Il terribile incendio avvenuto all’interno della Chiesa scuote il Paese, anche a causa dell’origine inquietante del gesto.
Il rogo è divampato all’interno della chiesa proprio durante la preghiera dei fedeli, come comunicato dal ministero dell’Interno.
Il bilancio è altamente drammatico: almeno 41 persone sono morte e 14 sono rimaste ferite.
Si tratta di una chiesa copta di Abu Seifein a Giza, città alle porte della capitale Il Cairo, la seconda città più grande dell’Egitto appena oltre il fiume Nilo, e la versione ufficiale delle istituzioni è stata quella di un guasto elettrico che avrebbe innescato l’incendio.
Il dramma avvenuto nella Chiesa
L’annuncio è stato dato direttamente dalla Chiesa copta ortodossa, che ha riportato il doloroso bilancio del ministero della Salute locale. Durante la funzione religiosa in chiesa si trovavano migliaia di fedeli, mentre le fiamme e il fumo hanno provocato il panico dando luogo a una fuga precipitosa. A cui ha fatto seguito la fiamme e il fumo hanno provocato il panico dando luogo a una fuga precipitosa.
Dopo il dramma, il presidente Abdel Fattah el-Sisi ha parlato al telefono con il capo della chiesa ortodossa copta Tawadros II, secondo quanto affermato dalla emittente Al Jazeera. “Ho mobilitato tutti i servizi statali per garantire che tutte le misure siano prese”, ha scritto in un post Al Sisi. Tuttavia i dubbi dietro questo drammatico evento di cronaca sono tanti.
Le diverse ipotesi dietro le cause del rogo
Durante un ripristino dell’erogazione di elettricità, una scintilla avrebbe innescato il rogo, ha affermato il viceministro dell’Interno e direttore della sicurezza di Giza, Hicham Nasr, al termine delle visite degli esperti che si sono recati sul posto per le indagini. I copti sono infatti la più grande comunità cristiana del Medio Oriente, formati da almeno 10 milioni sui 103 milioni di cittadini egiziani.
Già in passato sono stati numerosi gli attacchi di matrice jihadista subiti dalla minoranza religiosa copta, che ha più volte denunciato discriminazioni nel Paese a maggioranza musulmana. Nello specifico, le violenze contro i copti sono aumentate dopo che Sisi, primo leader egiziano a partecipare ogni anno alla messa copta di Natale, tuttavia al centro di molte polemiche della comunità internazionale per la sua repressione verso le minoranze all’interno del Paese, nel 2013 ha rovesciato il suo predecessore islamista, Mohamed Morsi.