Il susseguirsi dei giorni sul calendario è segnato anche dai festeggiamenti, dalle commemorazioni, dei Santi.
I Santi sono uomini e donne che, nel corso della storia, per aver subito martiri (morti atroci, pur di non rinnegare la propria fede) o per aver compiuto miracoli (in vita o dopo la loro morte), si sono distinti tra tutti gli altri cristiani.
Nei primi secoli del Cristianesimo, tutti i cristiani erano chiamati Santi, in quanto consacrati seguaci di Cristo. La parola “Santo” deriva, infatti, dal participio passato del verbo latino “Sancire”, ossia definire per legge, rendere inviolabile, sacro, appunto (Sanco era per i pagani il Dio dei giuramenti).
In effetti per noi, oggi, è Santo chi segue le orme di Cristo e, rispondendo alla sua chiamata, meglio di altri, meglio che può, si adopera perché il progetto del Signore si attui, abbandonando se stesso alla guida, alla potenza divina, che agisce attraverso le sue azioni.
L’elenco completo di tutti i Santi è contenuto nel Martirologio Romano che viene, man mano, aggiornato.
Il Santo viene solitamente commemorato del giorno della sua morte, il Dies Natalis, che è poi quello della nascita in cielo.
Di alcuni si commemora anche il giorno della nascita, del ritrovamento delle spoglie, della spostamento di queste o di altri eventi particolari; ciò spiega perché, qualche Santo, sia ricordato in più date.
Nel medioevo, si usava indicare, nei documenti, la date e il Santo del giorno; se ne trova traccia anche nella letteratura.
Gli onomastici (quindi l’associare il proprio nome al Santo corrispettivo, nel giorno in cui è ricordato) sono festeggiati sia dai cattolici, che dagli ortodossi.
Il “di” o il “da” (che spesso aiuta ad appellare in Santo, associandogli un luogo) indica, rispettivamente, il luogo della morte o il luogo di nascita: Sant’Antonio “di” Padova è morto a Padova, ma è nato in Portogallo; San Benedetto “da” Norcia è nato a Norcia, ma è morto Montecassino, ad esempio.
Colui che è Santo, è in Paradiso; sin da subito, vive l’eterna unione con Dio.
I Santi definiti “Ausiliatori” (da cui sono poi nati i “Patronati”) sono 14 e sono ritenuti capaci di occuparsi di un particolare aspetto (riferito spesso al motivo del loro martirio), come, ad esempio, San Biagio per le malattie della gola o Sant’Agata per le malattie del seno.
Nel Concilio Vaticano II, la “Santità” fu ampliata, nel suo concetto iniziale, ritenendola auspicabile, non solo per i consacrati, come solitamente accadeva, ma anche per i laici, sposati e non.
Ci sono anche i “Santi non storici”, definiti tali perché se ne hanno pochissime notizie, che potrebbero attribuirsi a leggende (anche pagane), piuttosto che a fatti reali.
La prima Santa per importanza (superfluo dirlo) è la Vergine Maria, Madre nostra e di Gesù; a lei si deve l’iperdulia (letteralmente l’ipervenerazione).
A San Giuseppe, suo sposo, e solo a lui, è riferita la protodulia (somma venerazione).
Antonella Sanicanti
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