“Il sangue si è sciolto” è l’esclamazione che attendiamo di sentire, da un momento all’altro, insieme al trepidante popolo napoletano.
Il sangue, conservato in due ampolle, viene prelevato dall’altare della Cappella del Tesoro di San Gennaro e l’annuncio dello scioglimento -se avviene- è fatto da un membro della Deputazione di San Gennaro, che sventola un fazzoletto bianco, davanti al popolo in attesa.
Il sangue di San Gennaro si sciolse, per la prima volta, all’epoca dell’Imperatore Costantino I, esattamente il 17 Agosto del 1389. Il Vescovo in carica stava trasportando la testa del Santo verso Napoli; quando venne ricongiunta alle ampolle contenenti il suo sangue, portate dalla nutrice Eusebia, questo si sciolse all’ istante
Da allora, il prodigio si ripete il sabato che precede la prima domenica di Maggio (o nei giorni immediatamente successivi), il 19 Settembre (giorno della morte del Santo), il 16 Dicembre (in memoria dell’ eruzione del Vesuvio del 1631, che si fermò dopo le molte preghiere rivolte al Santo Patrono).
Ma cosa accade se il sangue del Patrono di Napoli non si scioglie? Se la liquefazione non si rinnova nelle date stabilite, ci presume che succederanno dei gravi eventi nefasti.
E nel corso della storia, i fatti sembrano aver confermato che accade davvero.
Ad esempio, il sangue non si sciolse nel Settembre del 1939 e del 1940, prima che iniziasse la seconda guerra mondiale; non si sciolse nemmeno nel Settembre del 1943, quando iniziò l’ occupazione nazista in Italia; non si sciolse, poi, a Settembre del 1980, l’ anno del terrificante terremoto dell’Irpinia.
Antonella Sanicanti
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