L’esasperata povertà in Venezuela porta la gente ad attaccarsi, a seguire, coloro che hanno di più, coloro che “mangiano” per strada, anche solo un gelato.
La lettera di uno studente venezuelano dimostra come i suoi connazionali siano ormai ridotti alla fame e alla disperazione, dalle autorità che fanno finta di ignorare le situazioni precarie, in cui versa tutta la Nazione.
In Venezuela, pochi si curano di proteggere i più deboli, dalla vita di strada e da una fine immeritata; in quel Paese, le ricchezze, recuperate dai giacimenti si petrolio, sono riservate solo agli arrivisti senza cuore.
E non solo quella signora, che poteva sembrare anche una senzatetto, ma pure un bambino gli si è avvicinato, per chiedergli un po’ di quella leccornia, di cui probabilmente non ricordava più il sapore.
“Ma continuavo ad andare, provando uno strano miscuglio di sensi di colpa e rabbia, perché il mio gelato sembrava darmi una specie di faro (…) in questa ricca nazione petrolifera”.
Poi, lo studente è stato intercettato e seguito da alcuni giovani ventenni; uno di loro ha cercato, addirittura, di rubargli il gelato, di strapparglielo dalle mani.
Antonella Sanicanti
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