Oggi 20 maggio è San Bernardino da Siena: la sua predicazione genera molte conversioni

Grande predicatore da cui sono scaturite numerose conversioni, san Bernardino da Siena fu un frate dell’Ordine dei Minori e diffuse ampiamente la devozione al Santissimo Nome di Gesù. 

San Bernardino da Siena
San Bernardino da Siena – lalucedimaria.it

Il Martirologio Romano ricorda san Bernardino da Siena, che si commemora oggi 20 maggio, come sacerdote dell’Ordine dei Minori, “che per i paesi e le città d’Italia evangelizzò le folle con la parola e con l’esempio e diffuse la devozione al Santissimo Nome di Gesù, esercitando instancabilmente il ministero della predicazione con grande frutto per le anime fino alla morte avvenuta a L’Aquila in Abruzzo“.

L’epoca in visse è il XV secolo. Nato l’8 settempre 1380 a Massa Marittima in provincia di Grosseto, apparteneva alla nobile famiglia degli Albizeschi. Rimase orfano in tenera età e fu cresicuto da alcuni zii a Siena.

Fu educato cristianamente e dopo aver compiuto studi di grammatica e di retorica, di giurisprudenza e di filosofia all’università di Siena,  a 22 anni scelse di vestire l’abito francescano. Mentre nell’adolescenza non era particolarmente propenso alla vita religiosa verso i 18 anni ebbe una conversione.

Santo di oggi 20 maggio: San Bernardino da Siena

Entrò nella Confraternita dei Disciplinati di Santa Maria della Scala, una compagnia di giovani flagellanti. Aveva 20 quando scoppiò una terribile epidemia di peste e lui si offrì come volontario per curare i malati. Anche lui si ammalò, ma miracolosamente guarì.

Fu questa esperienza a portarlo verso la consacrazione religiosa. Nel 1402 entrò come novizio nel Convento di San Francesco a Siena. Successivamente fu mandato sulle pendici meridionali del Monte Amiata, per completare il noviziato. Stava in un convento sopra Seggiano, un villaggio di poche capanne intorno ad una chiesetta, detto il Colombaio.

Vigeva la Regola dell’Osservanza, abbastanza rigida e rigorosa all’insegna di una stretta austerità e povertà. Lì visse per tre anni, fece la la professione religiosa nel 1403 e diventando sacerdote nel 1404. L’anno successivo divenne predicatore.

La predicazione vivace ed efficace

IN seguito si trasferì insieme a qualche compagno nel piccolo romitorio di Sant’Onofrio sul colle della Capriola di fronte alla città.  Lì si dedicava allo studio dei grandi dottori e teologi specie francescani; raccogliendo e studiando materiale ascetico, mistico e teologico.

Andava in giro a predicare e scriveva i Sermoni latini.  Attorno a lui si formarono dei discepoli tra cui  san Giacomo della Marca, san Giovanni da Capestrano, i beati Matteo da Agrigento, Michele Cercano, Bernardino da Feltre e Bernardino da l’Aquila.

Nel 1417 fu nominato Vicario della provincia di Toscana e si trasferì a Fiesole, dando un forte impulso alla riforma in atto nell’Ordine Francescano. La sua predicazione riscuoteva molto successo. Erano numerose le conversioni che generava, tanta la folla di persone che accorreva per ascoltarlo. Predicava oltre che nel centro Italia anche al Nord.

La devozione al Santissimo Nome di Gesù

Fu a Milano che per la prima volta espose la tavoletta che rappresentava il trigramma ovvero la scritta del Santissimo Nome di Gesù. Ne scaturì una forte e profonda devozione. Per rendere impresso nella mente e nel cuore di chi ascoltava le sue prediche ciò che era il nucleo centrale, ovvero la persona di Gesù, ideò il trigramma che rappresentava il nome.

Erano le lettere IHS che sono le prime tre del nome Gesù in greco. Queste tre lettere si pensa vogliano rappresentare anche il motto costantiniano “In Hoc Signo (vinces)“, oppure di “Iesus Hominum Salvator“. La raffigurazione del trigramma era accompagnata da un sole centrale, chiara allusione a Cristo che dà la vita come fa il sole, e suggerisce l’idea dell’irradiarsi della Carità.

Inoltre, dal sole si diffondevano i dodici raggi serpeggianti, rimando ai dodici Apostoli e poi otto raggi diretti che rappresentano le beatitudini. La fascia che circonda il sole nel trigramma rappresenta la beatidutdine eterna e l’azzurro dello sfondo è simbolo della fede, mentre l’oro è simbolo dell’amore. Questo trigramma ebbe largo successo e diffusione in tutta Europa. 

Riformatore dell’Ordine francescano

San Bernardino da Siena fu riformatore dell’Ordine francescano. Divenne Vicario dei Frati Osservanti di Toscana e Umbria e poi Vicario Generale di tutti i conventi dell’Osservanza in Italia.
Sotto la sua guida il numero di conventi crebbe moltissimo passando da  20 a 200. Vietò ai frati analfabeti o poco istruiti di confessare e diede vita nel convento di Monteripido presso Perugia a corsi di teologia scolastica e di diritto canonico puntando moltissimo sulla formazione.

Rifiutò per tre volte di essere vescovo di diocesi, che gli furono offerte. Ammalato ai reni continuò a predicare fino agli ultimi anni di vita e morì il 20 maggio 1444 a L’Aquila, durante un viaggio. Per sua richiesta posto sulla nuda terra come san Francesco.

Si narra che sopo la sua morte il suo corpo, esposto alla venerazione degli aquilani, trasudò di sangue in modo prodigioso e  questo fenomeno produsse la pace tra gli abitanti della città che erano in conflitto. Fu canonizzato sei anni dopo.

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