La veggente di Medjugorje Jelena Vasilj spiega che il problema della società odierna è l’incapacità di saper attendere Cristo.
L’attesa della realizzazione è tutto ciò che l’essere umano si aspetta dalla vita. Ciò che attendiamo dipende dalla scelta di vita che abbiamo compiuto.
Il Valore dell’attesa
Cos’è che connota la vita di una persona? Cosa ci rende realmente cristiani? Per la veggente Jelena Vasilj si tratta della capacità di attendere. Tutti noi, infatti, attendiamo che la nostra vita si realizzi, realizzazione che assume diversi significati in base alla chiamata alla quale abbiamo deciso di rispondere. Se infatti abbiamo scelto una vita laica, la nostra attesa è quella di riuscire a collaborare con Dio per la creazione di una nuova vita. Se invece abbiamo scelto la vita religiosa, ciò che aspettiamo che si realizzi nuovamente il parto della “creatura alla vita eterna”.
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Per la veggente è stato Dio stesso che ha scelto per noi l’attesa come condizione di vita. Esso stesso, infatti, ha deciso di non mostrarsi apertamente ai suoi fedeli. Ma per quale motivo? La risposta che dà Jelena è semplice ed al tempo stesso profonda: “È chiaro che la risposta sta dalla nostra parte, dato che Dio vuole prepararci all’incontro con Lui“. Questa scelta la comprende senza sforzo chi ha una fede granitica. Per questo motivo è necessario che tutti noi lavoriamo per essere pronti alla vita eterna, così che quell’attesa durata una vita sia finalmente soddisfatta.
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Jelena: “La società odierna non sa più attendere”
Il concetto dell’attesa di Dio e dell’attesa del disvelamento della vita e del suo significato perde con il passare del tempo la sua pregnanza nella società. Come mai nella società odierna non si riesce più a credere in Dio? Perché questa mancanza di fede è divenuta così estesa? Secondo Jelena in parte è dovuto al fatto che nella società odierna si fa tutto di corsa ed è possibile ottenere risposta alle proprie curiosità in un tempo rapidissimo.
A tal proposito dice: “È molto importante sapere attendere questo frutto. I santi infatti si distinguono dalla capacità di sapere attendere, di credere. D’altronde potremmo dire che non sapere attendere è la malattia della nostra società”. Oggi siamo posseduti dalla smania del possesso e da quella della conoscenza: “Attendiamo quando ci viene imposto d’attendere e spesso, invece di attendere, pretendiamo causando così numerose e talvolta atroci sofferenze a chi ci sta accanto“.
Una dinamica del peccato che la veggente paragona ad un episodio biblico: “Veniamo spinti quasi da una fretta ad agire, come Gesù stesso ci fa capire quando dice a Giuda: Quello che devi fare, fallo subito”. A volte questo desiderio di possedere tutto è subito è sospinto dal dolore che l’attesa provoca. Ma proprio quella sofferenza è propedeutica all’incontro con Dio: “Sono infatti, le sofferenze che ci preparano ad accogliere Cristo; esse allargano la nostra anima e la rendono capace di accogliere la vita”.
Luca Scapatello