DPCM: Gabrielli blocca l’intrusione nelle case – il retroscena

Il documento firmato dal capo della Polizia Gabrielli ci salva dall’ultima ipotesi emersa in merito al nuovo DPCM: i controlli in casa per verificare i “limiti di riunione”.

Gabrielli

Il retroscena, emerso dalle parole de “Il Riformista” e riportato da Adnkronos, parla chiaro: è lo stesso capo della Polizia Franco Gabrielli a “salvarci” dall’ipotesi emersa nelle ultime ore, riguarda al nuovo DPCM.

Sembra infatti, in base a quanto riportato dalla fonte, che il Ministro della Salute Speranza e il Ministro dei Beni Culturali Franceschini avevano portato avanti le richieste di disporre controlli nelle case, per verificare il reale rispetto di quanto richiesto dal DPCM, ovvero limitare le riunioni domestiche. La richiesta di verificare eventuali raduni è, infatti, alquanto incostituzionale, basti pensare all’Art. 14 della Costituzione stessa, il quale riconosce l’inviolabilità del domicilio privato.

Gabrielli: il retroscena sul DPCM

La chiamata in causa del capo della Polizia Gabrielli, come riporta Adnkronos, si lega ai fatti dello scorso lunedì, quando il premier Conte, di ritorno dalla Puglia, è venuto a conoscenza della singolare richiesta. Solo a quel punto, il Presidente del Consiglio ha deciso di coinvolgere dapprima il Ministro dell’Interno Lamorgese per chiarire la questione. In secondo luogo, è stato chiamato in causa il prefetto Gabrielli. Quest’ultimo, nell’arco di poco tempo (un’ora circa) ha “spazzato via ogni dubbio in merito, firmando un documento opportuno.

Il documento che spazza via i dubbi

Effettivamente, quanto scritto e firmato dal Prefetto, scioglie ogni dubbio in merito alla singolare e assurda richiesta. Come riporta la fonte, l’appunto del prefetto mette dapprima in luce come la polizia sia impegnata nella gestione di “reati, flussi migratori e norme anti-covid”. Ma, soprattutto, Gabrielli ribadisce l’impossibilità di tale pratica, alla luce dell’Articolo 14 della Costituzione, che, per l’appunto, riconosce l’inviolabilità del domicilio.

Franco Gabrielli
Franco Gabrielli (photo websource)

Dunque, viene a sua volta ribadito come il controllo dei “party privati” sia impossibile. L’unico modo – e in tal senso il quotidiano in questione lancia un appunto provocatorio – è quello di dichiarare lo “stato di guerra“. Al di là di questa assurda ipotesi, l’intrusione della polizia nelle case, è effettivamente impossibile.

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F.A.

 

 

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