L’immagine miracolosa della Madonna della Vita riemerse dalle pareti della Chiesa dopo essere stata coperta per lungo tempo. Oggi protegge Bologna e i bolognesi.
La meravigliosa immagine di Maria, in seguito posizionata sull’altare maggiore, viene generalmente attribuita a Simone dei Crocifissi oppure al nipote Lippo di Dalmasio. La Madonna della Vita è anche Patrona degli ospedali della città e della diocesi di Bologna, e ha un formulario proprio dalla riforma del Calendario del 1964.
Il culto della Madonna della Vita
Il culto della Madonna della Vita si collega infatti con l’omonimo ospedale fondato dalla Compagnia dei Battuti nel 1289 ad opera. La compagnia era presente a Bologna già dal 1261. Il legame stretto e inscindibile tra l’attività ospedaliera e la devozione dei confratelli era espressa dal motto iscritto sotto la doppia croce di Santa Maria della Vita, in cui è scritto: “la tua croce ci dona la vita, o Cristo Gesù” (“Vitam dat nobis crux tua, Christe Jesu”).
Pare che l’effige della Madonna della Vita, ritratta mentre accosta il suo volto alla guancia di Gesù Bambino, secondo l’iconografia della Glycophilousa o Madre di tenerezza, fosse già affrescata sul muro ad est, rivolta in direzione di via Pescherie. Questa corrispondeva all’interno della prima chiesa risalente al 1286, e costruita dalla Compagnia di Santa Maria della Vita.
L’immagine miracolosa della Madonna della Vita
Tra il 1370 e il 1380 Simone dei Crocefissi affrescò l’immagine della Beata Vergine. L’affresco non venne però in seguito considerato degno di particolare interesse. Così durante i lavori di ristrutturazione negli anni 1454-1502 l’immagine venne coperta da uno strato di intonaco. Rimase nascosta in quella parete fino al 10 settembre 1614, quando venne casualmente ritrovata fra l’esultanza del popolo bolognese.
L’immagine era già da secoli ritenuta miracolosa, e una volta riscoperta divenne oggetto di grande e intensa venerazione da parte della Confraternita stessa. Ben presto la Madonna della Vita venne eletta a protettrice dell’adiacente Ospedale e dei malati.
La riscoperta dell’affresco e i lavori di ristrutturazione
Bisogna aspettare il 1617 per vedere l’immagine nel nuovo altare. Il pittore Ludovico Carracci disegnò un nuovo frontale da apporre sull’affresco, come omaggio votivo. La chiesa però crollò nel 1686. L’affresco, però, rimase del tutto illeso. Nell’ambito dei lavori di ricostruzione la Madonna fu rimossa, e al termine degli stessi venne reinserita nel punto in cui si trova attualmente. Tutt’oggi l’immagine è in buono stato di conservazione.
Oggi, ogni anno, il 10 settembre si celebra la festa tradizionale del Santuario. In questa giornata si fa memoria del felice ritrovamento dell’immagine miracolosa, che continua ancora oggi a cospargere di grazie e benedizioni i suoi figli.
La festa tradizionale del Santuario in ricordo del ritrovamento
In questa giornata viene però anche esposta sull’altare una preziosa miniatura del diciassettesimo secolo, contornata e coronata da una doppia fila di diamanti, in cui si vede il ritratto su smalto del Re Sole.
Attribuita a Jean Petitot, si tratta di un dono fatto dallo stesso Luigi XIV al canonico Carlo Cesare Malvasia. Nel 1678 Malvasia aveva infatti dedicato al re francese la sua opera, “Felsina Pittrice“. La miniatura è tutt’oggi conservata nel Museo annesso all’Oratorio, dopo che l’artista la lasciò per testamento alla chiesa di Santa Maria della Vita.
Il meraviglioso gruppo scultorio all’interno del Santuario
All’interno del santuario bolognese si trova anche il famoso e meraviglioso gruppo scultorio del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, assieme al Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca.
La devozione a Santa Maria della Vita si diffuse capillarmente sia in Emilia che in Piemonte. Tanto che in provincia di Novara, a Mozio di Crodo, nacque presto un santuario.
Giovanni Bernardi