Intervento durissimo del Vaticano | Come fare terminare la guerra in Ucraina

Parole molto chiare sulla tragica situazione che ormai da mesi si protrae in Ucraina, e sul modo di portarla a conclusione, arrivano direttamente dalla Santa Sede, gettando luce sulle inevitabili conseguenze qualora non si decidesse di prendere atto.

Un’intervento che ha spiazzato tutti per i toni e per la chiarezza che troppo spesso in questi contesti viene a mancare.

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Per il gesuita economista francese Gael Giraud, infatti, o si prosegue senza se e senza ma con il negoziato oppure al contrario lo scenario che ci aspetta è quello di una “distruzione totale”. Il religioso ha parlato dopo uno degli interventi più duri di Papa Francesco, quando ha affermato che per evitare che la guerra degeneri in qualcosa di estremamente disastroso, come potrebbe essere un conflitto nucleare, è del tutto necessario focalizzarsi su una solita destinazione: una tregua che porti in un secondo momento alla pace.

Un appello a tutti i responsabili delle nazioni

L’appello di Giraud è rivolto ai Capi delle nazioni e delle Organizzazioni internazionali, ed è un invito a reagire e contrapporsi alla tendenza, purtroppo in atto, di intensificare lo scontro invece che placarlo. Anche perché, come ha detto spesso il Papa, non esiste una pace che possa basarsi sull’equilibrio degli armamenti, e quindi sulla paura reciproca: si tratta di un concetto a dir poco assurdo.

Al contrario, guardando la situazione da un altro punto di vista si potrebbe scorgere l’occasione per tanti aspiranti “statisti” di costruire un ordine internazionale migliore per le nuove generazione. L’obiettivo è quello di passare da strategie di potere a un progetto di pace, come chiama il Papa. Un mondo costituito da popoli e civiltà che si rispettino, e che non si facciano accalappiare nella rete infernale che il demonio prova a tessere continuamente su tutta l’umanità.

Ma la voce di Bergoglio, del Vescovo di Roma, sembra davvero essere la voce di “uno che grida nel deserto” di coloro che dalla guerra, con tutta evidenza, hanno solo da guadagnare. Francesco è stato uno dei pochi che al primo giorno ha insistito forte e chiaro sulla necessità della pace, senza tentennamenti o condizioni, come vuole il Vangelo: “Sia il tuo parlare sì sì no no, tutto il resto viene dal Maligno”.

Il gesuita economista spiega come uscire dalla guerra

Gaël Giraud oltre ad essere un religioso è anche un economista, direttore dell’Environmental Justice Program della Georgetown University e ricercatore senior del CNRS (Centre national de la recherche scientifique) di Parigi, per questo le sue parole sui portali informativi della Santa Sede hanno avuto davvero un eco gigantesco. La ragione è semplice: non si è tirato indietro dal dire la verità.

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Il gesuita Gael Giraud – photo web source

“Vediamo l’escalation militare e verbale di questa guerra, le stragi che sono state compiute, la distruzione delle città dell’Ucraina”, ha detto Giraud. “Ma dobbiamo constatare anche l’esistenza di lobby belliciste che non vogliono la fine del conflitto, non vogliono un negoziato che porti sullo stesso tavolo i governi russo e ucraino a trattare su un progetto concreto, perché sono lobby interessate al riarmo e al cambio di regime a Mosca, cioè vogliono la fine di Vladimir Putin”, ha tuttavia ricordando al contempo l’economista.

Tuttavia, ciò non chiude la porta alla speranza. “Grazie a Dio sta crescendo il numero di persone che chiedono la pace e credono nell’assoluta necessità di una soluzione negoziale”, ha spiegato Giraud speranzoso. L’economista ha infatti spiegato che, se si debba mettere in fila chi trae vantaggio dalla guerra, certamente al primo posto ci sarebbe la Russia. Ma subito dopo ci sono tutti coloro che intendono usare questo conflitto “per rovesciare Putin e mettere in ginocchio la Russia, anche a costo di trasformare l’Ucraina in un nuovo Vietnam portandola verso la distruzione totale”.

La vera grande pazzia che si finge di non vedere

Un vero e proprio cinismo machiavellico, e demoniaco visto il male che il popolo ucraino e tanti nel mondo rimasti senza cibo stanno soffrendo. Che è necessario da evitare a tutti i costi, negoziando un pace che sia duratura. Per farlo, Giraud invoca “un negoziato serio” centrato sugli accordi di Minsk 2 del 2015, ancora mai davvero rispettati. E con una soluzione: “il riconoscimento dell’indipendenza del Donbass, anche attraverso un referendum popolare che attesti la volontà dei suoi abitanti”. Lo stesso per la Crimea. Infine, la decisione dell’Ucraina di non chiedere l’ingresso nella NATO, né oggi né in futuro.

Per alcuni, si tratterebbe di una “vittoria dell’aggressore russo”. Per altri, del raggiungimento di una pace che tanti uomini e donne bramano più di ogni altra cosa. Anche perché l’alternativa, spiega Giraud, sarebbe “la distruzione totale dell’Ucraina, dopo una guerra lunghissima, con il Paese devastato e trasformato in un campo di rovine paragonabile alla Cecenia del 2000”. Le cui conseguenze “sarebbero molto più devastanti di quanto lo sia stata finora questa guerra assurda nel cuore dell’Europa”, dovute a quella che il Papa ha definito una vera pazzia, ovvero “la corsa al riarmo”.

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“Ha ragione, è una vera pazzia, perché significa dirigersi a grandi passi verso la Terza guerra mondiale”, commenta il gesuita, spiegando che “anche continuando questa guerra si va verso l’Apocalisse, con la fame che aumenta nei Paesi africani e il rischio di un’escalation militare con armi nucleari”.

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