Chi sarà il prossimo Papa? | L’indiscrezione del biografo di Giovanni Paolo II

Una domanda frequente, che molti si pongono quando decorrono diversi anni dall’inizio di ogni papato. Lo stesso sta accadendo a nove anni dall’elezione di Jorge Mario Bergoglio, avvenuta nel marzo 2013. 

Francesco oggi ha 85 anni, e ovviamente potrebbe ancora stare al Soglio Petrino per tanti anni. Tuttavia la curiosità resta, e ci sono molti indizi e indiscrezioni che lasciano prevedere alcune ipotesi.

photo web source

Ci si chiede, ad esempio, se sarà una figura molto simile a Papa Francesco, per stile e contenuti magisteriali, oppure se si tratterà di una personalità di rottura, diversa dai precedenti, o magari di transizione verso un futuro sempre diverso, cangiante e imprevedibile.

Il libro dell’autorevole saggista americano

Sarà in qualche modo una personalità in grado di ricordare i precedenti Pontefici, come Benedetto XVI, oppure San Giovanni Paolo II? In queste settimane un autorevole studioso ha provato a porsi la domanda in maniera seria. Si tratta nientemeno che del biografo di Giovanni Paolo II, il saggista americano George Weigel.

Weigel è considerato, oltre che uno studioso di chiara fama, anche un esponente di quel cattolicesimo americano conservatore che pare da anni stia avversando Papa Francesco in maniera anche decisa, cercando di metterlo in difficoltà al punto da accusarlo di eresia, come accaduto alcuni anni fa per mano dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò, dietro cui però vi erano molti sostenitori che sposavano la sua tesi.

L’autore americano ha di recente scritto un saggio intitolato “Il prossimo papa. L’ufficio di Pietro e la missione della chiesa”, in cui traccia un vero e proprio identikit del nuovo Papa. La sua lettura rispetto a Francesco è critica, così immagina che cosa dovrà fare il prossimo Papa che subentrerà al Soglio Petrino. Innanzitutto, dovrà affrontare le sfide della metà del ventunesimo secolo, ma soprattutto dare vita a una riforma della Chiesa che le permette di essere sempre più incentrata su Gesù Cristo, e non sulle velleità dovuto allo spirito del tempo.

photo web source

La rivelazione sull’ipotesi del prossimo nome del Pontefice

Per Weigel, uno dei compiti del nuovo Papa sarà quello di affrontare una rischiosa deriva liturgico-dottrinale che dagli ultimi decenni starebbe sempre più prendendo piede nel cattolicesimo, e che si vede chiaramente ad esempio osservando le strampalate richieste provenienti dalla Chiesa tedesca, impegnata in un Sinodo tutto personale in cui si vorrebbero ordinare sacerdoti donne, abolire il celibato dei preti e introdurre matrimoni gay. Persino modificare la scrittura del nome di Dio in direzione pro-gender.

LEGGI ANCHE: Biden usa Giovanni Paolo II per giustificare la guerra | La Chiesa reagisce

Per l’autore americano, si può anche immaginare quale sarà il nome del prossimo Papa. Che potrebbe essere Giovanni XXIV, o forse anche Giovanni Paolo III. C’è persino un evento molto particolare che potrebbe essere significativo in questa direzione. Pare infatti che quando il Papa incontrò il vescovo di Ragusa, mons. Giuseppe La Placa, questi lo invitò a visitare la sua diocesi nel 2025. La risposta di Bergoglio fu lapidaria.

“Il Santo Padre ha fatto un sorriso e un cenno di assenso e con una battuta mi ha risposto dicendo che nel 2025 sarà Giovanni XXIV a fare quella visita”, avrebbe raccontato il religioso. Per Weigel, in ogni caso, il futuro nuovo papa “dovrà dedicarsi pienamente alla nuova evangelizzazione come la grande strategia della Chiesa del XXI secolo”. Ovvero dovrà riappropriarsi della sua identità di chiesa sacramentale e gerarchica, coniugando questi aspetti con il patrimonio consegnato dalla Tradizione.

photo web source

LEGGI ANCHE: Angelus | Appello di Papa Francesco contro una disgrazia “non inevitabile”

Dovrà cioè annunciare la “pienezza della fede cattolica”, contro gli aspetti di natura evangelica o protestante che vorrebbero al contrario prendere spazio anche nella Chiesa cattolica. In sostanza, dovrà centrarsi sulla diffusione di “un insegnamento chiaro e salde aspettative morali”. In caso contrario, se si pensa che dovrà diffondere una sorta di “cattolicesimo light”, per lo scrittore si verificherebbe un rischio molto preoccupante. Quello della perdita della fede e della direzione verso una dissoluzione del nucleo fondante della fede cristiana. Un esito che nessun fedeli auspica.

Impostazioni privacy