Ministri straordinari: come i laici possono distribuire la Comunione?

Tra quanti professano ogni domenica la fede cristiana, santificando le feste e recandosi alla Santa Messa, capita che molti si pongano domande sul ruolo dei ministri straordinari della Comunione

Fonte: diocesidicremona.it

Tra queste domande, ci si chiede: devono indossare dei vestiti particolari? E quanti anni bisogna avere? 

Tra quanti professano ogni domenica la fede cristiana, santificando le feste e recandosi alla Santa Messa, capita che molti si pongano domande sul ruolo dei ministri straordinari della Comunione. Questo perché spesso, quando andiamo a Messa, non abbiamo una conoscenza approfondita della dinamiche di ciò a cui stiamo prendendo parte. Una domanda che spesso i fedeli pongano riguarda le regole che i laici devono necessariamente seguire per poter distribuire la Comunione ai fedeli. Oppure, ad esempio, se è richiesto di indossare delle vesti particolari.

I ministri straordinari della Comunione: regole e requisiti

La liturgia richiede infatti delle qualità di un certo tipo, necessariamente rigide e talvolta persino difficili della seguire. Esercitare un ministero liturgico significa prendere parte alla missione della Chiesa e rappresentarne l’identità, con il proprio servizio e la propria testimonianza. Tutte le persone che prendono parte alla liturgia diventano parte integrante della stessa esperienza di fede.

Tra questi requisiti, ad esempio, c’è il fatto che i ministeri laici “istituiti” debbono necessariamente avere l’età minima di 25 anni, per quanto riguarda cioè chi ha in affidamento questo compito in modo permanente, e su mandato del vescovo. Diversa è la situazione per chi esercita un mandato temporaneo: in quel caso il limite minimo di età è di 21 anni.

Quali vesti devono indossare i laici per distribuire la Comunione?

Oltre all’età, il ministero straordinario della Comunione che viene esercitato dai laici nell’ambito della Messa richiede che ci si vesta in un certo modo. Si può infatti indossare una tunica o un camice particolare, quando questa sia approvata in maniera ufficiale dalla Conferenza episcopale di appartenenza. Tuttavia, si può anche esercitare questo compito evitando di indossare alcuna veste specifica particolare. C’è tuttavia solo una regola minima: che l’abito che si porta addosso porti rispetto al contesto celebrativo di cui si diventa parte. Che abbia cioè una dignità di fronte all’importanza del ruolo che si ricopre, a servizio della comunità cristiana.

Tenersi alla larga dalla clericalizzazione dei laici, per non oscurare il sacerdozio battesimale

Un’osservazione che molto spesso viene fatta dai religiosi quando si pone loro questa domanda, o allo stesso modo anche agli studiosi e agli esperti di determinate tematiche quali la liturgia, è che il fatto che non vengano sempre richieste divise particolari possa rappresentare un bene per la vita della chiesa. Questo sempre mantenendo la giusta considerazione per le differenti abitudini e contesti che si possono vivere nella vita della Chiesa. Tuttavia, l’idea di clericalizzare la ministerialità laica potrebbe essere un atteggiamento da cui tenersi bene alla larga. Se non altro, per dare la giusta importanza al sacerdozio battesimale, che in troppe occasioni finisce per essere oscurato o persino tenuto ai margini della vita della Chiesa, disconoscendone quindi il valore.

Giovanni Bernardi

Fonte: iotibenedico.info

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