Coronavirus: arriva il primo vaccinato, è una volontaria americana

Nella paura di questi giorni di isolamento forzato dovuto al Coronavirus, una notizia positiva arriva dal fronte medico. Segno che la preghiera incessante di questi giorni sta dando i suoi primi frutti.

Vaccino contro il coronavirus (Sourceweb)

Pare infatti che sia stato effettuato negli Stati Uniti il primo test riguardante un nuovo vaccino contro il coronavirus, stavolta effettuato non su un animale ma su un uomo. E anche in Europa è stato affermato che nel prossimo giugno potrà già partire la sperimentazione di un altro vaccino.

Un’escalation positiva

Dopo i casi perciò dell’anticorpo olandese e quello del vaccino australiano sui topi, di cui è stata data nota nei giorni scorsi, quella che si registra è un’escalation del tutto positiva riguardante la cura verso questo terribile virus.

Non ci si illude infatti che i tempi saranno rapidi. Ma le novità che ci arrivano in queste ore testimoniano che la ricerca scientifica sta proseguendo a passi da gigante, e tutti siamo speranzosi che possa finalmente trovare la cura adatta al coronavirus.

La necessità del vaccino

Molti scienziati infatti stanno affermando che, anche se il picco dei contagi dovesse diminuire, la popolazione non resterà mai totalmente al sicuro finché non verrà trovato il vaccino. Se pensiamo al morbillo, ci sono voluti secoli fino a che questo venisse scoperto. Con tutte le drammatiche conseguenze avute nei secoli.

Oggi invece la ricerca lavora in maniera molto più rapida, e nel giro di alcuni mesi già si potrebbe intravedere in maniera concreta la soluzione. Segno che quando la scienza, e in particolare la scienza medica, lavora bene e con dedizione per il bene comune e del prossimo, questa diventa una delle più alte espressioni della carità cristiana. Ovvero la ricerca del bene dell’uomo, in questo caso il paziente medico.

I tempi prospettati

Si dice che i tempi per avere il vaccino saranno di circa un anno e mezzo. Ma come aveva affermato verso la metà dello scorso mese di febbraio il direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases, nel breve periodo si sarebbe effettuato il primo test sull’uomo. Così è stato. Con la collaborazione dell’azienda Moderna e della Coalion for Epidemic Preparedness Innovation, a Seattle è stato perciò iniettato al primo dei 45 volontari sani.

Si tratta dello specifico di un vaccino sintetico, Rna messaggero, che utilizza solamente l’informazione genetica del virus. Nella seconda fase dei test si capirà di più sulla sua sicurezza ed effettiva efficacia. A quel punto, una volta pronto e testato, si dovrà comprendere quali saranno i tempi tecnici per produrlo e immetterlo nel mercato.

Gli altri vaccini allo studio

Lo stesso tipo di vaccino è anche quello che a giugno sperimenterà l’azienda biofarmaceutica CureVac, che opera tra Stati Uniti e Germania, secondo quanto affermato dalla Commissione europea. Nel nostro paese, invece, ci sono due progetti in attesa del via libera per poter passare alla fase di sperimentazione. E lo sforzo che il Ministero della Salute sta facendo con le regioni è anche quello di rendere il trattamento sui pazienti omogeneo a livello nazionale.

Uniti nella preghiera

In attesa di questi veri e propri miracoli moderni della medicina, dobbiamo solamente unirci in preghiera e sperare che grazie all’intercessione presso il Signore dei nostri santi, a cui ogni giorni ci rivolgiamo, tutto vada per il meglio.

Preghiera epidemie

Che Gesù possa animare le mani e il cuore di tutti i ricercatori. Dei medici e degli infermieri che in questi giorni stanno lavorando senza sosta per curare i malati e i contagiati. Nella speranza che arrivi finalmente il vaccino che possa eliminare dalla terra questo odioso male che viene chiamato coronavirus.

Giovanni Bernardi

Fonte: ansa.it

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