Dopo la Messa del Te Deum, una fedele ha strattonato papa Francesco mentre si dirigeva verso il presepe rischiando di farlo cadere, e lui ha reagito.
La reazione di papa Francesco può dispiacere ma non giustifica le critiche violente da parte di tutti coloro che sono lì in attesa, pronti al via non appena c’è il sentore di un piede messo in fallo, anzi, una mano.
Eppure il Signore parla chiaro e non ci insegna di certo a condannare l’altro per un suo comportamento, che sia il Papa o qualsiasi altra persona. Può aver reagito non bene per sua stessa ammissione con tanto di scuse durante l’Angelus del 1° gennaio, ma questo non autorizza alcuno di noi a massacrarlo.
Mi chiedo, ma se anche noi venissimo giudicati così spietatamente per una reazione o qualsiasi altro comportamento sbagliato, senza considerare minimamente la provocazione subita, chi di noi si salverebbe?
Dal Vangelo di Matteo 7,1-5
Quando ho letto gli attacchi feroci, da parte di coloro che si professano cristiani contro papa Francesco, mi è subito venuto alla mente questo passo del Vangelo.
Partiamo dalla consapevolezza che siamo tutti limitati, fallibili e umani, come ripete costantemente il caro don Ugo nel suo Confessionale a La Spezia, il papa incluso, rimane anch’esso un uomo.
Coloro che mettono sotto la lente di ingrandimento la reazione del papa dicendone peste e corna, come fanno a essere certi che loro nei suo panni, non avrebbero reagito così o peggio verso una persona che ti strattona senza alcun rispetto e facendoti male? Mi domando inoltre ed è la cosa più importante: si sentono forse così perfetti, già arrivati, e quindi esenti dal giudizio finale da non temere di essere giudicati con altrettanta durezza?
Il comportamento di quella donna è stato assolutamente irrispettoso, non solo perché aveva di fronte il Santo Padre, ma perché del tutto non curante di un uomo di 83 anni con un’evidente zoppia. Certi comportamenti da parte di alcuni “fedeli” sconfinano nell’idolatria, fanatismo e come in questo caso sono anche pericolosi. Il papa poteva cadere, c’è andato lì lì, con tutte le conseguenze e i rischi legati alla sua età.
Ne sanno qualcosa purtroppo le veggenti Vicka e Mirjana di Medjugorje. A Vicka, un pellegrino invasato le si è attaccato al collo durante un incontro, danneggiandole gravemente la spina dorsale già compromessa. Per Mirjana stessa sorte: per ben due volte mentre si dirigeva verso la Croce Blu, i pellegrini le hanno slogato il braccio. I medici l’hanno avvisata, se accadrà una terza volta, l’arto rimarrà offeso definitivamente.
La Madonna, nel suo bellissimo messaggio mensile del 2 gennaio 2020, il primo del nuovo decennio, per il tramite della veggente Mirjana ci esorta a vivere l’amore misericordioso, l’amore per il prossimo: “amatevi gli uni gli altri”. Nella parole sparate contro il papa da molti cattolici noti e non, di amore non ce n’è affatto.
Il papa può non aver dato il meglio di se reagendo così, ma noi vediamo solo un comportamento esteriore, non conosciamo il suo stato d’animo, quali sofferenze porta nel cuore, le preoccupazioni per la Chiesa, per l’umanità. Ed è oggettivamente comprensibile e scusabile vista la provocazione subita, ma quegli pseudo cristiani che lo stanno crocifiggendo con parole violente e irrispettose, dando il peggio di se stessi che attenuanti hanno?
Simona Amabene
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