Qualcosa d’inquietante lega Biden, Ucraina e scoppio della pandemia?

Un’indiscrezione condivisa dall’autorevole giornalista che si innesta in una discussione molto accesa, che prosegue da tempo, e che potrebbe avere un’implicazione diretta nei fatti drammatici che stanno sconvolgendo l’Europa e il mondo intero. 

Il figlio di Biden avrebbe infatti interessi nascosti in Ucraina, per il quale è accusato sia dalla Russia che dalla destra americana, che secondo alcuni porterebbero addirittura all’origine della terribile pandemia che ha sconvolto il mondo.

hunter biden
Joe Biden e suo figlio Hunter Biden – photo getty images

Ignacio Ramonet è un giornalista molto conosciuto nel mondo, esperto di questioni di geopolitica e docente di teoria della comunicazione, oltre ad essere attuale direttore di Le Monde Diplomatique nella sua edizione spagnola.

Il post dell’autorevole giornalista che ha sconvolto tutti

Alcuni giorni fa nel suo profilo facebook è apparso un articolo deflagrante. Nel suo post, si citavano clamorose rivelazioni avvenute al recente Consiglio di Sicurezza dell’ONU, che hanno provocato non solo grande scalpore ma hanno estremamente messo in allerta tutti coloro che lo hanno letto. 

Alcuni lo hanno ringraziato per avere condiviso queste informazioni certamente piuttosto scomode, altri invece lo hanno attaccato accusandolo di non avere prove a sostegno di quanto scrive. Tanto da portarlo a condividere un secondo post in cui spiega che lui si è limitato a rilanciare quanto fattogli pervenire da un collega di cui, tuttavia, si fida in maniera particolare.

Nel testo in questione si spiega che durante il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si sono evidenziati punti a dir poco incredibili. “Il delegato russo ha presentato documenti e prove da trascrivere nel verbale della seduta a conferma di quanto segue”, scrive Ramonet.

Le parole che sarebbero state pronunciate al Consiglio Onu

Il finanziamento ufficiale del Pentagono per un programma di quelle che sono sembrate a tutti gli effetti armi biologiche in Ucraina. I nomi di persone e società statunitensi specializzate nei test e nei documenti coinvolti in questo programma. L’ubicazione dei laboratori in Ucraina e i tentativi fatti finora per nascondere le prove”.

Già questi primi tre punti basterebbero ad aprire una voragine immensa sui drammatici fatti che stanno accadendo in Ucraina. Si parla di “laboratori statunitensi che producono e testano armi biologiche in 36 paesi del mondo”, e tra queste malattie che si testano al loro interno emerge una rivelazione piuttosto sconcertante.

“Il delegato russo ha pubblicamente confermato che tra gli esperimenti effettuati c’è il virus responsabile dell’attuale pandemia, così come ha confermato il gran numero di pipistrelli utilizzati per trasmettere questo virus”. Ovviamente, si tratta di un’accusa russa al governo statunitense, che è supportato da Paesi europei come Francia e Gran Bretagna, dove tuttavia l’opinione pubblica ha sviluppato forti diffidenze in seguito alla crisi pandemica.

All’accusa della Russia si aggiunge quella della Cina

Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ovviamente, ha negato di essere a conoscenza dell’esistenza di esperimenti biologici in Ucraina, affermando che tutte le informazioni in loro possesso “indicano che questi sono laboratori di ricerca medica per combattere le malattie”. 

Nella discussione è tuttavia entrata la Cina, prima vera accusata dell’esplosione della pandemia, che ha affermato rivolgendosi al delegato Usa: “Visto che sei sicuro della tua innocenza, perché non acconsenti ad un’indagine svolta da specialisti per scoprire la verità, che fornisca documenti e prove convincenti?”. 

