Cappato lancia un tweet | E offende gravemente la Madonna

L’esponente pro-aborto, pro-eutanasia lancia un tweet offendendo la Vergine Maria e il mondo cattolico, che viene irriso senza alcun rispetto da chi si innalza a paladino dei diritti umani. Le parole del politico hanno offeso pesantemente i cattolici, visto anche il suo rapporto molto delicato con la fede e le posizioni della Chiesa. Marco Cappato è … Leggi tutto

Il Papa decide la sorte dell’arcivescovo coinvolto con una donna | Ma ecco interviene il “famoso” Milingo

Arriva la decisione di Papa Francesco riguardo al Vescovo di Parigi, accusato di avere una love story. Ma entra in scena l’ex esorcista Milingo,  che dice la sua sulla recente vicenda e che è giunta a conclusione nelle ultime ore. Purtroppo, dimostrando non solo di non essere tornato nella strada della riconciliazione, ma nemmeno di avere compreso il … Leggi tutto

Chi sarà la futura guida a capo della CEI ? La delicata scelta è nelle mani del Papa

Una scelta di estrema importanza che determinerà molti aspetti della Chiesa italiana per i prossimi anni. In base al nome che verrà designato dal Pontefice la gestione di quanto riguarda la fede cattolica in Italia avrà una direzione piuttosto che un’altra.  L’attuale presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, ha infatti raggiunto il limite di … Leggi tutto

Il Pensiero del Curato d’Ars per oggi 2 Dicembre 2021 – Video

Scopriamo cosa vuole dirci il santo di oggi, attraverso un suo insegnamento sempre attuale e utile per il nostro cammino quotidiano: “Il demonio fa tutto ciò che può per farci tralasciare le nostre preghiere” .

Santo Curato d’Ars, tu hai fatto della tua vita un’offerta totale a Dio per il servizio degli uomini. Che lo Spirito Santo, per la tua intercessione, ci conduca a rispondere oggi, senza debolezza, alla nostra vocazione personale.

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Oggi vi proponiamo una perla tratta dai tanti pensieri di San Giovanni Maria Vianney patrono dei parroci, curato d’Ars.

“Ah!, fratelli miei, non meravigliamoci del fatto che il demonio fa tutto ciò che può per farci tralasciare le nostre preghiere, e farcele dire male; è che capisce molto meglio di noi quanto la preghiera è temibile nell’inferno, e che è impossibile che il buon Dio possa rifiutarci ciò che gli chiediamo per mezzo della preghiera… (Curato d’Ars)”.

Pensiero dei Santi: chi era San Giovanni Maria Vianney, Curato d’Ars

Conosciuto anche come Curato d’Ars, San Giovanni Maria Vianney nacque l’8 maggio 1786 a Dardilly (Lione). Era figlio di poveri contadini, raggiunse il sacerdozio con non poche difficoltà, tra cui vari problemi nello studio. Vi riuscì anche grazie all’abate Charles Balley, che lo avviò al seminario. Dopo esser divenuto presbitero, seguì Balley, divenendo suo vicario.

L’aiuto del pastorello

Alla morte di Charles Balley, San Giovanni Maria fu inviato ad Ars en Dombes, un piccolo borgo con meno di trecento abitanti. Il nuovo Curato, lungo la strada che portava ad Ars, ebbe qualche difficoltà a causa della scarsa conoscenza della strada e della fitta nebbia che circondava la zona.

Chiese dunque aiuto a dei giovani pastorelli che in quel momento vigilavano sul gregge. In particolare parlò con uno di loro, Antonio Givre. Il giovane pastorello lo aiutò e San Giovanni Maria gli rispose in questo modo: Tu mi hai indicato la strada per Ars, io ti insegnerò la strada del Paradiso. Questa frase è ancora oggi incisa sul monumento che ricorda questo incontro.

Pensiero dei Santi: il Curato d’Ars contro ogni forma di vizio

San Giovanni Maria utilizzò la sua istruzione religiosa per evangelizzare, cristianizzare e catechizzare. La sua opera d’apostolato fu contraddistinta da una forte oppressione di ogni forma di vizio. Il curato vedeva la chiesa vuota di domenica, poiché le persone la prendevano come lavorativa.

