Una giovane ragazza che ha visto imporsi una scelta di vita, alla quale, invece, decide di ribellarsi con forza, determinazione e anche grande coraggio per quel tempo.
Ogni giorno è stata dedita al digiuno ed alla preghiera. È conosciuta, anche, come la Santa di Clermont, per la sua scelta di isolarsi da tutto e tutti.
15 febbraio: Giorgia e la vita da eremita
In questo quindicesimo giorno del mese di febbraio, la chiesa venera Santa Giorgia. Una donna, una giovane ragazza vissuta intorno all’anno 500 d.C. che sceglie una vita diversa rispetto a quelle delle sue contemporanee.
Non una vita fatta da un matrimonio, ma un suo totale dedicarsi a Dio e alla sua contemplazione. Il suo ritirarsi in campagna, pregando, digiunando e offrendo ogni sua sofferenza e ogni sua preghiera come “ostia di lode” a Dio.
Le poche notizie circa la sua vita ci vengono date da Gregorio di Tours. Egli, avendo vissuto gran parte della sua vita a Clermont, può riferire molte notizie, sue o apprese per sentito dire, sulle virtù di Santa Giorgia, raccolte poi nella sua opera dal titolo “De Gloria confessorum”.
Il funerale con le colombe
Gregorio parla di Giorgia come una giovane, di origini francesi, vissuta tutta la vita a Clermont (tanto da esser conosciuta da tutti come “la Santa di Clermont”). Non si conosce la data esatta della sua morte, ma secondo la leggenda durante il suo funerale uno stormo di colombe segue il feretro mentre veniva portato in processione al cimitero, e rimase a vegliare la tomba per il resto del giorno.
La colomba segno e simbolo di una purezza conservata sino alla fine dei suoi giorni.
Sebbene non si abbia la conferma, si pensa che i resti della Santa possano essere custoditi a Clermont d’Alvernia, nella chiesa di San Cassiano.
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Preghiera a Santa Giorgia
O voi tutti che regnate con Dio nel cielo, dai seggi gloriosi della vostra beatitudine,
volgete uno sguardo pietoso sopra di noi, esuli dalla celeste patria.
Voi raccoglieste l’ampia messe delle buone opere,
che andaste seminando con lagrime in questa terra di esilio.
Dio è adesso il premio delle vostre fatiche e l’oggetto dei vostri gaudii.
O beati del cielo, ottenete a noi di camminare dietro i vostri esempi
e di ricopiare in noi stessi le vostre virtù, affinchè, imitando voi in terra,
diventiamo con voi partecipi della gloria in cielo. Così sia.
Pater, Ave, Gloria
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