In questo giorno così importante, la chiesa onora la Croce di Gesù, esaltandola come segno di vittoria sulla morte e sul peccato.
Il trono dove l’Agnello di Dio è stato innalzato, affinchè tutti vedessero e credessero che Gesù è il Vero Dio, è stato trovato da Santa Elena a seguito di un miracolo proprio sul monte Golgota.
In questo quattordicesimo giorno del mese di settembre, la chiesa venera la Santa Croce di Gesù. Nel 327 d.C., la Croce di Cristo fu ritrovata a Gerusalemme dall’Imperatrice Elena.
Ella ritrovò la tomba di Cristo scavata nella roccia e poco dopo la croce del Signore e quelle dei due ladroni. Il ritrovamento della croce produsse grande emozione in tutta la cristianità. In quel giorno la reliquia sarebbe stata innalzata dal vescovo di Gerusalemme di fronte al popolo, che fu invitato all’adorazione del Crocifisso.
Il termine esaltazione, in uso sin dal VI secolo per indicare questo rito, è da intendersi sia come “innalzamento” e come “ostensione”. Il termine nasce dal rito che prevedeva proprio l’innalzamento di una croce e la sua ostensione ai fedeli, in ricordo dell’innalzamento di Gesù Cristo sulla Croce e dell’ostensione del suo corpo sacrificale.
Il rinvenimento delle reliquie della Passione di Gesù, quando il vescovo Macario fece rimuovere un tempio pagano costruito sul Calvario, suscitò enorme interesse. Nacque così una diffusa esigenza di rivivere liturgicamente il valore redentivo della morte in croce di Gesù.
Ti benediciamo, Signore, Padre santo,
perché nella ricchezza del tuo amore,
dall’albero che aveva portato all’uomo morte e rovina,
hai fatto scaturire la medicina di salvezza e di vita.
Il Signore Gesù, sacerdote, maestro e re,
venuta l’ora della sua Pasqua,
salì volontariamente su quel legno
e ne fece l’altare del sacrificio,
la cattedra di verità,
il trono della sua gloria.
Innalzato da terra trionfò sull’antico avversario
e avvolto nella porpora del suo sangue
con amore misericordioso attirò tutti a sé;
aperte le braccia sulla croce offrì a te, o Padre,
il sacrificio della vita
e infuse la sua forza redentrice
nei sacramenti della nuova alleanza;
morendo rivelò ai discepoli
il senso misterioso di quella sua parola:
il chicco di grano che muore nei solchi della terra
produce una messe abbondante.
Ora ti preghiamo, Dio onnipotente,
fa’ che i tuoi figli adorando la Croce del Redentore,
attingano i frutti della salvezza
che egli ha meritato con la sua passione;
su questo legno glorioso
inchiodino i propri peccati,
infrangano la loro superbia,
guariscano l’infermità della condizione umana;
traggano conforto nella prova,
sicurezza nel pericolo,
e forti della sua protezione
percorrano incolumi le strade del mondo,
fino a quando tu, o Padre,
li accoglierai nella tua casa.
Per Cristo nostro Signore. Amen.
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ROSALIA GIGLIANO
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