Dopo il lavoro si ubriacavano nelle osterie. Le donne, i giovani e gli anziani si ritrovavano invece in piazza per far baldoria. San Giovanni iniziò una vera e propria crociata contro le bestemmie, contro il lavoro festivo, le osterie e i balli, tutti elementi che rappresentavano un ostacolo all’opera di apostolato. Fu intransigente contro le osterie, definite «luogo in cui si vendono le anime, in cui si rovinano le famiglie, in cui si rovina la salute, dove sorgono liti».

La guarigione miracolosa di Leone Roussat

Nel gennaio 1862 Leone Roussat fu colpito da crisi nervose sempre più gravi. Dopo aver raggiunto Lione e aver parlato con i medici, le crisi tuttavia aumentarono in numero ed intensità. Dopo diversi tentativi, anche il primario di Lione disse al padre che era inutile continuare a portarlo da lui.

L’unica speranza per il giovane era Ars. Il primo maggio di quell’anno il Vescovo di Belley benediva la prima pietra della Chiesa di Ars. I genitori del giovane portarono loro figlio sulla tomba del Santo Curato. Di ritorno in paese a Saint Laurent, i genitori videro il figlio, prima completamente paralizzato, mettersi a correre e giocare. Il giovane era guarito, completamente.

Messori come non l’abbiamo mai visto: “Pregate perché io muoia bene”

Vittorio Messori, il grande giornalista e apologeta, affronta a cuore aperto il tema tabù del nostro tempo: la morte. E mentre si avvia verso la fase finale della sua esistenza confessa di chiedere preghiere non per guarire dalla malattia, ma per poter morire cristianamente.

“Sono vecchio. Io non uso questa parola: anziano. Io sono vecchio”. A pronunciare parole così franche è Vittorio Messori durante una conversazione avuta con Riccardo Caniato a Maguzzano, sulla sponda bresciana del Lago di Garda, presso l’abbazia fondata nel IX secolo dai monaci benedettini dove l’autore di Ipotesi su Gesù ha uno studio.

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Parole controcorrente, com’è abitudine di questo grande apologeta della fede cattolica, da sempre allergico agli eufemismi del politicamente corretto. È un Messori che mette a nudo tutta la fragilità di un uomo di ottant’anni, malato, al quale i medici non hanno dato molto tempo da vivere.

Il grande apologeta e intervistatore di due papi

Messori è lo scrittore cattolico più tradotto al mondo. È stato anche il primo laico a scrivere un saggio con un papa: il libro-intervista Varcare le soglie della speranza, scritto a quattro mani con Giovanni Paolo II nel 1994. Dieci anni prima aveva intervistato il futuro Benedetto XVI (allora Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede) nel celebre Rapporto sulla fede.

Due titoli che da soli farebbero la gloria di uno scrittore cattolico. Tuttavia, il più grande servizio reso alla Chiesa da Messori è quello delle sue opere apologetiche, a cominciare dalla trilogia su Gesù: Ipotesi su Gesù (1976); Patì sotto Ponzio Pilato (1992); Dicono che è risorto (2000).

Proprio intorno alla trilogia su Cristo – recentemente ristampata dalle Edizioni Ares di Milano – si è articolata questa ultima intervista dove Messori ha dato uno splendido saggio del suo modo diretto e coraggioso di affrontare la realtà.

Il mistero insondabile della sofferenza

Dopo aver ribadito l’attendibilità storica dei vangeli Messori si è a lungo soffermato sul mistero della sofferenza e della morte.

Perché Gesù ha dovuto patire sotto Ponzio Pilato? E perché morire in quella maniera così orribile? Abbiamo dimenticato come la crocifissione fosse davvero il peggiore degli antichi supplizi. Per i romani era la punizione più estrema: un’agonia estenuante, sotto l’occhio vigile e crudele di un pubblico che strillava, insultava e derideva, oppure semplicemente assisteva allo spettacolo macabro dei rapaci impegnati a straziare il condannato cavandogli gli occhi o i testicoli. Il corpo del crocifisso, esposto a ogni genere di vilipendio, fungeva da “manifesto pubblicitario” che doveva servire a testimoniare il potere della grande e potente Roma.

