
La legge 194, sull’ interruzione volontaria di gravidanza, ha compiuto 40 anni esatti.
Fu promulgata, infatti, il 22 Maggio del 1978.
Il Ministero della Salute ha calcolato che i ginecologi obiettori di coscienza, che operano in strutture che praticano l’aborto, sono oltre il 70% e sono in aumento.
La percentuale massima è in Molise con il 96,9% degli obiettori.
Se questo per alcuni è il sintomo che la legge 194 non sia applicata a dovere nel nostro Paese, per noi significa che in Italia c’è ancora la coscienza e la cultura della vita, che tende a proteggere il concepimento e la maternità.
C’è da dire che, sia il Consiglio d’Europa, che il Comitato dei Diritti Umani dell’Onu, richiamano l’attenzione sul fatto che la legge 194 in Italia sia così poco diffusa, temendo che le donne risolvano con degli aborti clandestini, ma noi speriamo si tratti dell’inizio del fallimento di ogni atteggiamento contro la vita.
Ricordiamo anche che “I non obiettori hanno in media 50-60 anni; nel giro di dieci anni, la legge 194 potrebbe diventare inapplicabile”, dice un medico di Palermo!
Del resto, forse, si considera di poco conto il fatto che, in realtà, le donne incinte potrebbero non avere alcun motivo per non far nascere il loro bambino, se si ritengono abbastanza mature e pronte da incontrare sessualmente un uomo.
E, dunque, ci verrebbe quasi da citare il Vangelo, in quel passo che riguarda la risurrezione del Cristo, che dice: “Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione? Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la legge”. In questo caso, è la legge 194!
Antonella Sanicanti