Madonna di Gibilmanna: il prodigio del Crocifisso che parla

All’immagine della Vergine  sono attribuiti molti eventi miracolosi tra cui uno in particolare che ha coinvolto un frate che ne è stato testimone

Madonna di Gibilmanna – photo web source

Nel 1530 in Sicilia erano già stati già fondati in Sicilia diversi conventi per il nuovo ordine dei Cappuccini appena costituito. Come ad esempio quelli a Castronovo e a Vizzini nel 1533, oppure a Enna nel 1534. In quest’ultimo anno, il giorno di Pasqua, un’imbarcazione che trasportava una statua raffigurante una Madonna con il Bambino si trovò di fronte una dura tempesta di mare.

La Vergine apparve in sogno al frate cappuccino

Così trovò riparo nel borgo medievale del Castello di Roccella. In quella notte la Madonna apparve in sogno ad un frate cappuccino che viveva a Gibilmanna. Lo invitò ad andare a prendere una delle statue approdate per portarla nella loro chiesetta. Di preciso, si riferì alla statua che era avvolta con una coperta di lana.

Così la statua venne caricata su un carro trainato da buoi. Questi ultimi, lasciati in libertà  dopo giorni di viaggio, si fermarono nel promontorio al di sopra della città di Cefalù. Proprio in quel luogo oggi sorge l’attuale Santuario della Madonna di Gibilmanna.

La fondazione della chiesa da parte di padre Sebastiano Majo

Padre Sebastiano Majo da Gratteri, uno dei primi seguaci della riforma cappuccina, l’anno seguente, nel 1535, si stabilì a Gibilmanna. Lì ebbe modo di rifondare la chiesa ed il convento, che venne costruito vicino alla vecchia cappella benedettina. Il primo edificio conventuale aveva solo sei piccole celle costruite in maniera molto rozza.

Anni dopo, nel 1576, Padre Sebastiano ebbe una apparizione di Gesù durante la celebrazione della messa nell’antica chiesetta. Venne invitato a dipingere il Signore così come lo vedeva. Padre Sebastiano dipinse il quadro con i colori ricavati dalle piante pestate e presenti nel territorio. Quadro che si trova ad essere attualmente esposto nel Santuario.

Il Crocifisso parlò ad un monaco nel Santuario

Il sacerdote, già dei Minori Osservanti, divenne così il fondatore della comunità cappuccina del Santuario di Gibilmanna. In quello stesso Santuario della Madonna di Gibilmanna il Crocifisso parlò ad un monaco dicendo “Qui regna mia madre…a Lei rivolgetevi per le grazie”. Oggi all’interno del Santuario è ancora custodita l’immagine della Madonna, sotto cui arde incessantemente una lampada.

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L’olio che alimenta la lampada viene offerto ogni anno alla Madonna da uno dei vari comuni della Diocesi. Durante i giorni di festa accade infatti che numerosi pellegrini si recano a piedi del Santuario per onorare la Vergine, accodandosi al corteo per la Processione  composto dalle confraternite, dal clero, dalle Autorità civili e militari, e infine dalla banda.

Nel piazzale sito nei pressi del Santuario, al termine della processione si svolge la Solenne Celebrazione Eucaristica con l’offerta dei doni e dell’Olio. Dopo la funzione, infine, la Lampada viene posta sull’altare e accesa, per essere da ultima portata in processione all’interno del Santuario e posta ai piedi dell’immagine della Madonna.

Giovanni Bernardi

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