermazioni di Bergoglio in conferenza stampa, di ritorno dalla Grecia, sull’Europa e sugli “anacronismi” della Commissione europea che vorrebbe cancellare il Natale e i nomi cristiani con un tratto di penna tracciato su qualche documento burocratico. Socci ha ammesso che oggi più che mai “è gravoso guidare la Chiesa nella tempesta di questi anni, assistere a una così galoppante scristianizzazione (in un mondo che sembra impazzito) e trovarsi sempre esposto agli attacchi dei demonizzatori e alle lusinghe degli adulatori (non so cosa è peggio)”.

Così è giunto a una considerazione molto esplicita e come sempre centrata su molti degli osservatori e delle figure che hanno ruoli di responsabilità nel mondo cattolico. “Non hanno capito che al papa non interessa avere tifosi, ma cristiani con il cuore ardente, che escano dalle sacrestie e portino a tutti l’abbraccio di quel Salvatore che ha pietà di loro. Soprattutto a chi è più lontano e “perduto””, scrive. Giustamente, Francesco chiede ai cattolici di evangelizzare, non di essere adulatori ipocriti solamente per posizioni di rendite personali e di interessi che nulla hanno a che fare con il Vangelo e con la missioe cristiana.

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Non a caso, davanti alle terribili parole della Commissione europea sul Natale al Papa non è interessato arroccarsi in posizioni predefinite, ma non ha esitato a difendere, come commenta Socci, la sovranità” e le “identità” dei paesi europei, attaccando la pretesa “imperiale” da “una superpotenza che detta i comportamenti culturali, economici e sociali”. Un rischio che precede la volontà, su cui Papa non ha mai evitato di essere molto netta, di imporre “colonizzazioni ideologiche”.

Dal caso europeo al dibattito italiano

Poi è venuto al caso italiano. “Anche ieri un giornale lo ha accusato di non dire nulla sul prossimo dibattito parlamentare italiano relativo all’eutanasia, quando proprio l’altro ieri, parlando ai giuristi cattolici, il papa aveva implorato i giuristi di rifendere i diritti dei dimenticati e – insieme a lavoratori e migranti – aveva citato malati, bambini non nati, persone in fin di vita e poveri (peraltro sull’aborto Francesco usa espressioni perfino più dure di Giovanni Paolo II)”, ha spiegato Socci.

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“D’altra parte, anche nel mondo clericale, tanti lo lodano a parole o tentano solo di imitarne gli atteggiamenti, a volte in modo maldestro. Ma ci sono anche vescovi, sacerdoti, religiosi, suore, tanti cristiani che hanno capito il cuore della “missione” scelta da questo pontificato, dichiarata fin dall’inizio, e cercano di viverla: l’uscire dalle sacrestie e andare in cerca degli uomini”, ammette quindi lo scrittore.

“La maggior parte si limita a proclamarla verbalmente, perciò non si vede una chiesa in missione, casomai una chiesa confusa. Non so come in futuro verrà valutato questo pontificato”. Tuttavia, quella lettera fattagli recapitare lo ha commosso oltre ogni misura. “Un gesto di paternità (anche verso mia figlia) che mi commosse e un gesto di umiltà per nulla scontato, che mi ha fatto riflettere e mi ha riempito di stupore: un papa che ringrazia personalmente per le critiche (dure) e si umilia davanti a un cane sciolto come me (che di certo non sono un santo) non può lasciare indifferenti. Si firmava mio “fratello e servitore nel Signore””, commenta.

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La conclusione inaspettata su Francesco

Lo stesso è accaduto con la decisione di Francesco sui movimenti ecclesiali, che ha portato alle dimissioni del presidente del movimento cattolico di cui Socci fa parte, Comunione e Liberazione, Julian Carron. “Papa Francesco ha cercato di farlo capire anche prendendo decisioni dure com’è il recente decreto sui movimenti ecclesiali, alcuni dei quali si ritengono ingiustamente “decapitati” pur essendosi sempre professati “bergogliani””, è il commento.

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Prima di giungere a una conclusione netta. “La Chiesa è davvero uno spettacolo per gli angeli. Bisognerebbe averla in dono quell’umiltà. Continuando a pregare per lui (come fa Benedetto XVI, che gli è vicino e prega costantemente per la sua missione: ho imparato da lui come va guardato papa Francesco) ho cercato di capire. Spazzando via tanti dettagli secondari bisogna riconoscere che la cifra originaria di questo papato è molto bella e delinea l’unico grande compito della Chiesa del III millennio cristiano”.

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Insomma, per Socci “si potrebbe sintetizzare così: Dio ha pietà di tutti e si è fatto uomo per venire a cercarci, uno per uno, per salvarci, pagando lui stesso sulla croce il riscatto per ognuno di noi, che pure non lo abbiamo meritato. Mi pare il movente profondo dell’attuale pontificato“.

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