La crisi economica che stiamo attraversando, da un po’ di anni oramai, incide inevitabilmente su molti aspetti delle nostre vite e di quelle dei nostri connazionali.
I dati dell’Istat ce lo dimostrano ad ogni indagine e dicono, tra l’altro, che stiamo vivendo anche un calo del numero dei matrimoni e un decremento delle nascite.
I dati Istat non perdonano e segnalano cifre allarmanti: nel 2016 l’anagrafe italiana ha registrato 473.438 bambini, mentre, solo l’anno prima, ne aveva registrato ben 12mila in più.
L’Istat dice: “Questa riduzione è in parte dovuta agli effetti “strutturali” indotti dalle significative modificazioni della popolazione femminile in età feconda, convenzionalmente fissata tra 15 e 49 anni. In particolare, sono le donne italiane ad essere sempre meno numerose: da un lato, le cosiddette baby-boomers (ovvero le donne nate tra la seconda metà degli anni Sessanta e la prima metà dei Settanta) stanno uscendo dalla fase riproduttiva (o si stanno avviando a concluderla), dall’altro le generazioni più giovani sono sempre meno folte.”
Il numero dei primi figli (dai 283.922 del 2008 ai 227.412 del 2016, ossia -20% di primi figli e -16% dei successivi) proviene direttamente dal calo del numero dei matrimoni, dal fatto che molti rimangono a casa dei propri genitori fino a tarda età, non potendosi permettere altre abitazioni, dal ritardo con cui si trova -se si trova- un lavoro adatto al fabbisogno familiare e personale e così via. In una parola, anzi in due, ciò si riassume in “crisi economica”.