Modifica del Padre Nostro: finalmente una spiegazione davvero chiara

Padre nostroLa modifica del Padre Nostro ci richiede ancora un po’ di tempo, perché possiamo metabolizzarla. La sostituzione dell’espressione “Non ci indurre in tentazione” con “Non abbandonarci nella tentazione” sarà un esercizio mnemonico arduo, che ci darà ragione e soddisfazione solo col passare dei mesi.

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Perché cambia il Padre Nostro

Ciò che vorremmo, però, comprendere, intanto e sin da ora, è quando e se qualcuno abbia fatto un errore di traduzione, di trascrizione, di interpretazione, dell’unica preghiera data direttamente da Cristo agli Apostoli, mentre veniva tramandata ai posteri, a tutti noi.

Il video che proponiamo è molto chiaro in merito e pone giustamente l’accento sul problema fondamentale, che può far fraintendere l’espressione “Non ci indurre in tentazione“. Non è pensabile, infatti, che il Padre ci metta in pericolo, che ci inganni, come farebbe il demonio. E l’inghippo è proprio nel termine “tentazione”, che originariamente voleva significare “prova”.

Padre NostroIn quest’ottica, l’espressione “Non ci indurre in tentazione” del Padre Nostro diverrebbe una sensata e legittima invocazione a Dio, a cui chiediamo di non metterci alla prova, di risparmiarci -se è possibile- la croce, il dolore, pur avendo accettato la sua volontà qualche rigo prima.

Così, la storia della fede ci riporta al momento in cui Gesù stesso fu messo alla prova più dura, nell’orto degli ulivi; al momento in cui disse: “Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!”. Dunque, il Padre Nostro è la preghiera che Gesù stesso rivolse al Padre, come Figlio messo alla prova; è il messaggio con cui ha intessuto tutta la sua storia umana su questa terra.

Antonella Sanicanti

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