La Croce di Cristo, risposta divina al mistero del dolore umano

Solo nell’aldilà riusciremo a sapere qualcosa del grande mistero del dolore, dice Messori. Ma già in questa vita la sofferenza scelta e accolta da Cristo “in qualche modo ci spiega, ci fa accettare il male che c’è nel mondo”. È un fatto: gli uomini soffrono, piagati dalle malattie, dalla fame, dalla guerra, dai disastri naturali. Però, in una prospettiva di fede, anche Gesù ha sofferto terribilmente. Questo significa, osserva Messori, che “il nostro non è un Dio il quale fa soffrire i suoi creati; lui stesso ha voluto assumere sul suo corpo il male”. La crocifissione e morte di Gesù è così la risposta alla rivolta contro un Dio accusato di far soffrire l’uomo. Cristo non spiega la sofferenza, la prende su di sé.

Gesù ha patito per primo la sofferenza e questo, in qualche misura, ce la rende più accettabile. Resta il fatto che questa vita è un tempo di passaggio e di prova per il paradiso. La Chiesa stessa, prosegue Messori, è destinata a seguire il suo Signore lungo questo cammino: “La Chiesa non è in marcia verso il trionfo, la Chiesa è in marcia verso la sofferenza”.

“Pregate perché io muoia da cristiano”

Nella parte finale della conversazione Messori tocca il tema della morte – al quale del resto ha dedicato il suo secondo libro: Scommessa sulla morte (1982). Qui Messori, con la schiettezza che gli è propria, rivela di essere, prima ancora che un grande giornalista e un grande studioso, un grande cristiano. Confessa infatti di chiedere, ai tanti che pregano per lui, di non pregare per la sua guarigione, ma perché possa avere una morte cristiana: “Non pregate perché io guarisca; pregate per favore, se volete, perché la mia sia una buona morte, perché io muoia bene”.

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Molti oggi vorrebbero morire senza neanche accorgersene: nel sonno, comunque all’improvviso. Come se ad attenderci non ci fosse un giudizio particolare. Che però è una verità insegnata dal Catechismo della Chiesa Cattolica: “Ogni uomo fin dal momento della sua morte riceve nella sua anima immortale la retribuzione eterna, in un giudizio particolare che mette la sua vita in rapporto a Cristo, per cui o passerà attraverso una purificazione, o entrerà immediatamente nella beatitudine del cielo, oppure si dannerà immediatamente per sempre”.

Altro che morire di colpo… “Al contrario”, afferma Messori, “io prego di morire consapevole, del tutto consapevole, perché la morte consapevole ti permette di affrontare questo tribunale che deve attirarci ma anche un po’ spaventarci”.

Questo intervistatore di due papi non crede al “Gesù buonista che sempre e comunque perdona e fa entrare tutti al massimo con uno scapaccione”. Lo trova un tradimento del cristianesimo. Il Vangelo infatti è chiaro: ci sarà spazio per i salvati ma anche per i dannati. I cattolici di oggi sembrano invece più preoccupati della qualità della vita terrena che non della salvezza e della vita eterna, quando un tempo esistevano addirittura le “società per la buona morte” che aiutavano la gente a morire cristianamente.

Ragione in più per non sottovalutare il giudizio finale – che certo è da temere più della morte fisica – e prepararsi alla morte avendo cura di poter accedere ai sacramenti (confessione, unzione degli infermi, eucarestia). Per quel che possiamo, ci uniamo allora alle intenzioni di Vittorio Messori e chiediamo ai lettori, se lo desiderano, di fare altrettanto.

 

Preghiamo oggi 2 dicembre la Madonna di Balasar | Favorirà la consacrazione del mondo al Cuore Immacolato

La beata Alexandrina Maria da Costa, profondamente devota all’Eucaristia, tanto da nutrirsene senza nient’altro per anni, riceve da Gesù l’invito alla consacrazione a Maria Santissima: questo invito arriva al Papa, che ne coglie l’importanza. È proprio Pio XII a consacrare per primo il mondo al Cuore Immacolato di Maria, dopo questa esortazione. La Madonna appare … Leggi tutto

Italia in preghiera: diretta TV dal Santuario della Madonna delle Grazie in Campagnatico

La diretta settimanale con la recita del Santo Rosario, l’importante iniziativa di preghiera questa volta sarà trasmessa dalla provincia di Grosseto. Un momento di preghiera forte che unisce l’Italia intera e che si innalza, unanime, a Maria. L’appuntamento fa tappa questa sera in Toscana, al Santuario della Madonna delle Grazie in Campagnatico. La preghiera incessante … Leggi tutto

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