La Chiesa celebra oggi la memoria di Sant’Egidio abate (c. 640 – c. 720), invocato per molteplici necessità, tra cui quella di una buona confessione.
Venerato come operatore di miracoli e conversioni, visse nel silenzio e nella contemplazione di Dio.
Egidio («figlio di Egeo», «nato sull’Egeo», dal greco), eremita e abate, nasce ad Atene da una nobile famiglia. Ma ben presto lascia la Grecia e gli onori mondani per andare a vivere da eremita in Francia, nel cuore di una selva.
È la seconda metà del VII secolo. La tradizione agiografica racconta che Egidio si aggirasse solitario, in sola compagnia di una cerva, nutrendosi del suo latte, oltre che di radici e frutti selvatici. E che avesse scelto come guanciale un sasso, come letto la nuda terra. Più che sufficiente per essere felice e lodare Dio.
Durante una battuta di caccia nei boschi, il re dei Goti Wamba fa la conoscenza del santo eremita. Si narra che lo avesse colpito accidentalmente alla gamba scoccando una freccia alla cerva in fuga verso la grotta abitata dal santo.
Le parole di Egidio toccano il cuore del re goto. Che cerca, senza riuscirci, di condurlo a vivere a corte. Ma Egidio è irremovibile: mai cambierebbe la povertà della sua vita e il silenzio della natura col lusso e lo sfarzo della corte reale.
Verso il 680 Wamba fa allora costruire un monastero nel bosco chiamato Saint-Gilles. Egidio ne diventa il primo abate. Qui l’eremita potrà educare molti giovani alla vita monastica secondo la regola di san Benedetto.
Attorno al monastero sorgerà una cittadina, oggi conosciuta come Saint-Gilles-du-Gard, dove ancora oggi è possibile ammirare la splendida chiesa abbaziale dedicata a San’Egidio. Nel Basso Medioevo il sepolcro del santo abate diventerà meta di grandi pellegrinaggi da parte dei fedeli diretti a Roma, centro della Cristianità, e di quelli incamminatisi sulle vie del Cammino di Santiago.
Diventa celebre in tutta la Francia per le conversioni e i miracoli avvenuti per suo tramite. Egidio viene così chiamato «santo taumaturgo» diventando oggetto di un’ardente venerazione.
Alla sua morte le reliquie vengono trasportate dalla Linguadoca a Tolosa, dove ancora oggi sono venerate. Il suo culto è diffusissimo in Francia e in Belgio.
Sant’Egidio abate viene venerato come protettore dei disabili. Lo si invoca anche per l’allattamento, la buona confessione, contro l’infertilità femminile, contro l’epilessia, la pazzia, il panico e la paura. È anche patrono di eremiti, lebbrosi, madri, malati di cancro e Aids, mendicanti.
Deh! Signore, ci renda accetti l’intercessione del beato abate Egidio, affinché quel che non possiamo coi nostri meriti, lo conseguiamo col suo patrocinio.
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