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Sant’Antonio Abate e le tentazioni sessuali. L’intervento dell’angelo in suo aiuto

Un angelo frenò i desideri sessuali di Sant’Antonio Abate in un momento particolare. Situazioni simili accaddero a un asceta, Elia, e a una prostituta, Myriam.

Il caso del santo abate Antonio è molto significativo. Si narra infatti che un giorno, nel deserto, dove il santo da tempo stava dimorando, si trovò vittima di aridità d’animo e di grande oscurità spirituale.

Le tentazioni sessuali di Sant’Antonio abate nel deserto

Una condizione che portò il santo ad essere tentato da alcune insidiose e pressanti fantasie lussuriose. In questa condizione penosa, Antonio si rivolse a Dio, dicendogli: “Signore, voglio essere salvato, ma i miei pensieri di impurità sessuale non me lo permettono. Cosa devo fare nella mia afflizione? Come posso fare perché sia salvato?”.

Antonio continuò così a pregare, imperterrito. Ad un certo punto decise di alzarsi per uscire dalla stanza in cui si era recato, in quell’istante, per le orazioni. Una volta fuori, all’aperto, vide un uomo del tutto identico a lui che era seduto, intento a lavorare.

Un angelo andò da Antonio per spiegargli la strada

L’uomo, a intervalli regolari, si alzava per andare a pregare, e dopodiché tornava a sedere e continuava nel suo lavoro, che consisteva nel tessere una corda. Si alzava, pregava, tornava al lavoro, e così via.

Si trattava di un angelo mandato il Signore. La ragione della sua presenza era quella di correggere e rassicurare Sant’Antonio abate in preda alle sue difficoltà e tentazioni. A un certo punto, l’angelo si rivolse ad Antonio. “Fa così e sarai salvo”, disse.

Sant’Antonio sobbalzò di gioia per la consolazione ricevuta

Così Antonio, una volta udite quelle parole, sobbalzò di gioia per la consolazione ricevuta. Tutto questo gli diede molto coraggio, e subito ritornò a lavorare come indicato dall’angelo. Fu così che riuscì a salvarsi dalle tentazioni.

Un altro caso molto esplicativo riguarda un asceta di nome Elisa. L’uomo, infatti, da tempo si impegnava per la consacrazione verginale delle donne, una causa che aveva perciò molto a cuore. Con il denaro che aveva a disposizione decise di costruire un grande monastero, all’interno del quale queste donne vennero riunite e invitate a vivere insieme.

Le donne cominciarono a litigare all’interno del monastero

Prima, infatti, erano isolate, e ora potevano condividere la loro condizione in maniera comunitaria. Elia procurò a queste donne tutto ciò di cui avevano bisogno. Queste, però, venute da luoghi diversi e lontani tra loro, avevano anche stili di vita molto diversi l’una con l’altro. Cominciarono perciò, malauguratamente, a litigare.

Le donne erano oltre trecento, e Elia ci metteva tutto il suo impegno per riappacificarle. Restò così tra loro per due anni. Però Elia era anche un giovane, aveva tra i trenta e i quarant’anni. E stando in mezzo a loro era molto tentato dalla loro sensualità.

L’uomo viaggiò nel deserto per due giorni

Una volta che riuscì a lasciare il monastero, l’uomo viaggiò nel deserto per due giorni. Mentre viaggiava, pregava. “Fammi morire, Signore, perché non veda la loro pena; oppure liberami dalla mia passione sensuale, perché possa occuparmi di esse con cuore puro, come si conviene”, diceva durante le sue orazioni.

Arrivata la sera, si addormentò nel deserto. Tre angelo si recarono a lui in visita e gli chiesero: “Perché sei uscito dal monastero delle donne?”. Elia spiegò a loro tutta la verità. “Perché ho paura di nuocere ad esse e anche a me”, dissero. Dopo averlo ascoltato, gli angeli fecero lui una proposta.

Gli angeli proposero un patto all’asceta, che accettò

“Se noi ti liberiamo dalla tua passione, tornerai ad occuparti di loro?”, chiesero. L’asceta accettò, e dovette formulare un giuramento di fronte agli angeli. A quel punto gli angeli, con un gesto simbolico e non reale, lo afferrarono mani e piedi e finsero di tagliargli i testicoli.

Elisa pensò così di essere stato guarito nell’ambito di un’estasi mistica. Dopo cinque giorni tornò al monastero, che però trovò in uno stato di tremenda desolazione. Visse lì dentro per quarant’anni, e non ebbe mai più alcuna tentazione di natura sessuale. Gli angeli avevano così permesso la grazia a questo santo, che si dedicò tutta la vita al monastero.

La comunità di suore in Brasile che aiutava le prostitute

Un ultimo caso molto significativo riguarda una comunità di suore, vicino a San Paolo, in Brasile, nella Valle del Paraiba. Queste suore avevano come missione di aiutare delle prostitute a ricominciare una nuova vita. Myriam era una prostituta di 22 anni e aveva due figlie piccole. La sua aguzzina però era forte e anche molto violenta. Questa non voleva in alcun modo lasciarla andare.

Allora le suore che si impegnavano per liberare la donna si rivolsero agli angeli. Quando alcune settimane dopo Myriam finì ricoverata in ospedale per una colica renale, la suora portò del denaro all’aguzzina per poter prendere in carico le bambina. La donna, pur accettando il denaro, aggredì fisicamente la suora.

La suora cominciò a pregare e la donna rimase paralizzata

In quegli istanti la suora cominciò a pregare il sanctus, ovvero il canto degli angeli. La preghiera tranquillizzò la suora nel profondo: gli angeli la stavano proteggendo. La donna che si era scagliata contro di lei con grande ferocia finì all’improvviso paralizzata. Immobile, urlava alla suora chiedendole di smettere di pregare.

Gli angeli la stavano immobilizzando, e le impedivano di fare del male alla religiosa. Per quarantacinque minuti per la donna che teneva Myriam nel suo stato di prostituzione fu impossibile muoversi. La religiosa se ne andò dalla stanza, prese con sé le bambine e le riportò alla loro mamma, assicurandole così una buona vita.

Giovanni Bernardi

Fonte Aleteia

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