Carmelo di Betlemme: Maria appare a Santa Maria di Gesù in Egitto

La Madonna apparve ad Alessandria d’Egitto alla Santa Maria di Gesù Crocifissa nella notte tra il 7 e l’8 Settembre 1858.

La Santa Maria di Gesù Crocifissa, al secolo Mirijam Banardy, era monaca dell’Ordine delle Carmelitane Scalze, conosciuto anche come la Piccola Araba. Nacque tra Nazaret e Haifa il 5 gennaio 1846, da una famiglia di rito greco-melchita cattolico. I genitori persero dodici figli. Un giorno decisero di partire in pellegrinaggio fino alla grotta di Betlemme, camminando per ben 170 chilometri.

L’infanzia della Santa Maria di Gesù

Il loro obiettivo era quello di chiedere a Gesù Bambino il dono di una figlia, a cui avrebbero dato il nome della Vergine Maria. Una volta che la piccola nacque, le diedero così il nome di Mirijam. A soli due anni la piccola però rimase orfana sia di padre che di madre. I due morirono a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro.

Lo zio paterno adottò la piccola Mirijam insieme al suo piccolo fratello Boulos. Ricevette una buona educazione, ed ebbe la possibilità di ricevere la Prima Comunione a soli otto anni. Mirijam l’aveva richiesta in maniera incessante. L’anno seguente, nel 1854, la piccola si trasferì ad Alessandria di Egitto insieme allo zio.

La Santa Maria di Gesù non sapeva né scrivere e né leggere

Mirjam non sapeva né scrivere e né leggere. A dodici anni lo zio decise che doveva fidanzarsi con il  fratello della moglie, un giovane del Cairo. Le usanze del luogo prevedevano questo tipo di prassi. La giovane però non voleva saperne di sposarsi, e lo dichiarò apertamente. Il giorno della nozze, Mirjam sentì la voce di Gesù che le sussurrava all’orecchio parole dolci e soavi.

Tutto passa. Se tu mi regalerai il tuo cuore, sarò sempre con te”, disse Gesù alla donna. Tanto che un giorno decise di tagliarsi tutti i capelli. Questo la metteva di fronte al pericolo di ricevere una vera tortura da parte degli zii, un martirio fisico e morale. Di tutto questo fece informare il fratello Boulos, per mano di un ex domestico dello zio che si stava dirigendo a Nazareth.

La donna non accettò di passare all’islam e ricevette forti violenze

Questi, in risposta, la invitò a passare all’Islam. Ma la risposta della donna fu netta: “Sono figlia della Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana. Con la grazia di Dio spero di perseverare sino alla morte nella mia religione, l’unica vera”. Questa risposta le provocò forti percosse. Venne colpita alla gola con la scimitarra, avvolta in un lenzuolo, abbandonata in una strada buia e nascosta.

Nel momento in cui riprese conoscenza, si rese conto di essere finita in mezzo a una grotta. Una donna, una religiosa vestita di azzurro, l’aveva salvata e la stava assistendo. Questa, con alcune semplici parole, le disse tutto quanto le sarebbe accaduto in futuro. Mirijam si convinse che quella fosse la Madonna. Così cominciò a celebrare ogni anno la festa della Natività della Beata Vergine, per ricordare quello speciale incontro che avvenne proprio l’8 settembre.

Si svegliò in una grotta salvata dalla Madonna

La Vergine, mettendola in guardia dalle tentazioni del demonio, le disse le seguenti parole. “Sii contenta anche se dovrai soffrire e soffri per Dio; Egli ti invia solo quello che è necessario, accettalo sempre per il bene”. L’invito era quindi quello di donarsi totalmente all’amore per il prossimo, e quello fu il segno della strada che la donna avrebbe preso, verso la vita di convento.

A tredici anni divenne domestica per Alessandria, Gerusalemme e Beirut. Al sSanto Sepolcro fece voto di castità perpetua. Cambiava spesso destinazione perché cercava le famiglie più potere per poterle servire. Al punto da diventare mendicante per queste. Nel 1863, dal Libano finì in Francia. Lì avvertì la chiamata definitiva alla vita da consacrata.

La donna entra tra le suore di San Giuseppe dell’Apparizione

Nel 1865 entrò tra le suore di San Giuseppe dell’Apparizione. Ma alcuni fatti straordinari, legati alla sua vita spirituale, tra cui visioni e rapimenti, fecero pensare alle suore che fosse più adatta a una vita contemplativa. Il 29 marzo 1867, a questi fatti straordinari, si unirono anche le manifestazioni delle stimmate.

Pochi messi dopo, il 14 giugno, entrò nel Carmelo di Pau. Il 27 luglio 1867 prese il nome di Maria di Gesù Crocifisso. Le obbligarono di imparare a leggere e scrivere, e nel 1879 venne inviata in India con altre carmelitane. Lì venne fondato il primo Carmelo a Mangalore. Il 21 novembre 1871 fece la professione religiosa, la prima a farlo in India.

Le stimmate sanguinavano sempre più forte

Le stimmate sanguinavano sempre più forte, nonostante lei cercasse di nascondere tutto. Ma il suo lavoro diventava, in questo modo, sempre più difficile. Ci furono manifestazioni paranormali, tanto che il direttore spirituale credeva fosse posseduta dal diavolo e la rispedì al suo convento di origine, in Francia.

Lì confidò che il Signore voleva un Carmelo in Terra Santa, a Betlemme. Nel 1875 partì per l’Oriente, e giunse a Betlemme l’11 settembre. Il primo monastero carmelitano prese vita, sulla collina di Davide. Mirijam fece il progetto e diresse i lavori di costruzione. Il 24 settembre 1876 ci fu l’inaugurazione del monastero.

Gli ultimi anni della sua vita. Disse: “Si trascura lo Spirito Santo”

La Santa Maria di Gesù Crocifissa visse in quel luogo gli ultimi anni della sua esistenza. Ebbe estasi, visioni, levitazioni, bilocazioni, stimmate, vessazioni e ossessioni. Progettò la fondazione di un Carmelo a Nazareth. Nonostante fosse una illetterata, diede incredibili spiegazioni teologiche. Era il frutto della sua comunione continua con il Signore, in dialogo con lo Spirito Santo, di cui ne diventò messaggera.

In un’estasi spiegò che “è trascurata la devozione allo Spirito Santo“, e che “per questo c’e l’errore, la divisione, e mancano la pace e la luce”. La santa partecipò in estasi alla morte di Papa Pio IX e al conclave dell’elezione di Leone XIII.

Santa Maria di Gesù: “La santità è l’umiltà e la pace”

“La santità non consiste solo nella preghiera, nè nelle visioni o rivelazioni, nè nell’arte del ben parlare, nè nei cilizi o penitenze: è l’umiltà“, disse. “L’umiltà e la pace, e l’anima umile e serena, è sempre felice. E’ l’orgoglio che porta il turbamento”.

Beatificata da San Giovanni Paolo II il 13 novembre 1983, il 17 maggio 2015 è stata santificata da Papa Francesco in piazza san Pietro.

Giovanni Bernardi

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