Ddl Zan-Scalfarotto, la libertà di espressione e il pensiero della Chiesa

Il Ddl Zan Scalfarotto “rischia di creare veri e propri reati d’opinione”. Le parole del vescovo di Pavia Corrado Sanguineti non lasciano spazio a dubbi: si tratta di un’ideologia che “nega il principio di realtà”.

Ovvero che si rifiuta di riconoscere la verità indiscutibile dell’identità sessuale. Purtroppo, si tratta perciò della dimostrazione di come si stia tristemente scivolando in un “sottile totalitarismo” che risponde alle logiche dell’ideologia gender.

L’ideologia gender sottostante al Ddl Zan Scalfarotto

Ideologia fortemente propagandata da lobbies e gruppi di grande potere, capaci di influenzare senza troppe difficoltà l’interno apparato culturale mediatico internazionale. Intervistato dal sito La nuova bussola quotidiana, il vescovo ha infatti preso posizione senza paura. Un fatto che purtroppo non accade con regolarità. Al contrario, spesso accade di assistere a dichiarazioni morbide e quasi accomodanti anche da parte di religiosi e prelati. Che sarebbero invece chiamati alla missione di diffondere e testimoniare la verità a ogni uomo.

Monsignor Sanguineti ha spiegato che “oggi è in atto uno scontro tra due visioni opposte della vita e dell’uomo. Una cultura che rigetta cioè il “mistero della Creazione“. Per trascinare l’intera società in una vera e propria “disarticolazione dell’umano”. Un rigetto per indifferenza, ignoranza. O forse per un vero e proprio annebbiamento. Dovuto a un surplus di informazioni distorte. Che, nella società della comunicazione di massa sempre più pervasiva, vengono continuamente lanciate da ogni angolo in cui ci si imbatte.

Gender legge Zan Scalfarotto
Card. Ruini – Scalfarotto – Zan

I vescovi che si oppongono al Ddl Zan Scalfarotto

Nei giorni scorsi, dopo la nota della presidenza della Cei molto critica sul provvedimento in discussione in parlamento, c’è stata la netta presa di posizione del cardinale Camillo Ruini. Poi del vescovo di Trieste Giampaolo Crepaldi, di quello di Udine Andrea Bruno Mazzocato e di quello di Ventimiglia-Sanremo Antonio Suetta. A loro ha fatto seguito, infine, monsignor Sanguineti, con un duro editoriale apparso sul settimanale diocesano il Ticino.

Il religioso infatti ha sottolineato che l’Italia sta vivendo una pesante crisi economica e sociale legata al coronavirus. E che di certo non sono queste le urgenze degli italiani. Al contrario, è evidente che il provvedimento sia fumo negli occhi. Con l’unico obiettivo di camuffare le difficoltà del governo a contrastare questa dura crisi proclamandosi promotore di “conquiste sociali” a costo zero. Ma che di conquiste, in realtà, non hanno nulla.

Le parole chiare di Monsignor Corrado Sanguineti

Approfittando di uno stato di emergenza per approvare provvedimenti impopolari e contrastati dalla popolazione italiana. “Desta qualche sospetto questa fretta, incluso il tentativo di approvare la legge in piena estate”, spiega infatti il religioso. “Abbiamo il recente esempio della legge sulle unioni omosessuali, che ci era stata presentata come urgente: eppure, da quando è entrata in vigore, le coppie che hanno chiesto il riconoscimento legale sono numericamente molto contenute”.

Ddl Zan un pericoloso attacco alla nostra libertà
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L’impressione del vescovo, cioè, “è che si sia trattato più di una bandiera politico-culturale, piantata da lobby che agiscono in Italia e in tutto l’Occidente”. Insomma, il Ddl Zan Scalfarotto “è ambiguo e pericoloso perché dichiara di voler sanzionare forme odiose di discriminazione, ma allo stesso tempo rischia di creare veri e propri reati d’opinione”. Manifestare un pensiero offensivo oppure manifestare una propria opinione sono, senza ombra di dubbio, due atteggiamenti profondamente diversi e antitetici tra loro.

L’ambiguità del Ddl Zan Scalfarotto

Il sacerdote ha spiegato che da parte sua c’è una “diversa valutazione morale” del provvedimento che si vorrebbe approvare, e negare la possibilità di esprimerla è puro totalitarismo, è vera e propria negazione della libertà espressiva.

