Infermiera salva un bimbo prematuro, 28 anni dopo diventano colleghi

(Facebook)

Il piccolo Brandon è stato salvato durante il parto prematuro della madre da una giovane infermiera, 28 anni dopo si sono rincontrati nello stesso ospedale come colleghi.

Dio è in grado di scrivere storie a lieto fine che hanno dell’incredibile. Potrebbe sembrare una frase fatta eppure è quanto è capitato in California. Il set è quello dell’ospedale pediatrico ‘Lucile Packard Children’s Hospital Stanford‘. gli attori protagonisti sono Brandon Seminatore, giovane pediatra tirocinante, e Vilma Wong infermiera con un’esperienza quasi trentennale. La loro storia inizia in modo intenso e continua dopo una pausa di 28 anni, con un risvolto degno della migliore serie televisiva.

I due primi incontri di Brandon e Vilma

Questa bella storia di vita comincia 28 anni fa, nel 1990, la madre di Brandon viene catapultata nell’ospedale per delle doglie inattese che sono segno di una nascita prematura. I medici la mettono a proprio agio e cominciano le procedure per assisterla al parto. La donna partorisce Brandon che, sebbene sia nato di 29 settimane, è in salute e sorridente. A prendersi cura di lui nei primi istanti di vita è Vilma (giovane infermiera appena assunta in struttura). L’allora ragazza rassicura i genitori del piccolo e mostra affetto per quello che era il primo bimbo visto nascere in qualità di infermiera. I genitori, riconoscenti per tutto il suo aiuto le scattano una foto con Brandon per mantenere vivo il ricordo di quella dolce ragazza.

Dopo quella intensa esperienza i due non si vedono per 28 anni, finché il giovane pediatra Brandon Seminatore non entra al Lucile Packard in qualità di tirocinante. Quando si presenta Vilma, l’infermiera viene immediatamente colpita da quel nome che le ricorda qualcosa. Dopo giorni di riflessioni, la donna ne parla con il giovane medico ed insieme ricostruiscono la storia. Entusiasti di essersi ritrovati come colleghi hanno posato per una foto e condiviso la propria storia attraverso la pagina Facebook dell’ospedale pediatrico.

Luca Scapatello

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