Quella frase detta dalla madre in punto di morte, ha cambiato la sua vita

La perdita di una persona cara può provocare traumi e ferite,  ma delle volte può  generare situazioni imprevedibili come testimonia questa figlia.

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La morte di sua mamma è stato, per Elisa, un brutto momento. Ma, allo stesso tempo, si è riaffacciata alla fede grazie proprio ad una frase detta dalla sua mamma. Ha chiesto consiglio ad un sacerdote su come sia stato possibile.

La fede arriva di nuovo

È bastata una frase detta dalla sua mamma nel momento in cui stava per salire al Cielo. Così Elisa, una fedele, ha piano piano scoperto di nuovo la fede. Per questo, ha deciso di raccontare la sua storia e chiedere consiglio ad un sacerdote su come, tutto ciò, sia stato possibile: “Ho riscoperto la fede dopo circa 20 anni di buio grazie a mia mamma che è nata al cielo il giorno 21 aprile 2020. Mentre era moribonda mi ha sussurrato “il Signore è il mio pastore non manco di nulla” e sono rimasta molto turbata da questa frase pronunciata in punto di morte.

Dopo qualche giorno sono andata a confessarmi da un frate che mi ha assolto ma mi ha anche detto che non avrei potuto fare la comunione in quanto convivo con un uomo separato da circa sei anni. Ero comunque molto contenta per la confessione ricevuta.

“Non posso ricevere la Comunione. Perché?”

Successivamente ho voluto confessarmi ancora e ho cercato un prete della mia parrocchia il quale mi ha riferito che non poteva confessarmi ma solo darmi la benedizione poiché convivo e che la confessione è subordinata al fatto di ricevere l’Eucaristia. Sono rimasta male. Io desidero tanto ricevere Gesù e piango tutte le volte che vado a Messa e vedo gli altri che si comunicano.

Almeno la confessione speravo mi fosse possibile. Io non sono mai stata sposata e ho riscoperto la fede purtroppo mentre convivevo. Cosa devo fare? Cosa dice la Chiesa per chi convive? Io so che non reggo cristianamente senza l’Eucaristia… è già è un peso da portare…se poi non posso neanche confessarmi allora come posso avvicinarmi di più a Gesù? Mi aiuti la prego a capire… mi dica se vivessi in castità con il mio compagno potrei ricevere la comunione? Sono molto confusa…quello che so è che desidero tanto comunicarmi e non posso”.

Padre Angelo: “Il Signore ha accompagnato tua madre in Paradiso”

La risposta di Padre Angelo cerca di dare sollievo all’animo della donna: “Intanto mi compiaccio con te per il ritrovamento della fede dovuto tra le cause umane alle parole che tua mamma ha preferito in punto di morte: “Il Signore il mio pastore, non manco di nulla”. Sono le prime parole del Salmo 23. Nel momento supremo della sua vita non si sentiva sola, ma con il Signore che come buon pastore la custodiva e la portava in Paradiso. Quell’ultimo e più alto affidamento a Cristo vale per lei come un’indulgenza plenaria”.

Quanto ha disposto la Chiesa nel Manuale delle indulgenze: “Al fedele in punto di morte, che non possa essere assistito da un sacerdote che gli amministri i sacramenti e gli impartisca la benedizione apostolica con l’annessa indulgenza plenaria, la Santa Madre Chiesa concede ugualmente l’indulgenza plenaria in punto di morte, purché sia debitamente disposto e abbia recitato abitualmente durante la vita qualche preghiera.

Per l’acquisto di tali indulgenze è raccomandabile l’uso del crocifisso o della croce. La condizione “purché abbia recitato abitualmente durante la vita qualche preghiera” supplisce in questo caso le tre solite condizioni richieste per l’acquisto dell’indulgenza plenaria” – spiega, ancora, il sacerdote.

La Comunione: un qualcosa di speciale

Ma come può, ora che lei ha riscoperto la fede, avvicinarsi alla Comunione? “Il secondo sacerdote presso il quale ti sei confessata ti ha risposto bene: se vieni assolta è aperta la porta della Santa Comunione. Non ha agito così non per cattiveria ma per rispetto nei tuoi confronti perché dal momento che vivi con un uomo separato di fatto sei in uno stato di adulterio permanente. Quell’uomo infatti non ti appartiene e non ti può appartenere perché davanti a Dio appartiene indissolubilmente ad un’altra donna. Se ti avesse detto di fare pure la Santa Comunione sapeva che non ti rendeva un servizio” – spiega Padre Angelo.

 

“Il sacerdote non è proprietario dei sacramenti”

Perché, allora, non può riceverla? “Inoltre questo sacerdote ha agito così perché è consapevole che avrebbe dovuto rispondere davanti a Dio dell’inganno che ti avrebbe reso. Forse ci si dimentica facilmente che il sacerdote non è proprietario dei sacramenti ed è consapevole che deve rispondere a Dio di quello che dice in confessione.

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Piuttosto tutti e due avrebbero dovuto dirti, qualora non l’avessero fatto, che potevi ricevere l’assoluzione e conseguentemente fare la Santa Comunione se ti comportavi con il tuo compagno in perfetta continenza. Nel qual caso, per evitare confusione presso la gente, avresti dovuto fare la Santa Comunione là dove non sei conosciuta come convivente. Inoltre i due sacerdoti potevano consigliarti di far esaminare dal tribunale ecclesiastico la validità del suo matrimonio.

Nel caso infatti che i giudici riscontrino che il matrimonio celebrato dal tuo compagno sia canonicamente nullo, tu potresti regolarizzare la tua situazione con la celebrazione delle nozze cristiane” – conclude Padre Angelo.

Fonte: amicidomenicani

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ROSALIA GIGLIANO

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