Nel testo diffuso da Ramonet si parla inoltre di una strana e particolare tecnica criminale in cui avverrebbe l’’inanellamento degli uccelli migratori con dispositivi elettronici che, nel momento in cui si trovano sopra il Paese nemico degli autori, verrebbero fatti morire e quindi cadere in quel suolo in cui finiranno poi per diffondere pericolosissimi patogeni, considerati alla stregua di armi di distruzione di massa.

Le stesse richieste di chiarimenti arrivano dalla destra americana

Già da tempo la Russia ha attaccato gli Stati Uniti, in particolare mettendo sul piatto la figura di Hunter Biden, figlio del presidente degli Stati Uniti, che secondo la versione diffusa dal ministero della Difesa russo nelle scorse settimane starebbe segretamente utilizzando il Pentagono per sviluppare laboratori in Ucraina finalizzati alla creazione di armi biologiche.

Secondo i russi, il piano del figlio di Biden prevede la creazione in laboratorio di “patogeni di antrace straordinariamente pericolosi”. Le stesse accuse sono state rilanciate dalla tv americana conservatrice Fox News, che da giorni invita Hunter Biden di chiarire la propria posizione, il cui ruolo sarebbe legato alla società Rosemont Seneca, co-fondata nel 2009, che avrebbe finanziato un “programma militare biologico” del Pentagono.

Il celebre anchorman di Fox News, Tucker Carlson, riprendendo un’inchiesta del sito conservatore National Pulse, ha affermato che una società di investimento diretta da Hunter Biden è stata uno dei principali finanziatori di una “società di monitoraggio e risposta alla pandemia”, collaborando tuttavia all’identificazione e all’isolamento di agenti patogeni mortali nei laboratori ucraini, grazie a cospicui fondi ricevuti dal Dipartimento della Difesa americano.

Contorni di una storia che non risultano affatto chiari

Quali sono i contorni di quella storia? Non siamo sicuri. Ma sappiamo che è legittimo chiedersi cosa significhi. Perché non dovrebbe essere? Non sei un agente russo se chiedi. Sei un buon cittadino”, ha affermato in diretta sugli schermi americani il conduttore di Fox News. Non si sa ancora cosa ci sia di vero in queste accuse, ma di certo alcune tra quelli che per mesi la stampa liberal ha bollato come “disinformazione russa” si sono poi dimostrate autentiche.

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In particolare, il New York Times ha confermato l’esistenza di un famigerato laptop di Hunter Biden, in cui erano presenti mai e documenti autentici legati a questa vicenda, un fatto che prima di quel momento era stato brutalmente censurato. Da queste mail emergeva che Hunter Biden presentò a suo padre, all’epoca vicepresidente, un alto dirigente di Burisma poco tempo prima che lo stesso Joe Biden facesse pressioni sui funzionari del governo di Kiev affinché licenziassero un procuratore che stava indagando sulla stessa società, dove il figlio era membro del cda, per uno stipendio di 50.000 dollari al mese.

L’e-mail che svela questo incontro proviene quindi nient’altro che laptop di Hunter Biden, lasciato in un negozio del Delaware. Lo stesso Biden si vantò di aver minacciato nel marzo 2016 l’allora presidente ucraino Poroshenko, affermando che avrebbe ritirato un miliardo di dollari di prestiti se non avesse licenziato il procuratore generale Viktor Shokin che stava indagando proprio su suo figlio Hunter.

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Hunter Biden è il secondogenito del Presidente Usa, Joe Biden, e da tempo è finito al centro del dibattito politico americano. Il suo controverso rapporto con l’Ucraina è stato menzionato più volte dall’ex presidente repubblicano Donald Trump, a cui da alcune settimane si sono aggiunte anche le istituzioni russe. E che sono state infine rilanciate in questi giorni dall’importante direttore della versione spagnola di Le Monde. Un intrigo internazionale estremamente torbido che potrebbe svelare retroscena scottanti rispetto a quanto sta accadendo in Ucraina e che coinvolge tutti noi. 

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