Il Vaticano risponde alla follia dell’Europa di vietare il “Natale” e il nome “Maria”

Il Vaticano non ci sta e perde la pazienza di fronte alle sconcertanti decisioni da parte dell’Unione europea di cancellare, con un tratto di penna, ogni riferimento al Natale e perfino ai nomi cristiani, in primis “Maria” e “Giovanni”.

La triste vicenda mostra infatti il segno di una realtà purtroppo molto più concreta di quanto si pensi, e di cui non si può in alcun modo tacere.

Parolin
Il segretario di Stato della Santa sede il cardinale Parolin – photo web source

In seguito alle polemiche letteralmente esplose in questi giorni, dopo che sono state mostrate a tutti quali sono le reali intenzioni dei funzionari e dei politici che vorrebbero gestire il destino del nostro continente dai loro uffici di Bruxelles cancellando totalmente l’identità cristiana, il documento dello scandalo pare che verrà “riscritto”.

Il testo dello scandalo

Nel testo infatti la Commissione Europea invita a non usare parole e nomi che non garantirebbero “il diritto di ogni persona ad essere trattata i maniera uguale”. Un’intenzione anche giusta, quella di non voler discriminare nessuno, ma che allo stesso tempo finisce paradossalmente per discriminare proprio coloro che sono all’origine dell’identità stessa del Vecchio continente, vale a dire i cristiani e il cristianesimo nella sua totalità.

Nel manuale si invita inoltre anche a evitare determinate parole come “Miss” e “Mrs” al fine di non identificare nessuno nel genere maschile o femminile, con una volontà di imporre la teoria gender dal punto di vista linguistico che è altamente preoccupante. La commissaria per l’uguaglianza Helena Dalli, firmataria del testo, ha affermato: “Stiamo esaminando queste preoccupazioni al fine di affrontarle in una versione aggiornata“.

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Purtroppo già nel novecento abbiamo conosciuto regimi sanguinari che hanno fatto di tutto per cancellare il cristianesimo dalla faccia della terra, e in molti Paesi del mondo i fedeli in Cristo vivono nel totale nascondimento a causa delle persecuzioni sanguinarie che porterebbero alla loro eliminazione.

La discriminazione arriva anche in Europa

I fedeli in Cristo sono da sempre discriminati a causa della loro fede quindi non stupisce nemmeno molto quanto accaduto. Ma il fatto che proprio l’Unione europea, nata in seno ai monaci cristiani e originata da politici cristiani attualmente in via di Beatificazione, possa essere la fautrice stessa di questa persecuzione, lascia molta tristezza.

Così anche il Vaticano, e nella fattispecie il Segretario di Stato della Santa Sede, il cardinale Pietro Parolin, ha tuonato contro le decisioni di Bruxelles in un’intervista realizzata dal sito Vatican News. “Credo che sia giusta la preoccupazione di cancellare tutte le discriminazioni. E’ un cammino di cui abbiamo acquisito sempre più consapevolezza e che naturalmente deve tradursi anche sul terreno pratico. Però, a mio parere, questa non è certamente la strada per raggiungere questo scopo“, ha affermato Parolin ai microfoni vaticani.

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Il perché è infatti chiaro a molti cristiani e cittadini che ormai associano le istituzioni europee alle peggiori sciagure che ci potessero mai capitare, e proprio a causa di vicende come queste che mostrano quale sia la vera filosofia dietro alle decisioni che arrivano dagli organi continentali. “Perché alla fine si rischia di distruggere, annientare la persona, in due direzioni principali”, ha così spiegato il cardinale.

La secca risposta del cardinale Parolin

Direzioni che sono, “la prima, quella della differenziazione che caratterizza il nostro mondo, la tendenza purtroppo è quella di omologare tutto, non sapendo rispettare invece anche le giuste differenze, che naturalmente non devono diventare contrapposizione o fonte di discriminazione, ma devono integrarsi proprio per costruire una umanità piena e integrale”.

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La seconda, invece, riguarda “la dimenticanza di ciò che è una realtà. E chi va contro la realtà si mette in serio pericolo. E poi c’è la cancellazione di quelle che sono le radici, soprattutto per quanto riguarda le feste cristiane, la dimensione cristiana anche della nostra Europa. Certo, noi sappiamo che l’Europa deve la sua esistenza e la sua identità a tanti apporti, ma certamente non si può dimenticare che uno degli apporti principali, se non il principale, è stato proprio il cristianesimo. Quindi, distruggere la differenza e distruggere le radici vuol dire proprio distruggere la persona.

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In tutto ciò, ha concluso Parolin, il viaggio del Papa in Grecia e a Cipro arriva “proprio al momento giusto, è un viaggio che ci richiama proprio a queste dimensioni fondamentali che non possono essere cancellate. Dobbiamo ritrovare la capacità di integrare tutte queste realtà senza ignorarle, senza combatterle, senza eliminarle ed emarginarle“.

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