Insomma, “il Ddl è ambiguo perché nel dire di voler proteggere determinate persone dalla discriminazione tende poi a privilegiare una visione della sessualità che considera come un fatto assolutamente normale la separazione tra l’elemento del sesso e il genere percepito, saltando il principio di realtà”.

Il messaggio della Chiesa e il mondo omosessuale

In tutto ciò, ci si chiede allora, al netto delle questioni di natura politica, quale sia il messaggio della Chiesa. “La Chiesa ha un duplice messaggio“, spiega il religioso. “Uno, la persona è sempre più grande della propria tendenza. A me, ad esempio, non piace parlare di “comunità Lgbt” perché è come se riducessimo la persona a una tendenza più o meno forte”.

La Congregazione per la Dottrina della Fede infatti già nel lontano 1986 spiegava che la dignità delle persone omosessuali è in realtà una dignità integrale che va ben oltre l’attrazione provata. “La Chiesa dice che la persona omosessuale va rispettata e non può essere destinataria di un’ingiusta discriminazione”. Sempre alla luce della Parola di Dio, ha spiegato il vescovo, c’è anche un secondo messaggio.

“La persona omosessuale è chiamata a fare un percorso”

“La persona omosessuale è chiamata a fare un percorso. La Chiesa indica qual è la strada, che sta nell’arrivare a vivere forme di amicizia disinteressata, nella castità, in uno spazio di misericordia. Ci può essere la fatica, la caduta, la debolezza, ma non per questo la Chiesa abbassa il livello di quel che sei chiamato a vivere: “accompagnare” significa indicare una strada e sostenere, con la preghiera, la forza dei Sacramenti. Significa proporre l’esempio dei Santi, nei quali la verità annunciata si manifesta come una bellezza vissuta”.

Insomma, “discriminare in senso negativo non va bene, ma distinguere sì”. “Non posso dire che sono la stessa cosa una coppia uomo-donna aperta alla vita e una coppia omosessuale che non ha né l’aspetto della differenza sessuale né, quindi, dell’apertura alla vita”, spiega il vescovo.

“Dire che sono due realtà diverse non è offesa, ma la verità”

“Dire che queste sono due realtà diverse non è un’offesa, è semplicemente la verità. Anche l’espressione matrimonio omosessuale è un assurdo come concetto, perché matrimonio viene da matris e munus, è il compito della madre legato alla generazione della vita”. In sostanza, i temi che il Ddl Zan Scalfarotto sono molteplici e molto delicati.

C’è quello di una società che si proclama pluralista ma impedisce a una famiglia o una comunità religiosa di esprimere il proprio credo e la propria visione dell’uomo. C’è quella educativa, che impedisce alle famiglie di trasmettere ai propri figli un certo sguardo sulla realtà e una valutazione morale della stessa. Poi c’è il problema della libertà religiosa, in quanto con il Ddl Zan Scalfarotto anche il rispetto del Concordato sarebbe a rischio, nel momento in cui ai cattolici non è più permessa libertà di manifestazione del pensiero con la parola.

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Uno scontro tra visioni dell’uomo e tra Bene e male

La verità ultima, però, è che il problema maggiore sta a monte. Nel fatto che oggi, sempre più, c’è uno scontro sulla visione della vita e dell’uomo. E che, in ultima istanza, si tratta alla base c’è un conflitto ancora più radicale, che è quello tra le forze del bene e del male. Tra la Parola di Salvezza del signore e l’artiglio infernale del principe delle tenebre, che ci vuole schiavi, asserviti e quindi non liberi, ma servi del peccato e delle tentazioni che abbrutiscono l’uomo e lo trascinano con sé negli inferi.

Un conflitto ben espresso dal vescovo di Pavia, che spiega che “San Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e lo stesso Francesco sono intervenuti più volte su questi temi dicendo che qui si attenta al mistero della Creazione, che viene rigettato da molti”.

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(Websource/Archivio)

Il punto quindi è che “oggi non è in gioco solo l’omosessualità, ma che cos’è l’uomo, la donna, cos’è il legame, la famiglia, cos’è il generare, avere un figlio. Ci sono delle evidenze che vengono oscurate, con il rischio di creare grande dolore”.

Giovanni Bernardi

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