Il Santo che oggi celebriamo col nome di Benedetto di Aniane (VIII secolo d.C., Francia) si chiamava, in realtà Vitizia, essendo un fiero visigoto, figlio del nobile che governava nel territorio di Maguelonne, nella parte francese del Regno dei Franchi.
Fu a servizio di Pipino il Breve, prima; poi, del figlio Carlo Magno.
E, quando questi scese in Italia per combattere contro i Longobardi, Vitizia e il fratello rischiarono la vita, essendo caduti del fiume Ticino.
Quel giorno, qualcosa cambiò per sempre nel cuore del giovane visigoto, tanto che, tornato in Francia in compagnia di un Monaco cieco, Vidmaro, comprese di voler entrare anche lui in un Monastero, avendo attribuito al Dio cristiano il suo salvataggio dall’annegamento.
San Benedetto di Aniane si ispirò a San Benedetto da Norcia
Entrò, pertanto, nel Monastero di Saint-Seine, col nome di Benedetto. In seguito, si trasferì ad Aniane e fondò un suo Monastero, ispirandosi alla Regola Benedettina (di San Benedetto da Norcia), che considerava coerente coi tempi e nel mettere in pratica le norme che predicava.
Allo stesso modo, si comportava San Benedetto di Aniane, dando severe norme che non mancava mai di esercitare in prima persona.
La Chiesa lo ricorda il 12 Febbraio, per la sua estenuante difesa della dottrina della fede cristiana, specialmente contro gli Adozionisti. Questi ritenevano che Gesù fosse un uomo come gli altri e che, solo al Battesimo al Giordano, lo Spirito di Dio, sotto forma di colomba, fosse entrato in lui, rendendolo “adottato”, come Figlio di Dio.
Per questi ed altri motivi, il successore di Carlo Magno, Ludovico il Pio, lo ingaggiò come riformatore di tutti gli Ordini monastici del suo Impero.
La morte lo raggiunse nell’Abbazia di Cornelimünster, presso Aquisgrana, il suo copro, però è tutt’ora disperso.
Antonella Sanicanti
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