Il Teologo risponde: Gesù afferma che sono molti i chiamati ma pochi gli eletti, come mai?

 Don RENZO LAVATORI, laureato in teologia e filosofia, membro della Pontificia Accademia di Teologia, docente di Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Urbaniana e altre Università ecclesiastiche di Roma. Conosciuto per numerose pubblicazioni sui temi fondamentali della fede e per le sue trasmissioni mensili a Radio Maria.

Davvero illuminante la risposta che Don Renzo da a questo quesito, che noi molto spesso ci siamo posti, leggiamo con attenzione per far si che la mente e il cuore si aprano alla parola di Dio.

 

Caro Don Renzo,
vorrei una delucidazione sulla questione che riguarda gli eletti e i chiamati da parte di Dio. Quale differenza intercorre tra le due realtà di essere chiamati e di essere eletti? Gesù afferma che sono molti i chiamati ma pochi gli eletti. Mi chiedo: è Dio che decide quali sono gli eletti, ma allora ho l’impressione che Dio abbia delle preferenze e non agisca in modo uguale per tutti. Infatti perché ha scelto di stabilire l’alleanza proprio con il popolo ebraico e non con tutti gli altri popoli della terra?

Caro Marco,
la tua domanda abbraccia due tematiche che vanno distinte anche se sono correlate tra loro. La prima riguarda il rapporto tra la chiamata e l’elezione divina rispetto alle creature umane; la seconda concerne la questione specifica del popolo ebraico. Io parto da quest’ultima per poi chiarire la prima domanda.
Circa il popolo ebraico bisogna dire, come afferma la Scrittura stessa, che Dio lo ha scelto non perché fosse un popolo numeroso o ricco o potente a livello umano, ma unicamente in ragione della Sua disponibilità gratuita, non condizionata da motivazioni terrene e contingenti. Si tratta di riconoscere l’infinita libera e generosa disponibilità divina. D’altro canto va detto che la logica di Dio non corrisponde a quella degli uomini. Dio sceglie ciò che umanamente è più debole e povero per manifestare la sua infinita potenza e bontà. Ciò è avvenuto non solo per il popolo d’Israele ma anche per la nuova alleanza attuata da Cristo. Maria stessa proclama che Dio ha guardato l’umiltà della sua serva, per mezzo della quale ha compiuto meraviglie. Gesù stesso dice nelle beatitudini che i piccoli, i poveri, i miseri e i peccatori sono preferiti dalla divina bontà proprio perché in essi si rivela la divina misericordia. Di fronte a tanta suprema sapienza non si può obbiettare nulla ma occorre semplicemente accettare la verità che Dio decide ciò che è bene per le sue creature e per la sua gloria, affinché gli uomini lo riconoscano e lo adorino.
Circa la seconda questione della differenza tra la chiamata e l’elezione, è necessario precisare che Dio chiama tutti gli uomini alla Sua alleanza in modo che possano trovare in Lui la vera salvezza e la piena realizzazione delle proprie qualità. Solo Dio infatti può riempire e soddisfare i desideri più profondi del cuore umano e donare ad esso la piena felicità. Però non tutti sono eletti, in quanto l’elezione non riguarda solo l’azione divina e la sua iniziativa, ma anche la corrispondenza e la disponibilità delle creature umane. Se queste si aprono alla divina volontà e verità in modo totale e sincero, essi trovano la comunione con Dio e perciò entrano a far parte della sua beatitudine. In tal modo acquistano l’ unione con Dio e diventano suoi eletti che fanno parte del suo Regno di amore, di verità, di pace e giustizia. Mentre coloro che rifiutano l’adesione all’amore divino e si oppongono alla Sua volontà, restano fuori dalla Sua amicizia e non fanno parte del Suo Regno. Sono stati chiamati anch’essi ma non hanno corrisposto alla chiamata, per questo non vengono eletti.

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