Oggi 13 giugno, Sant’Antonio da Padova | La “lingua” di Dio

Sacerdote, dottore della Chiesa e fra i Santi più conosciuti al mondo. Appartiene all’Ordine dei Frati Minori e porta avanti la sua predicazione, con molto frutto, sia in Francia che in Italia. Molti sono attratti dai suoi sermoni.

Su mandato di San Francesco, ai suoi confratelli insegna la teologia, fino a terminare il suo pellegrinaggio terreno a Padova.

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13 giugno: Antonio ed il suo predicare

In questo tredicesimo giorno del mese di giugno, la chiesa venera Sant’Antonio da Padova. E’ un religioso e presbitero portoghese appartenente all’Ordine francescano, proclamato Santo da Papa Gregorio IX nel 1232 e dichiarato dottore della Chiesa nel 1946.

Da principio, canonico regolare a Coimbra dal 1210, poi dal 1220 frate francescano. Viaggia molto, vivendo prima in Portogallo quindi in Italia e in Francia. Nel 1221 si reca al Capitolo Generale ad Assisi, dove vede e ascolta di persona San Francesco d’Assisi.

Terminato il capitolo, Antonio viene inviato a Montepaolo di Dovadola, nei pressi di Forlì, come predicatore, in virtù della grande umiltà, ma anche della sapienza e cultura, che ha mostrato per la prima volta proprio a Forlì nel 1222.

L’inizio del suo insegnamento

Antonio viene incaricato dell’insegnamento della teologia e inviato dallo stesso San Francesco a contrastare in Francia la diffusione del movimento eretico dei catari. E’ poi trasferito a Bologna e quindi a Padova.

Nel 1219 Francesco d’Assisi appronta una spedizione missionaria alla volta del Marocco, con l’intento di convertire i musulmani dell’Africa. I membri della spedizione sono Berardo, Ottone, Pietro, Accursio e Adiuto, i primi tre sacerdoti e gli altri due fratelli laici. Essi forse transitano anche a Coimbra e forse fanno una forte impressione su Antonio.

Giunti in Africa, i cinque sono uccisi per decapitazione, poco dopo l’inizio della loro missione di evangelizzazione. I loro corpi sono riportati a Coimbra pochi mesi dopo. Antonio riferisce in seguito che il martirio di questi fratelli francescani costituisce per lui la spinta decisiva all’ingresso nell’ordine del santo d’Assisi, nel settembre 1220.

L’incontro con i francescani

Egli, volendo sottolineare maggiormente questo netto mutamento di vita, decide di cambiare il suo nome di battesimo: da Fernando in Antonio, in onore del santo monaco orientale a cui è dedicato il romitorio di Olivais di Coimbra dove vivevano i primi francescani portoghesi e che Fernando ha da poco tempo conosciuto.

Non appena superate le opposizioni dei confratelli ed ottenuto comunque il permesso dal priore, si unisce al romitorio dei francescani e di lì a poco chiede a Giovanni Parenti, suo nuovo superiore, il permesso di partire come missionario.

Qui i due frati sono informati che a maggio, in occasione della Pentecoste, Francesco d’Assisi ha radunato tutti i suoi frati per il Capitolo Generale. L’invito a parteciparvi è esteso a tutti e nella primavera del 1221 Antonio, con i frati di Messina, comincia a risalire l’Italia a piedi.

Il viaggio dura parecchie settimane. Per Antonio il Capitolo Generale si rivela un’occasione fondamentale per incontrare direttamente Francesco d’Assisi, poiché ha conosciuto il suo insegnamento solo attraverso le testimonianze indirette.

La stanchezza della predicazione e la malattia

Le cronache e le agiografie riferite a quegli anni riportano come Antonio sapesse far convivere grande rigore e dolcezza d’animo. Nella Quaresima del 1228 Antonio rientra a Padova dove coltiva legami e relazioni anche con gli esponenti di altri ordini. Diventa amico del superiore dei benedettini e del conte Tiso VI da Camposampiero, facoltoso e generoso verso i francescani.

La Quaresima e la predicazione hanno fiaccato Antonio, che in diverse occasioni ha dovuto farsi portare a braccia sul pulpito. Afflitto dall’idropisia e dall’asma forse sintomi di cardiopatia, trova a volte difficile anche il solo camminare.

Al convento dell’Arcella i confratelli adagiano Antonio per terra. Ricevuta l’unzione degli infermi, ascolta i confratelli cantare l’inno mariano da lui prediletto, “O gloriosa Domina”; quindi, pronunciate, secondo quanto riferito dall’Assidua, muore. Aveva 36 anni.

Preghiera a Sant’Antonio da Padova

O gran Santo,

chiamato comunemente il Santo di Padova

ma degno di essere nominato il Santo del mondo,

perchè in ogni terra si onora il vostro merito,

e tanti altari s’alzano al vostro nome,

quanti sono i cuori degli uomini, deh!

non sdegnate di ricevere anche i piccoli tributi della mia divozione

e d’accogliermi sotto il vostro patrocinio.

Voi che di frequente stringeste nelle braccia il Celeste Bambino,

e ve l’accostaste al seno, riconducetelo in questo mio cuore,

donde più volte l’ho scacciato peccando;

ma che non parta mai più dandomi perseveranza in servirlo,

e gratitudine in riamarlo.

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